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tenere pinzata pompa radiale durante la notte

Aperto da fedeturk, Ottobre 30, 2010, 00:34:31 AM

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gianpivr

Topolino, caccia alle streghe, archimede, ironia e scherno... sinceramente provo anche io un po' di tristezza, ma non per chi fa non sapendo la teoria, ma per chi snobba la teoria...
Qui si stanno applicando vari principi della fisica che partono dalla tensione superficiale e la forza attrattiva tra molecole, passando attraverso la teoria cinetica dei gas, ipotesi di avogrado e il modello a sfere elastiche.
Forse ora fa meno ridere.
Praticamente con la pressione le bollicine d aria tendono ad unirsi e risalire nel liquido compresso.
Il meccanico con le mani unte senza saperlo applica con una sola pompata migliaia di pagine di fisica, qualcuno se lo immagini pure vestito da stragone, io prima di deridere un intervento COMUNE e NORMALE, avrei cercato di capirne il perchè.
L' unico modo per sfuggire alle tentazioni è cedere... -O. Wilde-

fedeturk

Citazione di: Gianfry il Novembre 04, 2010, 09:50:58 AM
fedeturk non sono idee della tua mente malata anzi ,  ::) nel 1803 allora c'era un'altra persona molto malata ... vedi : '' legge di Henry ''

porca miseria...la solubità di un gas in un liquido, grazie, mi hai ricordato ce a gennaio devo dare chimica inorganica..o forse non dovrei ringraziarti :lol2:

rickyx

Citazione di: fedeturk il Ottobre 30, 2010, 00:34:31 AM
Oggi sono andato a prendere la moto dopo la modifica pinza braking più pompa radiale più cavo in treccia. Il meccanico mi ha consigliato di tenere la pinza "premuta" questa notte e di tanto in tanto con del nastro isolante. Qualcuno sa spiegarmi il perchè di quest'operazione da effettuare??? :-[
questa operazione serve solo a controllare la perfetta esecuzione del lavoro e di tanto in tanto pure. ma meglio non abusare..
da piccolo avevo un seggiolone altiiiiiiiiiiiiiiiiiiisssssssssimo..........
    http://www.xr-italia.com/forumxr/index.php?topic=18010.0   
     

dirtbag

EVVAI!!
Sia lodata la razionalità, finalmente una risposta logica.

giampi, riusciresti a dare una risposta poco poco più articolata in modo da potere eventualmente approfondire?

grazie.brx.
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fede954

#49
L'unica cosa logica è che ho visto personalmente CON I MIEI OCCHI piccole bollicine d'aria uscire dallo spurgo della pompa al mattino...... bollicine che la sera prima non uscivano..... cosa dovrei fare, lasciarle all'interno del circuito perchè tanto sono solo teorie?
Poi probabilmente una pompa può essere meno rognosa di un'altra, per esempio a me le bollicine sono uscite con la pompa brembo ma non con la discacciati..... ::)
Non capisco tutta questa insofferenza da parte dei detrattori, perchè non provate? ??? (poi magari avete la discacciati e ci cazziate ancora di più perchè non esce niente :P)
Qui siamo in tanti a farlo da anni e nessuno ha mai avuto problemi, cedimenti, perdite ecc. la fascetta mica deve essere tirata alla morte, basta solo un po' di pressione..... ;)
Per la cronaca anche a me lo ha consigliato un meccanico con esperienza pluridecennale, se in tutti questi anni gli fosse capitato di danneggiare impianti frenanti perchè dovrebbe continuare a usare questa tecnica?
Sia chiaro che il mio intervento vuole essere costruttivo, cordiale e in alcun modo provocatorio ;) però ho la sensazione che questa discussione abbia preso un tono poco consono a questo forum :(
MEMBER OF KAZZEMBERGHER SM TEAM :cellera:
"Di sentire il motore che spinge ne ho bisogno come l'aria che respiro" (G. Villeneuve)

StefanoXR

teorie o no...
svuoto completamente l'impianto, vado a mettere olio e la leva non voleva sapere di indurirsi...
svuoto serbatoini di olio, ma niente, spurgo spurgo spurgo...
la sera vado a letto indiavolato...
il giorno dopo, prima di portare ormai tutto al meccanico con rabbia...
riprovo e al primo spurghetto, ecco inizia ad avere consistenza la leva, sempre più sempre più...
Che la bolla nel tubo in qualche curva del tubo sia piano piano risalita durante la notte?
Ah... dimenticavo come la sera prima spurgavo sotto e sopra... ma il giorno dopo dopo una nottata al primo spurgo sopra... vuuaalllaaa!!


Gianfry

mi sentivo in dovere di un mio ultimo intervento a questo post poi mi levo dai piedi perchè ognuno a le sue tesi ed è bene che sia così :) :
se dopo  aver fatto lo spurgo come al solito, si lascia il freno tirato e l'impianto sotto pressione  legandolo alla manopola : nella legge di henry: la solubilita' di un gas in un liquido e' proporzionale alla sua pressione relativa , aumentanto la pressione in un circuito e' come se diminuisse la pressione atmosferica, facendo evaporare il gas ancora disciolto nel liquido.
è qui viene il bello . il sistema e' isolato dall'esterno , se uno trova benefici facendo questa operazione,  significa che ha fatto male lo spurgo, perche' il gas puo' evaporare dentro l'impianto solo se trova lo spazio dove espandersi, cioe' se l'impianto e' stato mal spurgato.
le bottiglie di acqua gassata sono sotto pressione, proprio per far rimanere sciolta l'anidride carbonica: se fosse vero che se ne va dal liquido, ci sarebbe una gran soffiata di gas all'apertura della bottiglia, e poi l'acqua sarebbe liscia ...
allora , tenendo il pistoncino della pompa in posizione di spinta, si mette in comunicazione la camera di recupero dietro al premente con la vaschetta ...e qui mi può star bene perchè è  lì che è rimasta qualche bollicina, durante la notte lentamente viene su fino ad emergere dal livello della vaschetta , ora la mia domada è : non è meglio fare bene uno spurgo freni con calma ? un barattolo d'olio costa 5€ , poi il rimanente si butta  se si usa il vecchio sistema ... aggiungo chi ha la possibilità di farlo con  il sistema pneumatico non penso proprio che succedano queste cose .

consigliodpop inoltre questa lettura a chi è nuovo :

IL FLUIDO DI LAVORO
In linea del tutto teorica l'unico requisito che il fluido contenuto nel circuito idraulico dovrebbe soddisfare è appunto l'essere allo stato liquido, dal momento che la sua incomprimibilità è indispensabile affinché la pressione si trasmetta inalterata. Ciò deve mantenersi durante il funzionamento, dunque al variare di pressione e temperatura: in particolare dal lato pinza, dato che su di essa viene inevitabilmente convogliato gran parte del calore sviluppato nel freno per attrito. E' immediato rilevare come il pericolo maggiore sia quello del raggiungimento di una temperatura prossima a quella di evaporazione: il passaggio di stato del liquido, con formazione di bolle di vapore (comprimibile), provocherebbe un brusca caduta dell'efficienza frenante, con risultati assai pericolosi. E' evidente allora perché non si usi semplicemente acqua, ma una miscela glicolica, dotata d'elevato punto d'ebollizione e di proprietà lubrificanti per le parti mobili, senza peraltro risultare aggressiva o corrosiva per gli anelli di tenuta in gomma e le parti metalliche. Purtroppo questa miscele hanno la spiccata tendenza  all'igroscopicità, vale a dire ad assorbire umidità dall'aria:attraverso le giunzioni dell'impianto e i serbatoi di recupero, una certa percentuale passa progressivamente in soluzione deteriorando le caratteristiche del fluido, in particolare abbassando il punto di ebollizione (normalmente superiore ai 200°C) avvicinandolo pericolosamente a temperature inferiori a quelle di esercizio del freno. Seguendo la classificazione introdotta dallo statunitense Department Of Trasportation, i liquidi per circuiti idraulici vengono identificati dalla sigla DOT seguita da un numero (3,4 o 5),  proporzionale al livello qualitativo. Mentre il DOT3 è dedicato alle applicazioni generiche e il DOT4 è quello comunemente usato sugli impianti ad alte prestazioni come quelle motociclistici, il DOT5 con le sue varianti è espressamente dedicato alle competizioni. La sua composizione è sintetica (la variante DOT5.1 è invece glicolica) le prestazioni in riferimento alla temperatura di lavoro sono eccellenti (temperatura di vapore = 260°C), ma patisce un rapido deterioramento che ne esclude l'utilizzo sui mezzi di serie: i fluidi di tipo DOT3 e DOT4 hanno una temperatura di vapore più bassa (205°C e 230°C), ma minore igroscopicità. Per caratterizzare la caduta di prestazioni dei fluidi igroscopici se ne definisce un punto di ebollizione minimo "in umido", vale a dire in presenza di elevate percentuali di acqua (3.5% H20): per le tre categorie sopra descritte tali valori valgono rispettivamente 140°C, 155°C e 175°C, dunque un DOT5 inquinato dal 3,5% di acqua è assai più pericoloso di un DOT3 nuovo e quindi puro.

IL CIRCUITO IDRAULICO
Si è evidenziata chiaramente nelle righe precedenti l'importanza del mantenimento della pressione nell'impianto durante l'esercizio. Un anello debole della catena è sicuramente il circuito vero e proprio: questo può essere costituito da elementi metallici rigidi, ma necessariamente deve presentare delle porzioni flessibili, quantomeno per seguire l'escursione delle sospensioni e i movimenti dello sterzo. E' evidente che le tubazioni devono coniugare una carta flessibilità con adeguata resistenza alla pressione, al fine di garantire la minima dilatazione possibile. Diversamente si avrebbe il cosiddetto "effetto polmone", vale a dire una risposta elastica del circuito in pressione con conseguente caduta dell'efficienza franante. Nella forma più elementare le tubazioni sono in gomma rinforzata e d'elevato spessore; tuttavia le migliori prestazioni si hanno con le cosiddette tubazioni aeronautiche, contraddistinte da un elemento interno in teflon e una calza esterna in treccia di acciaio inox cui è demandato il compito di contenere la dilatazione. Le moderne tecnologie hanno permesso di realizzare nuovi tipi di tubazioni caratterizzati da rivestimenti in fibre aramidiche (Kevlar®) oppure a base di fibre di carbonio. Tali componenti assommano ad una dilatazione limitata elevate caratteristiche di leggerezza e resistenza alle sollecitazioni e all'abrasione

dirtbag

Letto tutto d'un fiato, grazie per le ulteriori delucidazioni Ganfry.

Per quanto riguarda la "piega" presa dalla discussione, è inutile reprimere eventuali innalzamenti di toni perchè questi sono intrinsecamente collegati alla natura umana e non sarà certamente un moderatore o le regole di un forum a cambiare questa tendenza quindi, imho, se una discussione accesa che non scada nella maleducazione serve quindi tra persone civili serve a discernere una questione che non si presenta "elementare" per la maggior parte degli utenti, che ben venga!

Io ho imparato molto (magari a qualcuno non gliene fregherà nulla del perchè) sull'impianto frenante e sui suoi componenti. Avevo un'idea sbagliata perchè consideravo solo il principio di archimede senza pensare ad Henry (ahimè non ho ancora dato chimica) più tutta la storia sugli oli e sugli impianti.


In fondo il forum esiste anche per questo!
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dirtbag

Ragazzi, l'intervento di gianfry mi ha fatto ritornare alla mente un ricordo di quando facevo bike trial.

Si diceva (mai sperimentato personalmente e mai conosciuto qualcuno che lo facesse) che negli impianti idraulici delle bici da trial da competizione alcuni mettessero H2O al posto dell'olio perchè questa migliorava la reattività del freno.
Ovviamente un freno utilizzato nel trial non raggiunge alte temperature essendo tutto ON-OFF, è la minore viscosità dell'acqua rendeva la risposta della pinza più immediata.


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Il Regolarista

il signor topo gigio è un certo Zaniolo che è stato meccanico nel mondiale per un topolino che si chiama Matteo Rubin ..... io non son un tecnico e dico solo che in moto ci vado , ripeto questa "tecnica" personalmente a me ha portato sempre benefici , anzi per mia tranquillità in qualche gara bagnata la sera prima blocco la leva  e posso garantire che il giorno dopo la frenata è meno spugnosa e più pronta ..... e posso anche dire che sù pompe brembo la cosa funziona dì più.
i cavalieri di camelot vi aspettano fuori dai cancelli
membro di tana delle tigri ...... dio ci si arrapa con gli enduristi :)