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POMERIGGIO DI MEZZA ESTATE SUI BERICI

Aperto da alves, Agosto 23, 2005, 10:41:51 AM

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alves

L’ultima uscita di Luglio l’ho dedicata ai Colli Berici, solitario gruppo montuoso che si erge a sud del capoluogo vicentino.
Per chi transita spesso in A4, sono quelle colline che si trovano a destra, in direzione Venezia, attraversate da 2 tunnel ravvicinati, teatro di numerosi e gravi incidenti.
Dall’autostrada sembrano collinette insignificanti, ma in realtà il comprensorio si estende per quasi 30 km verso sud, per una larghezza di circa la metà: quindi un’area abbastanza vasta.
Il cuore della zona è un altopiano molto ondulato, da cui diverse dorsali scendono verso la pianura, originando alcune valli, le più importanti la Val Liona e il sistema delle Valli di Fimon; in quest’ultima si trova l’omonimo lago.
Le altezze non sono certo sbalorditive, a stento si supera i 400 m.s.l.m.. Si potrebbe pensare che l’enduro qui sia facile, scorrevole, alla portata di tutti, enduro stradali comprese: in realtà non è così; causa la costante presenza di ville, borgate, fattorie isolate, le strade bianche scarseggiano. I percorsi off sono prevalentemente su carrarecce e sentieri: facili quelli che percorrono le sommità delle colline, spesso molto hard quelli che percorrono i brevi ma ripidi pendii delle valli.

La mattina mi reco al lavoro con la moto sul carrello; dopo la mensa, mentre i miei colleghi rientrano in quel forno a microonde che è il palazzo dove lavoriamo, io parcheggio i mezzi a San Agostino, centro nevralgico (Parco Chiuso, Prove Speciali) della gara organizzata negli anni scorsi dal Motoclub Il Grifo. Per 3 anni sono riusciti a spuntarla, appoggiati dalle autorità, ma ora pare che il vento sia cambiato e difatti quest’anno la gara non si ripeterà: maledetti verdi ed ambientalisti di tutte le razze!
Dopo adeguata pausa caffè e giornale inizio il rito della vestizione, sotto un solleone micidiale, minimo minimo 50 gradi! Al momento di infilare il casco sono già completamente bagnato di sudore, come se non fossi all’inizio ma alla conclusione del giro!

Inizio il mio tour lungo un polveroso sterratone che costeggia l’autostrada, ammirando i resti di uno scooter fatto a brandelli, sicuramente ciò che rimane di un furto; indi scavalco l’autostrada passando giusto sopra l’ingresso delle gallerie, posto adattissimo per la pratica dello sport del Lancio del Sasso in Autostrada, data anche l’abbondanza di materia prima.
Sull’altro lato dell’autostrada è stata tracciata una pista da cross abusiva, molto conosciuta; ci sono diverse rampone da fare a tutto gas, per chi se la sente, e pure stretti passaggi nella boscaglia; c’è pure una confortevole tettoia per il pubblico:


la pista di motocross dell’Autostrada


rampone

Dopo un paio di giri abbandono la parentesi cross e proseguo per sentieri e carrarecce tra le prime pendici dei colli e gli ultimi campi e melmosi canali della pianura:


Carrareccia, canale putrido, autostrada, Chiesa San Agostino e magazzino Dainese

L’enorme parallelepipedo nero sullo sfondo è l’avveniristico magazzino della Dainese, la nota azienda d’abbigliamento motociclistico, situato presso il casello di Vicenza ovest.
Volgo le spalle alla pianura e infilo una delle valli che si insinuano fra i colli; solitamente la risalgo sulla destra orografica, ma stavolta tento di seguire una traccia sulla sinistra. In poche centinaia di metri mi ritrovo in una valletta strettissima, percorsa da un ripido sentiero aggrappato al pendio ed invaso dalla vegetazione, veramente esplosa in una estate così umida e calda.
Quando mi si para davanti questo passaggio desisto, sono solo e non vorrei cacciarmi nei guai:


qui se sbaglio precipito di sotto!

Ritorno in fondo alla valle e prendo la mulattiera sul versante opposto; mulattiera percorsa diverse volte, e pure inserita nella gara di Campionato Triveneto.
È tutta di sasso dall’inizio alla fine, pietre fisse ed appuntite spacca cerchioni; la ricordavo più facile, in oltre un anno che non passavo da lì il fondo si è molto deteriorato; non ho avuto problemi a salire, poiché le rocce sono asciutte come un sasso in pieno Sahara, ed offrono un grip assoluto, ma qui quando è umido si fatica, e non poco.


Mulattiera

La mulattiera finisce dritta nel paese di Perarolo, al cui ingresso si trova un simpatico cartello, vedi foto.
Praticamente con un solo cartello posto al confine del comune questi bandiscono ai mezzi a 2 e 4 ruote ogni possibilità di circolare su qualcosa di diverso dall’asfalto. Restano percorribili giusto giusto le strade che portano alle case.
Mi fa venire in mente quei cartelli in legno, sforacchiati dai proiettili, che si vedono nei film Western, del tipo “Tombstone, 450 abitanti, vietato l’ingresso a messicani e pellirossa”!
Comunque brutta storia per noi fuoristradisti, qui non ci sono scuse; ho solo da sperare che, essendo giorno feriale, i controlli siano minori.
Anche nelle zone più lontane dal capoluogo non mancheranno gli odiati segnali cerchiati di rosso, e ne vedrò di nuovi dove anni fa non c’erano; si avverte che c’è troppa pressione di fuoristradisti nella zona, e i divieti fioccano; d'altronde i Berici, come gli Euganei, sono una piccola isola montuosa circondata da una pianura densamente abitata, e probabilmente le moto hanno superato il limite di sopportazione di abitanti e politici.


Wanted enduristi dead or alive

Giro in zona, scendendo e salendo una panciuta dorsale collinare che scende verso Altavilla: ad assolati tratti sui prati nei crinali seguono tratti ombrosi nel fitto del bosco, dove nelle fessure della roccia resiste qualche pozza di fango dell’ultimo temporale; infine capito nei pressi dei campi da golf di Brendola: un bel disboscamento per un campo da golf ci sta sempre, altroché!


golf


il castello di Brendola, detto la Rocca dei Vescovi


una delle molte dorsali dei Berici che domina la pianura di Brendola

Da Brendola mi dirigo verso la dorsale che chiude l’orizzonte, ma prima di scalarla faccio una deviazione alle cave abbandonate.
Le cave di pietra non sono a cielo aperto, ma la montagna viene scavata dall’interno, come una pagnotta scarnificata della mollica di pane; si formano quindi ambienti ipogei, a volte enormi:


Ingresso della cava


Salone

C’è un immenso salone, piacevolmente fresco, con evidenti segni di frequentazione umana, ed inquietanti messaggi occulti:


Messaggi  satanici


Sinistra o destra?


nel profondo della terra

Abbandonate le grotte, prendo la direzione del Lago di Fimon, ma per raggiungerlo ho 2 dorsali da scollinare.
Ritorno a Perarolo per una mulattiera di, manco a dirlo, roccia a gradoni, indi scendo nel versante opposto per un sentiero nel bosco di pietre e sassi.
Dopo un breve tratto sterrato in pianura imbocco un’altra mulattiera dal fondo sassoso, assai fessurata e spaccata in lame e punte, tanto da bloccarmi a metà; grazie al grip favoloso riparto da fermo e raggiungo la cima.
Immediatamente scendo per un sentiero, guarda un po’, pietroso, solamente che questo è letteralmente fagocitato dalla vegetazione, in particolare dei simpatici rovi che con le loro spine riescono a penetrare pure sotto la maglia da fuoristrada.
Quest’ultimo pezzo mi conduce ad un passo da lago, che raggiungo rapidamente:


Lago di Fimon: oltre i cannetti c’è la porzione maggiore del lago che si estende fin sotto le colline

Non è che il lago ispiri voglia di tuffarsi al suo interno, con tutte quelle canne e piante acquatiche che lo invadono rigogliose; infatti non è balneabile, anche se ci sono balzani progetti (finanziati da comunità Europea e altri enti pubblici) per renderlo balneabile almeno in parte.
Io lo preferisco così, con le sue rive paludose e le isole di canne: basta con la valorizzazione turistica a tutti i costi, per cui ogni infimo paesino aspira a diventare la nuova mecca del turismo; lasciateci un pezzo di terra naturale, per quanto possibile selvaggio, desolato, da esplorare a nostro piacimento, e non lungo la “solita” pista ciclabile o il “sentiero attrezzato”!
Seguo la sponda orientale del bacino percorrendo una piacevole sterrata dal fondo, indovinate un po’, decisamente roccioso, per poi alzarmi di quota per una entusiasmante stradella con molti tornanti e altrettanti pronunciati dossi, trampolini per spettacolari salti.
Giunto alla sommità del colle, tento la ridiscesa verso il lago, con lo scopo di risalire le colline della sponda occidentale, dove si trova la famosa “Sartorati”.
È questa una conosciutissima mulattiera della zona, di cui si è parlato anche in Soloenduro tempo addietro; ha fatto parte del percorso della gara del Grifo. È sicuramente fra le più lunghe in zona: senza alcun tornante o curva accentuata, taglia in diagonale tutto il versante della collina; il fondo è di sassi e roccia instabile, con una rampetta finale; io non la considero così “bestiale”, ma con l’umido può diventare una brutta bestia anche se, ripeto, sono riuscito a farla anche col fondo bagnato.
Ma alla “Sartorati” non ci arriverò mai: scendendo verso il lago per una traccia quasi scomparsa causa vegetazione, mi trovo davanti una enorme grata di ferro, tipo quelle usate in edilizia, messa a sbarrare il sentiero, con su un cartone con scritto “Proprietà Privata”.
Scornato, per evitare di riattraversare la giungla tropicale di rovi, prendo una deviazione laterale che mi fa sbucare proprio nell’aia di una fattoria, con tanto di cane inferocito; per evitare cane e padrone (tale padrone tale cane!), taglio per una traccia nel bosco, beccandomi una buona dose di alberi in faccia, fino a ritrovare l’asfalto a monte della fattoria.

Ormai sono nella zona più elevata dei colli, rinuncio a scendere al lago per fare la “Sartorati”, e procedo in direzione sud. Lungo il margine orientale dell’altopiano.
Il bello di questa zona è che si riesce quasi sempre a trovare un percorso, anche andando a casaccio: ad esempio, infilo una stradina nel bosco, che va a morire in un prato; ma oltre il prato c’è un’altra labile traccia, che conduce in una dolina coltivata a mais; da lì una carrareccia conduce alla vicina fattoria, da cui magari una sterrata ti porta alla strada principale.
Orientarsi rimane difficile, perché il paesaggio è molto uniforme, piccoli dossi boscosi inframezzati da radure coltivate o a prato; inoltre le fattorie e i casali che si incontrano, pur se segnati con tanto di nome sulla cartina che ho con me, non hanno tabelle o segnali che ne indicano il nome, ne risulta difficile capire la propria posizione: il GPS non sarebbe male qui!
Vagando in questo modo capito in un luogo singolare, un anfiteatro naturale agghindato con statue e colonne, alla antica Roma: è la Valletta dei Poeti, sede di manifestazioni d’arte e cultura.


Valletta dei Poeti


Moai dell’Isola di Pasqua  in gita a Vicenza!


Genio d’artista: questa fontana ha il rubinetto così incassato nella nicchia che non sono riuscito ad accostare
la bocca al getto d’acqua, poiché con le spalle e le braccia (ulteriormente ingrossate dalle protezioni)
sbattevo sul profilo della lunetta. Da non credere!

Continuo la mia corsa infilando uno stupendo sentiero in discesa, fra la macchia mediterranea: in realtà mi accorgo di aver sbagliato strada, poiché il sentiero mi porta in pianura, giusto nel centro del paese di Barbarano Vicentino, ma ne vale la pena.
Mi piacerebbe fermarmi in qualche osteria a rinfrescarmi, ma incontro solamente locali che di osteria hanno solo il nome: sono tutti diventati trattorie e ristoranti raffinati, per attirare la clientela di città, in cerca di posti ameni e freschi ma confortevoli e ricercati: tutto il contrario di quello che serve ad un endurista brutto, sporco e cattivo!


Down to Barbarano


Le cime coniche dei Colli Euganei viste dai Berici

Da Barbarano salgo al valico delle “Scudelette” per un tratto asfalto che, sebbene breve, farebbe la gioia di molti stradisti, tanto sono belli i larghi tornanti raccordati da un paio di bei allunghi.
Ma io abbandono presto il bitume per una mulattiera che inizia subito con questa bella rampa:


rampone

Il sentiero prosegue lungo il fianco della montagna, alto sopra la pianura, per poi virare verso l’interno dei colli; attraverso carrarecce nei boschi arrivo sopra il paesino di Pozzolo di Villaga, un luogo che mi colpisce tantissimo.
La prima volta che vi arrivai, sempre dall’alto, credetti di essere in fondo ad una valle, in pianura, e che le basse colline che avevo di fronte fossero gli ultimi lembi dei colli. Invece scoprii che Pozzolo è un minuscolo altopiano, una striscia pianeggiante fra 2 file di colline; alle estremità di questa pianura lillipuziana la strada scende nei “veri” fondovalle lungo i brevi ma ripidi pendii delle colline.


Pozzolo di Villaga

Da Pozzolo un altro splendido sentiero continua in direzione sud, con splendidi panorami sulla pianura e divertenti passaggi su roccia:


Verso Sossano

Il sentiero di cui sopra confluisce in una sterrata che placidamente mi fa scendere fino al paese di Sossano, alla estrema punta meridionale dei Monti Berici.
Un rettifilo di 3 km nella campagna unisce i paesi gemelli di Sossano e Orgiano, separati dal piatto catino della Val Liona.
Salgo le colline di Orgiano per una sterrata che termina in uno spiazzo dedicato al volo a vela:


Il Mare Padano con le isole Euganee sfumate nell’afa estiva…


…e la Val Liona che si insinua all’interno dei Berici

Dallo spiazzo di lancio parte un sentiero esaltante che cavalca tutto il crinale della valle: è stretto, praticamente un monoruota, stranamente di terra compatta, anche se non possono mancare gli immancabili sassi.
Non mi fermo però a fotografare, perché a pochi metri sulla sinistra c’è una misteriosa zona militare: un’alta recinzione di filo spinato, torrette di avvistamento ad intervalli di 50 metri, con quelle che sembrano telecamere, un nastro d’asfalto e alle spalle di questo un’altra recinzione di filo spinato; oltre questa barriera impenetrabile solo piante e sterpaglie; che cosa sia nascosto la dentro di così importante? Bombe atomiche? Armi chimiche? Ufo precipitati a terra? Alieni conservati in formalina? Bordelli segreti per gli “allenamenti” del nostro esercito? Nessuno lo sa.

Dopo questa esaltante corsa in cresta, scendo in val Liona ed affronto la dorsale sull’altro lato della valle: un’altra affascinante single track fra prati e boscaglia, con splendide vedute della val Liona e di Pozzolo di Villaga.
Purtroppo un evidente sbarramento anti-moto mi costringe a  scendere a Pozzolo, e quando cerco di riguadagnare la cresta da una casa mi fanno segnali minacciosi; lascio perdere, e un po’ incazzato scendo a valle per asfalto.
Il mio tragitto prosegue in un’altra valle; stretta e boscosa, al suo termine si apre in questo minuscolo pianoro:







Da qui parte un esaltante sterrato di servizio ad alcune cave, che risale tutto il versante; nel primo pezzo è stretto e molto rovinato, ci sono dei dossi che presi in accelerazione ti sparano in alto alla grande; poi, dove passano i camion, lo sterrato si apre ed è un piacere spazzolare i tornanti col posteriore.


sterrato dei camion


il borgo di Fimon


Le dorsali collinari si protendono verso la pianura

Il mio giro volge al termine: di nuovo alla sommità dei colli grazie alla sterrata dei camion, prendo una mulattiera molto infida, di pietre rotolanti, e scendo verso il paese di Fimon.
Qui c’è una osteria di quelle di una volta, col bancone in alluminio, le sedie e i tavoli in formica verde, i sottaceti e le uova sode come  stuzzichino; mi svacco sulla pergola all’aperto, 2 ghiaccioli al limone e mezzo d’acqua, sto, come cantava Ligabue “seduto in riva al fosso”, a guardare le cartine del giro, la mia moto, i bai (insetti) che mi camminano sul marsupio, i ragazzini locali che vanno avanti e indietro con gli scooter smarmittati.
Dopo oltre mezzora decido di andare, torno all’auto per una tranquilla e piacevole sterrata, dopo 5 ore di enduro: fossero tutti così i miei pomeriggi!

Ciao Alves

marcolinho

Che dire!!!!


Alves.......... dovrebbe farli lui i report su MF !!!!

Sa guidare la moto e sa anche scrivere.

Gia prima della sua modernizzazione con macchina foto digitale, si rimaneva incantati a leggere i suoi diari di viaggio, ora con anche le foto, tra l'altro bellissime, non stacchi più gli occhi dal monitor.

Grande Alves!

Vorrei avere la tua intraprendenza a fare dei giri così tutto solo!

Ciao!

MArcolinho ;)
Com puoi non essere fedele ad una XR!!!????

duga84

Eccezionale come al solito!!
Certo che ne sai di percorsi..!
La vita l'è come la scala del polinar,in salita e pien de schiti!

XR 400 '01  ...e daichenemo!!

Lancillotto

Un mito come sempre  :D
ottimo report e foto...

Come già consigliato però sarebbe meglio "cammuffare" la targa nelle foto che fai se non hai un programma di fotoritocco.
Ciao caro, tra qualche giorno mi decido a chiamarti, la settimana prox sono ancora a casa da solo  8)

Ciao Lanci
Se proprio devi comprare una moto da enduro... compra una XR! Ricorda, l'asfalto è ruvido e grattugia anche d'estate: usa le protezioni!

Lancillotto

... aggiungo...
ma hai il casco nuovo?
La gomma post mi sembra ormai alla frutta  ;D
Beato te che riesci a consumarle  :D :D :D
Se proprio devi comprare una moto da enduro... compra una XR! Ricorda, l'asfalto è ruvido e grattugia anche d'estate: usa le protezioni!

teppo

Ehi tu !
Se chiami l' Alves, me lo dai anche a me uno squillo, capito ?
Io AVEVO un XR650R/SM del 2000 e vivo a Rovereto, in provincia di Trento.
Ciò che mi invidiano tutti ? chiudo i motori col Motorsil-D e non perdono olio.

Mr_Brownstone

Grande Alves, come al solito!  ;)

Citazione di: alves il Agosto 23, 2005, 10:41:51 AM
Per chi transita spesso in A4, sono quelle colline che si trovano a destra, in direzione Venezia, attraversate da 2 tunnel ravvicinati, teatro di numerosi e gravi incidenti.
Aggiungo teatro anche di selvaggi quanto abusuvi rave-party: i due tunnel che si percorrono oggi sono di costruzione relativamente recente (circa 15 anni se non meno) per l'allargamento a 3 corsie dell'autostrada A4; 30 metri a lato ci sono ancora le vecchie gallerie che 3 o 4 estati fa erano state teatro di un paio di rave abusivi, uno dei quali conclusosi con una maxiretata (5000 pastiglie sequestrate)

Citazione di: alves il Agosto 23, 2005, 10:41:51 AM
L’enorme parallelepipedo nero sullo sfondo è l’avveniristico magazzino della Dainese, la nota azienda d’abbigliamento motociclistico, situato presso il casello di Vicenza ovest.
Nessuno sa se oltre a magazzino non sia anche spaccio? Mi erano arrivate voci ma mai confermate...

Citazione di: alves il Agosto 23, 2005, 10:41:51 AM
Praticamente con un solo cartello posto al confine del comune questi bandiscono ai mezzi a 2 e 4 ruote ogni possibilità di circolare su qualcosa di diverso dall’asfalto. Restano percorribili giusto giusto le strade che portano alle case.
MALEDETTI!!!

Citazione di: alves il Agosto 23, 2005, 10:41:51 AM
Mi fa venire in mente quei cartelli in legno, sforacchiati dai proiettili, che si vedono nei film Western, del tipo “Tombstone, 450 abitanti, vietato l’ingresso a messicani e pellirossa”!
Wanted enduristi dead or alive
:bang01: :rofl: :rotfl: :rotola: :soldato:




Now Australian!         Who Dares Wins

alves

Citazione di: Lancillotto il Agosto 23, 2005, 11:19:27 AM
ma hai il casco nuovo?

No, è un vecchissimo jet che ho rispolverato in occasione del gran caldo.

Citazione di: teppo il Agosto 23, 2005, 14:08:30 PM
Se chiami l' Alves, me lo dai anche a me uno squillo, capito ?

Che ne dite di domenica?
Sono solo tutto il giorno e si potrebbe fare una bella girata.

Ciao
Alves

teppo

Negativo !
Io non sono solo, e la Domenica è sacra per la famiglia !

comunque non ci fate troppo conto su di me, magari vi condiziono per poi non poter venire.....
Io AVEVO un XR650R/SM del 2000 e vivo a Rovereto, in provincia di Trento.
Ciò che mi invidiano tutti ? chiudo i motori col Motorsil-D e non perdono olio.

Lancillotto

Confermo dopo chiaccherata al telefono...
io posso solo fra settimana, dopo le 17, anche per me la domenica è dedicata alla fam.  ;)

ciao  :)
Se proprio devi comprare una moto da enduro... compra una XR! Ricorda, l'asfalto è ruvido e grattugia anche d'estate: usa le protezioni!

guco

Ottimo report Alves complimenti !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Fred Krueger

Mamma, sembra di essere lì. Complimenti come al solito  :)

Francesco Ioni, per gli amici Checco. Beta RR 4e½. Fschhh
'Once run the dog, once escape the rabbit'

forgone

fai sempre dei report eccezzionali e, anche se seduto davanti al pc, per un pò salgo in moto e ti seguo a ruota!!!!!!

ocio a no frenar che te paso inzima......  ;D