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2006 BUONA LA PRIMA (DI USCITA)

Aperto da alves, Gennaio 12, 2006, 18:14:41 PM

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alves

2006 BUONA LA PRIMA (DI USCITA)

Finalmente dopo esattamente 2 mesi di fermo sono tornato a girare.
Dopo l’ultima uscita  con Diego dei primi di novembre aveva dato inizio alla sessione invernale dei grandi lavori di revisione dell’XR, contando di finirli per dicembre; poi, fra accadimenti importanti, pezzi che non arrivavano, ferie mai fatte, e nevicate di fine d’anno, la moto è stata ferma in garage.
Ma il 7 gennaio ero pronto ad affrontare di nuovo le mulattiere del vicentino, con l’XR in perfetta forma: cambio olio, registrazione valvole, smontaggio e ingrassaggio cuscinetti dei leveraggi e del forcellone, revisione monoammortizzatore e forcella, sostituzione di entrambi i dischi freno, più altre cosette; ad eccezione del monoammortizzatore, tutto fatto in casa: orgoglio e soldi risparmiati.
In tutto questo lavoro non ho sostituito le gomme, oramai al 50 %: e l’avrei pagata cara!

GHIACCIO

Si prospettava un sabato ai fuochi di artificio, con la presenza di Tana delle Tigri, le coppie di fratelli padovani Andrea e Ciak e Nik e Rufus, di xr-italia; purtroppo il rendez-vouz saltava, e come al solito sarei uscito solo col fidato Diego.
Nel recarmi verso la sua dimora, visto che sono in anticipo, allungo la strada passando per alcune cavedagne ai margini dell’abitato (dicesi cavedagne le strade di terra battuta a margine dei campi coltivati).
Paura: le pozzanghere si sono trasformate in lunghissime lastre di ghiaccio, la terra stessa è ghiacciata in una sorta di permafrost siberiano.
Mi chiedo: sarò ancora in grado di guidare, in queste condizioni estreme? L’inattività mi avrà fatto perdere la sensibilità di endurista?
Intanto l’aria gelida mi ghiaccia la fronte, appena giunto da Diego cerco di porre rimedio sovrapponendo al sottocasco una bandana che copra il più possibile il capo.
Con Diego ripercorro alcune delle cavedagne appena percorse, ghiaccio ovunque, perfino sull’asfalto, insidioso sotto ai tasselli.

FANGO

Ci innalziamo di poco, sulle prime colline dalla pianura: godono di una insolazione migliore delle vallette ai loro piedi, il fondo è una melassa di fango e ciottoli, e godiamo. La mulattiera si inerpica sulla collina con alcuni tornanti, li imposto con noncuranza, la moto inclinata verso il centro della curva, la ruota posteriore in una derapata appena accennata, quella anteriore che sfiora appena il terreno: godimento puro! Ma allora so ancora andare in moto, è proprio vero, come si  dice andare in moto è come sc…iare, non lo si dimentica mai!
Dal culmine della collina scendiamo nella valle sottostante, finendo in mezzo ad una cava di terra, per fortuna il cancello è aperto; poi su sterrata e quindi mulattiera risaliamo la valle, che si fa sempre più stretta ed impervia.




Nella giungla cambogiana


Passaggio fra gli alberi per Diego

Come usciamo dal bosco riappare la neve; mi prendo una prima paurosa imbarcata, saltando fuori dal sentiero ma tenendo miracolosamente la moto in piedi. Poche decine di metri dopo il sentiero fa una pontara, ovviamente innevata; Diego, che nel frattempo della mia imbarcata mi ha superato, sale con stile impeccabile. Alves invece non ha gomma sufficiente a raggiungere la terra sotto alla neve, sgommo inutilmente e scivolo con la moto dentro lo scolo dell’acqua che taglia perpendicolarmente il sentiero.
A spinte e porchi riesco a togliermi da li, e dopo tale esercizio non sento più il freddo come mezz’ora prima, anzi, sudo come un esquimese all’equatore!
In cima alla salita mi fermo a sgonfiare le gomme, e il posteriore mi si affloscia: la valvola della camera d’aria, una volta smossa, non tiene più. Dalla regia (Diego) mi  suggeriscono di bagnarla con dell’olio per sbloccarla: detto fatto, estraggo l’astina di controllo livello olio e ungo la valvolina con olio motore; l’espediente funziona, e si riparte.

Cambiamo ancora collina e entriamo nel regno del fango: il sottobosco è pura terra imbevuta di acqua, rimescolata dal passaggio dei trattori dei boscaioli e dalle moto; ci esaltiamo a portare le moto sulle sponde delle mulattiere, a scendere le ripide chine spaccate dalle radici affioranti.
Le gomme usurate mi fanno prendere più di qualche imbarcata, nelle salite il motore rantola fino all’ultimo giro prima dello spegnimento per portarmi avanti; mi lamento con l’amico, mi consola “ma guarda che è un trattore la tua XR, da dietro vedo che vai su e la ruota di mangia tutto, spinge sempre”, in realtà oggi sono sempre al limite, mentre vedo il suo WR gommatissimo salire leggiadro ogni salita.

BOSCAIOLI

E poi incrociamo i contadini intenti a disboscare; i primi li incrociamo nei pressi di un albero caduto sul sentiero; Diego con leggiadra facilità solleva di peso la “libellula” WR, e passa via; io mi incarto fra i rami bastardi, non riesco ad impennare da fermo perchè la gomma posteriore slitta, non mi resta che scendere e spingere, ma anche così non ce la faccio, allora passo oltre il tronco e sollevo ruota e forcella, indi con mille contorsioni trascino oltre l’ostacolo il resto della moto.
I boscaioli non mi cagano, probabilmente i loro sentimenti a mio riguardo oscillano tra il compatimento e il menefreghismo!
Imbocchiamo una ripida discesa di fango e pietre, senza respiro, con le ruote che scartano di continuo; nel punto peggiore ci sono altri boscaioli e un vecchio mi urla “Non è consentito il passaggio qui!”.
Adotto la tattica del’Ebete: andatura a passo d’uomo, respiro ansimante, occhi fuori dalle orbite, lingua penzolante, espressione “Mio Dio dove ca**o sono finito”; obiettivo: fare vedere al boscaiolo che non mi sto assolutamente divertendo, ma che sto soffrendo come un cane, che non ce la faccio più, in modo da suscitare compassione per questo povero diavolo che si ficcato nei guai nel bosco.
Ed infatti la tattica funzione: io passo oltre, poi arriva Diego che si ferma; il boscaiolo prova a sgridarlo, ma poi lo lascia andare con un incitante “forsa così ragasso!”. 


Discesa nel pantano

PANNA MONTATA

In pochi metri di ascensione tutto cambia: dal marrone mierda del fango colante ci ritroviamo nella più immacolata panna montata:


A bordo strada c’è ancora una strisciolina di terra e neve, e si sale bene… 


…ma più si sale più la “panna” cresce.





Tentiamo la risalita di una mulattiera: Diego sale molto meglio di me e passa in testa, io arranco ma comunque avanzo, a colpi di frizione, sgommate e pedate. La neve cresce a vista d’occhio, non riusciamo più a distinguere la traccia (al vero assai esile anche con l’asciutto!), e quasi al culmine del Gran Premio della Montagna sbagliamo traiettoria e finiamo impiantati nel bosco innevato.
Mancano solo 50 metri bastardi alla vetta, ma ripartire da fermo è impossibile, o comunque uno sforzo immane di spinte; esausto prendo una manata di neve ghiacciata e me la metto in bocca per placare la sete (avevo lasciato a casa la borraccia!).


Da che parte?


Che bello!


Diabolik camuffato da motociclista


L’XR delle nevi…


…questo si che è tracciare il cammino!

Con non poca fatica giriamo i ferri e torniamo a valle; aggiriamo il monte per una strada sterrata che già suo è molto bella, ma così magnifica come oggi non l’avevo mai vista: è completamente innevata, e molto, dato che è quasi completamente in ombra, e, nonostante non sia mantenuta aperta dalle autorità, il passaggio di boscaioli, cacciatori, montanari con i 4x4 o le auto con catene ha pressato la neve trasformandola in una sorta di pista.
Sui rettilinei teniamo delle velocità quasi prossime a quelle su terra, ma le sospensioni invece di trasmettere gli abituali contraccolpi delle asperità del  terreno, oscillano dolcemente sulla neve pressata, con rumore simile a quello degli sci.


Scandinavia nel Vicentino


Si guida quasi come fosse asfalto…


…e diventa sempre più bella!


Endurista fra le nevi


Ombre e neve


Baita di cacciatori siberiani

PER LOCANDE

L’orologio batte l’ora del desinare, e ci fermiamo in una bettola di paese all’uopo.
Il bar è gestito da una locandiera, ma non ha nulla delle gnocche che Polpo ci presenta su Motociclismo Fuoristrada: questa è una vecchia dall’età indefinita, con la faccia più enigmatica di una sfinge e la voce da uomo.
Chiedo dei panini: ”Non mi è ancora arrivato il pane”, è la risposta (notare che era quasi mezzogiorno);
Alves:“Beh, non importa, non è che farebbe un piatto misto di affettati, formaggi, sottaceti?”
Ostessa: “Non abbiamo niente di quella roba…” (e con cosa ci faceva i panini, se fosse arrivato il pane?)
Ostessa:”se volete ci sono delle merendine…(merendine confezionate, avrebbero potuto essere li dalla notte dei tempi!)…altrimenti se volete panini andate su da Rossato (ristorante da matrimoni poco lontano, non certo adatto a noi sporchi enduristi)”.
Alves:“OKKKEEYY, Grazie, Diego andiamo…” e fuori dalla porta scoppiamo a ridere!
Rimontiamo in sella, ma la strada per il cibo sarà lunga.
Primo ostacolo: la gomma mi si affloscia ancora, la valvola non tiene; provvedo a sostituirla con quella della camera d’aria di scorta.
Arriviamo nel successivo paese: una pizzerie e una birreria, entrambe chiuse, ca**o!
Per colline e sterrate raggiungiamo il borgo più prossimo: 2 agriturismi chiusi e uno troppo chic, merda!
Ma finalmente ne troviamo una trattoria aperta; entriamo per chiedere un panino, ma quando vediamo il focolare crepitante di braci, grande quanto una Fiat 500, chiediamo che c’è di primo, e si può dire di no ad un piatto di fettuccine al ragù? E si può mangiarle senza un goccio di vino? Ma se finita la pasta c’è ancora vino, non si può lasciarlo lì, ma berlo da solo è da ubriaconi, e allora perché non ordinare un bel piatto di salumi misti? E si può forse rinunciare alla torta appena sfornata, calda, calda?
NO, non si può, e dalla trattoria ripartiamo solo un’ora dopo.
Leggiadri percorriamo i sentieri verso la pianura, ma ormai si è fatto tardi, dobbiamo tornare in fretta a casa e così prendiamo l’autostrada, ma rigorosamente sterrata:




Autostrada per fuoristradisti

Un buon inizio d’anno, che vada sempre così!

Ciao
Alves






MartY


guigon

 ::) raga che foto bravissimi delle foto spetacolari...  ::)

ciak

noi visto l'impossibilità siamo andati sull'astico a fare un po' di pistine il pomeriggio
appena arrivati ci siamo accorti che il terreno non era il massimo (ghiaccio e neve...) e dopo un po' abbiamo deciso di provare comunque ed effettivamente passando 5-6 volte il terreno migliorava
poi però è arrivato un gruppone di presunti enduristi (il presunti lo capisci dopo) che sono entrati nella pistina che avevamo ormai aperto (il che non è un problema), ma subito gli vedo in giro per la pistina a piedi...
avevano tolto tutti gli ostacoli come tronchi caduti, sassi più grossi di una mano e su un salitone per l'argine hanno tolto un sasso bello grande facendo così in buco dove, dopo un po' di passaggi, davo di quello botte al cerchio che mi hanno fatto fermare a controllare (e non immagini le bestemmie che gli ho tirato dietro...)
visto che o mi mettevo a bestemmiargli nel muso offendendo tutti i loro avi o andavamo via, siamo andati in un'altra pistina molto meno enduristica, con ancora pezzi innevati e ghiacciati e con delle woops di un metro (proprio come quelle del supercross americano...) fino a quando non è andato via il sole e siamo andati a casa belli stanchi...

overland

Che invidia! Io non esco da prima di Natale : La mia ragazza deve farsi operare ad una caviglia la settimana prossima ed io non volendo correre il rischio di dover rimandare un intervento atteso per 11 mesi ( ! ) le ho smontato il COYOTE  ( XR 440 ) con la scusa di cambiare il pistone  e non l'ho ancora rimontato. Quando entro in garage le nostre moto mi guardano come un traditore....
Però effettivamente sono stato un po' bastardo

threeple

Alla grande, Alves!!  :cimplimenti: Bel report e spettacolari le foto: dalla giungla alla steppa siberiana con 2 click di mouse!!  :applausi:

Ciao Alves, un abbraccio.



p.s.: Giulio, un saluto anche a te e un grosso "in bocca al lupo" alla tua Simona!!  :ok:

threeple
XR ...uno stile di vita.

uncleroby

The rule is to improvise, adapt, overcome!

Fred Krueger

Spettacolare come sempre, sembra di essere lì... :)

Francesco Ioni, per gli amici Checco. Beta RR 4e½. Fschhh
'Once run the dog, once escape the rabbit'

guco

Come sempre un ottimo report complimenti.
Dai che nemo !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Guco

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