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C'ERA UNA VOLTA...IL MOTOALPINISMO

Aperto da alves, Maggio 17, 2005, 09:12:34 AM

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alves

C’ERA UNA VOLTA….MOTOALPINISMO

Grande, grande enduro sabato scorso. Ne ho fatte tante (ma mai abbastanza!) di uscite nella mia carriera di endurista, ma quella di sabato 14 maggio ’05 la ricorderò a lungo, anche se non ho fatto nessun nuovo percorso, niente di epico o di eccezionale.
Ma andiamo con ordine. Il venerdì mi accordavo con Andrea K, il paladino delle trialere, l’alfiere dell’extreme più estreme, per tentare una qualche impresa eccezionale.
L’appuntamento era fissato per sabato mattina alle 8.30, ma la dea bendata, in quanto bendata, proprio non mi vedeva, ed infatti un improvviso contrattempo mi impediva all’ultimo di uscire la mattina. Per fortuna almeno al pomeriggio potevo rifarmi in qualche modo.
I miei soliti amici Diego e Paolo erano fermi anche loro, avrei comunque potuto aggregarmi alla compagnia di Pieve.
Purtroppo all’una in punto iniziava a piovere a dirotto; inoltre molti di loro oggi non sarebbero usciti, causa partecipazione alla 2° gara di Triveneto in programma il dì seguente ad Arsiè (BL); mi prendeva il panico di trovarmi solo come un cane ed allora mi attaccavo al telefono: L’Americano mi confermava la sua presenza, bene, almeno uno ci sarebbe stato!

RISCALDAMENTO

A Pieve ci trovavamo solo io e l’Americano, con la sua strapotente Husaberg 550.
Il cielo ci graziava di una pausa, ma le nubi si stavano solamente preparando per un’altra sventagliata di H2O.
Con un tempo così so che si può passare dove solitamente non si passa mai, causa presenza altri utenti della montagna.
Abbandoniamo la valle su classici sentierini da enduro, tracce di boscaioli e cacciatori che si inviluppano contorte nei boschi esplosi nel verde rigoglio della primavera, terra, fango, sassi viscidi, acqua dal cielo, dalle piante, dalla terra.
Ci portiamo in quota lungo una mulattiera tosta, un bel tratto che percorriamo in apnea per 10-15 minuti, prova speciale nel bosco. Il sentiero sale regolare il pendio, la pendenza non preoccupa, ma il fondo, sassi instabili, sassi fissi, fanghetto e a ricoprire tutto foglie marce, non permette assolutamente distrazioni, anche perché un dritto significherebbe precipitare in fondo alla valle.
Una pista più scorrevole ci porta fino alla località dove ho la mia dimora montana, e da li guadagniamo ancora quota lungo uno sterrato negli anni 70 percorso di gare da regolarità, ora ahimè vietato.
Presto abbandoniamo lo sterrato per un sentiero assai più intrigante.

VERSO LE CIME

Il sentiero corre tenacemente aggrappato al pendio, alternando tratti scorrevoli a serie di ripidi tornati dove girare la moto di forza:


Pausa nella salita

Nelle aperture del bosco le vedute eccezionali si sprecano, qui nelle luci terse dell’alba si vede Venezia;


Maestose montagne…


… e nude coste scoscese.


Il nostro sentiero, dove è più facile

In qualche tornate ci piantiamo, l’Americano fatica forse di più con la sua poderosa Husby, la mia piccola Hondina è più a suo agio in queste balze, ma l’Americano è uno che sa andare, da decenni, ed entrambi ne veniamo fuori da soli senza troppi patemi d’animo.


Passo XXX, 1500 m.s.l.m.

Ed ecco apparire il passo; ogni volta mi emoziono, è un luogo magico, incantato, lontano dal nostro tempo: 2 monti si toccano nella sella, non si vedono città e strade, solo labili tracce segnate sulla terra, i resti di un antico cimitero di guerra, una pozza per le vacche, un semplice cippo ricordo; la pace, ma qui morirono a centinaia.


Cippo in ricordo della battaglia


L’Americano si gode la pioggerellina!


Acqua sull’acqua nella pozza

La precipitazione si fa battente, abbandoniamo il passo per un antico sentiero che anno dopo anno scompare fra la vegetazione e le frane; costeggiamo resti di trincee, buche di bombe, muretti a secco colonne mozze, residui accumuli di neve, fino ad affacciarsi al grandioso anfiteatro dell’acrocoro sommitale: 


enorme dolina carsica

Solitamente, una volta giunto qui, scendo nel plateau (raggiungibile in auto), perché non oso raggiungere la cima del massiccio, meta di passeggiate storico-naturalistiche  e sede di un rifugio alpino; ma oggi, con un tempo da lupi, chi ci può essere lassù? Nessuno, e allora si va!

SOSPESI SOPRA UN FILO DI ROCCIA

Sotto una pioggia battente raggiungiamo la massima elevazione del massiccio a 1700 m.s.l.m.; sulla vetta sorge un forte, in realtà era una postazione di osservazione, di artiglieria e ricovero truppe; non ha niente a che vedere con le imponenti opere corazzate, ma nella nomea  popolare è ormai conosciuto come “forte”.
Una associazione storica locale lo ha avuto in gestione, pazientemente restaurato ed adattato a rifugio: hanno reso il luogo un angolo di paradiso, ma la loro presenza costante impedisce a noi fuoristradisti di salire lassù; 10 e più anni fa raggiunsi per la prima volta, col 125, il forte, era solo un ammasso di pietre, c’era la nebbia e non si capiva nemmeno che lì finiva il monte; trovai un vecchio operaio con l’Ape, lì per fare i primi lavori di manutenzione alla struttura; non gli detti fastidio, anzi, mi salutò cordialmente, come a dire che ero stato bravo con quel tempo ad arrivare lassù: provate a farlo ora e vedrete che vi dicono.
Ma sull’asta della bandiera c’è un inquietante adesivo: una moto da cross con scritte in tedesco! Anche qui le orde teutoniche tassellate stanno arrivando?
Dalle mie parte c’è sempre stato passaggio di motociclisti tedeschi, ma si trattava di stradisti o di grosse enduro BMW che si spingevano sul Pasubio per percorrere l’anello Strada degli Eroi-Strada degli Scarrubbi, una alta via simile agli itinerari nella Val di Susa, in piccolo.
Già questa presenza è stata nefasta, perché ha contribuito alla chiusura delle dette strade, ma almeno fuoristradisti cattivi e puri, con moto racing, non li ho mai visti; ma se questo adesivo dice la verità c’è da preoccuparsi: una invasione di enduristi stranieri romperebbe il precario equilibrio in valle, come accaduto al Brallo, all’Elba, e sarebbe la fine anche per noi locali.
Fermiamo l’invasore!!


Il Forte


Le moto dominano il mondo, l’Americano pesa la pioggia



Nuovo sistema anti-moto; non sono esperto d’armi, ma non mi pare un cannone del 15-18


La conca nella sua vastità, al centro la malga, poco dietro l’osservatorio astronomico


Ritornano gli austriaci!

Dal forte procediamo lungo il crinale massimo del monte, seguendo una eccezionale mulattiera di arroccamento scavata nella roccia; a destra continue testimonianze dell’opera fortificata, gallerie, postazioni, trincee, a sinistra centinaia di metri di precipizio; attraversiamo gallerie dove le moto passano appena, ogni spuntone del monte è traforato da gallerie per ogni dove; procediamo a passo d’uomo, ovviamente, la traccia è facilmente percorribile ma occorre prestare attenzione ai sassi umidi e alle radici traditrici.


Questo è il crinale da percorrere


Idem


Il monte da cui siamo appena scesi, notare le molte finestre nella roccia


Se non è motoalpinismo questo…


Il sentiero si infila nell’ennesima galleria


Sotto alle rocce


Pausa nella malga

Dalla malga un altro sentiero di guerra ci fa scendere ancora: credo che le foto parlino da sole.


Attacco del sentiero


Pioggia “a secià roverse”


Una sottile linea grigia fra il nero delle rocce


Idem


Un Americano sui dirupi


Idem

La nostra discesa non termina che in fondo valle, dopo 1.400 metri di dislivello; per una impestata mulattiera scendiamo in fondo alla valle; sono talmente bagnato che potrei a avere le rane dentro gli stivali!
Ritorniamo verso casa per un micidiale sentiero, ripido, terra friabile e sassi rotolanti, ma entrambi lo passiamo, l’Americano tribolando all’inizio, io sulla rampa finale e sotto un tronco caduto.
Un meraviglioso pomeriggio di enduro.

Ciao
Alves











Pablo

Che posti meravigliosi... che tranquillità...

Bellissima la foto "Acqua sull'acqua" mi piace da morire... rende proprio l'idea di quella quiete disturbata solo da quella silenziosa pioggia...

Stupendo... Che fortuna ragazzi!! Che fortuna...  :-*

Pablo


Giuro davanti a Dio: MAI e MAI Più...
Fino alla prossima volta!!

MAGRA

Bellissimo complimenti,

Belle foto bei paesaggi bei sentieri belle moto tutto bello tutto bello

MAnca solo una bella donna (potevi provvedere a fondo valle?!?)

complimenti ancora, spero di vederne altre al più presto

ciak

bellissimo giro, anche molto panoramico
in una giornata normale penso ti sarebbero venuti a prendere in elicottero... ;D ;D

io ero ad arsiè per le operazioni preeliminari e domenica per la gara
anche la gara è stata molto divertente e tosta

ROCKY

Bravi ragazzi!  :applausi: :applausi: :applausi:
Gran bella esperienza di motoalpinismo!  ;)

ROCKY
DOVE C'E' DELL'OFF....IO MI BUTTO!!.... :banana:
CFR 450 X - Africa Twin RD03 - KTM 690 Enduro R

masso

complimenti! bellissimi posti e bellissimo racconto!
..in effetti se era una giornata normale ti davano l'ergastolo!  :P
però che tranquillità esce dalle foto, veramente incantevole!
(quasi quasi mi faccio anche la mtb  ::))

masso
:mukka:     - KLE 500 '03 - XRV 750 '90  --  FIRENZE (ex XR 400)

duga84

Che spettacolo..!

Che sport meraviglioso l'enduro..riuscire ad arrivare in posti dove la maggior parte delle persone questi paesaggi li vedono solo in cartolina.. :-*
La vita l'è come la scala del polinar,in salita e pien de schiti!

XR 400 '01  ...e daichenemo!!

LucaXr

#7
Solo ora vedo queste foto...
Posti bellissimi e paesaggi veramente suggestivi, belle le foto, bravo il fotografo... e....BELLO L'ENDUROOOOO!!!!

Veramente, complimenti!!!  ;)

Ciao

LucaXr.