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RAIN MEN (come fare enduro con la pioggia ed essere felici)

Aperto da alves, Ottobre 25, 2005, 11:57:11 AM

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alves

RAIN MEN

In questa  fine estate inizio d’autunno credo di avere battuto il mio personale record di uscite “bagnate”:  tutte le ultime 7 giornate di enduro le ho passate sotto la pioggia!
Anche lo scorso sabato io e Diego ci si trovava sotto la pioggia; stavolta però mi sono fatto furbo, partendo da casa con indosso la fantastica tuta antiacqua della SPIDI.


La nostra uscita ha fin da subito carattere decisamente enduro duro: tanto per gradire un bel torrente da risalire


Le sponde sono altine…


…ogni tanto riemergiamo dalla foresta pluviale, ma dura poco…


…infatti ecco Diego in difficoltà su una “pontara” del sentiero…


….non male, vero?


Diego “nun Cè, nun Cè!”


Cè, Diego Cè!!!


M’impenna in uscita dal tornante il ragazzo…troppo veloce anche per la fotocamera digitale!

Dalla Valleogra raggiungiamo lo spartiacque con la valle dell’Agno, al cospetto delle cime delle Piccole Dolomiti; da lì scatta la lunga discesa su Recoaro Terme.


AlveX in traversing


Monte Fumante, mai nome fu più appropriato.

La discesa del sentiero ci riservava uno spettacolo inconsueto; da ogni più piccola fessura del terreno sgorgava copiosa l’acqua, le vasche delle antiche contrade tracimavano acqua all’esterno, i sentieri parevano torrenti, e il piccolo rio che di solito guadiamo ad occhi chiusi si presentava cosi:


Un simpatico guado a Y


Diego sgomma, impenna, va a manetta…


Alvex ne approfitta per lavarsi gli stivali e si ferma giusto al centro del rio!

Ma questo guado era niente; dopo poche centinaia di metri c’era l’Agno di Rotolon, uno dei 2 rami ( con l’Agno di Lora) che formano appunto il torrente Agno.


Sembra una cazzata, ma la corrente era veramente forte.


Diego sempre sgomma, impenna, va a manetta…


…poi si rotola nei sassi felice!


AlveX con stile da bradipo avanza cauto…


… e nel ramo secondario si ferma pure a spingere!


BECCATI!!

Dopo aver guadato il Rotolon, il sentiero confluisce in una ripida e larga sterrata ghiaiosa, ad uso dei mezzi da cantiere che frequentemente sono chiamati a risistemare gli argini del caotico e ribelle torrente.
Mentre Diego armeggia con casco e cerata, io riparto e scendo la diritta strada assecondato dalla gravità, lasciando la moto scorrere in 4° marcia, senza accelerare; arrivato nei pressi della pista da cross di Recoaro Terme, l’impianto autorizzato di Prè d’Avanti, mi fermavo ad attendere Diego.
È un percorso favoloso, con tutti quei salitoni e discesoni, e la cornice paesaggistica non è da meno; forse a causa di quest’ultima caratteristica, purtroppo l’attività crossistica è fortemente ridotta sull’impianto: la pista non effettua libera apertura al pubblico, ci si svolgono solo gare, e neppure molte; forse solo in un paio di occasioni all’anno apre i cancelli ai dilettanti.



Non male come pista da cross!

Mentre scatto le foto Diego non  arriva, passano i minuti e alla fine mi risolvo a tornare a cercarlo; lo vedo fermo in mezzo alla strada, e quando sono più vicino un individuo in mimetica verde appare da dietro un cumulo di terra di riporto: è un Forestale, ca**o!
Non ho scampo, quello mi mostra la paletta, e mi chiede i documenti; Diego tenta di negare di conoscermi, per salvarmi la pelle: sulla sterrata non c’è divieto, se crede che sto salendo può solo avvertirmi che a monte non si può proseguire.
Ma la storia non regge; il forestale era parcheggiato con il suo Land Rover nel cortile di una casa diroccata a fianco della strada; io non lo avevo nemmeno visto, lui mi aveva sentito e visto passare ma non aveva fatto in tempo a fermarmi; Ovviamente aveva capito che provenivamo entrambi dal guado, cioè da un sentiero vietato.
Io osservo che sulla strada sterrata è permesso andare, ma lui obietta che se scendiamo da li siamo passati dal sentiero; faccio notare che all’inizio del sentiero non c’era nessun cartello, ma lui inflessibile replica che non si può andare in moto in nessun sentiero.
Avrei voluto replicare che noi avremmo potuto essere saliti dalla sterrata per poi ridiscenderla, senza toccare il famigerato sentiero: in fondo lui ci stava multando per supposizione, non ci aveva materialmente visto passare dal sentiero, di questo ero sicuro.
Poi ho deciso di lasciar perdere: non potevo sapere se lui era appostato lì da 1 0 5 ore, ad attendere motociclisti, bracconieri, fungaioli di frodo; e non era credibile che noi fossimo fermi da ore al termine della sterrata.
Diego supplica il forestale di farci una multa solo, argomentando che siamo persone per bene, andiamo piano, ecc., ecc.; quello gli risponde un “vedremo…” che poi diventa realtà.
Abbiamo infranto delle norme relative al “vincolo idrogeologico”, non del codice della strada, e la multa va dai 51 ai 512 €, passando dal doppio del minino (102 €) ai  due terzi del massimo (340 €); ma ci spiega che la legge impone di dare l’importo più favorevole al trasgressore, ma non il minimo, che non si da ( e allora che ca**o ci sta a fare?), insomma ci becchiamo 102 €, ma ci grazia multando solo 1, quindi 51 € a cranio; “In fondo è veramente raro che riesca a fermarvi, di solito scappano tutti!” .
Essere educati, in regola nei mezzi e documenti, calmi e rispettosi, e soprattutto in numero esiguo, ha pagato anche stavolta: se avesse fermato un gruppone di 10-12 moto sarebbe stato una mattanza; evidentemente noi enduristi abbiamo la coscienza sporca, tanti, troppi, forse la maggioranza si comportano come dei fuorilegge, e ciò fa solo incazzare di più i forestali.
Parlando col milite, ammetto che la legge e legge e l’infrazione era palese, ma venire multati per danni a zone sotto vincolo idrogeologico, per 4 sassi spostati dalle nostre moto nel torrente, quando il Rotolon scarica a valle migliaia di ettolitri di acqua che spaccano le montagne, è un po’ ipocrita.
Il tizio mi da ragione e conclude “ Cosa volete farci, è il mio lavoro…?”
Nota finale, mentre ci multava tutto attorno una vera e propria artiglieria stava abbattendo chissà quanti volatili, cacciabili e non: ma sono le moto il nemico number one!


Ecco, da 6 km di distanza, lo squarcio marrone nella vale creato da l torrente Rotolon; circa a metà della striscia marrone siamo stati multati: alla faccia del dissesto idrogeologico causato dalle moto!

Comprensibilmente mogi, continuavamo il nostro giro, evitando pezzi illegali.
Passavamo ai piedi della Catena delle 3 Croci, percorrendo unaa suggestiva sterrata fra gli alpeggi, fino alla stazione sciistica di Recoaro 1000. Da essa, per sentieri a prova di forestali ( cioè impercorribili da 4x4) scendevamo a Valdagno e indi scollinavamo in Valleogra, a casa.


La prova del reato!


L’Enduro si fa in piedi!


Cima…boh?


Se mai passerete di qua, non affannatevi a cercare questo incantevole laghetto; trattasi di una dolina il cui fondo, talmente saturo d’acqua, non riesce più ad assorbire l’acqua, che accumulandosi ha formato un laghetto; fra qualche settimana non ci sarà più!


Cascate


Conca di Pizzegoro, altresì nota come Recoaro 1000, poco nota stazione sciistica.

Ciao
Alves



MartY


Webbo

Caspita che sfi... sfortuna..

meno male che la cifra non è stata esosa..

come di consueto le foto sono molto belle, e i paesaggi ritratti non sono da meno.

Ottimo report come sempre Alves.

una bravo anche a Diego che si presta a fare da "modello"...
Per cortesia non contattatemi in privato (via PM o mail) per aiuto o consulenze tecniche, postate pubblicamente, e se vi posso aiutare lo farò volentieri.