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ALVES, DIEGO E LA C.C.V. (CELLULA CINGHIALI VENETI)

Aperto da alves, Novembre 02, 2005, 17:26:25 PM

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alves

MASSACRO

Sabato scorso, trovandomi solo per l’indomani, telefonavo a Lorenz, che mi invitava ad aggregarmi a loro l’indomani mattina; del gruppone facente parte della CCV (Cellula Cinghiali Veneta) ci sarebbero stati solo lui, su TT-R600, Hurrycane, su TT-E 600, e Ruggero, su KTM LC4 620.
davo la conferma della mia presenza; poi mi chiamava Diego e pure lui si aggregava.
Alle 9.00 in punto ci troviamo al bar, dove Hurrycane ha ancora la brioche in bocca; Lorenz ci raggiunge in pochi minuti, mentre Ruggero ci aspetta a Piovene Rocchette; ovvia deduzione che da Piovene, porta d’accesso all’Altopiano di Asiago, ci si dirigerà verso le sterrate militari della zona.
Ma per raggiungere Piovene propongo ai compagni un sentiero in costa al vicino monte Summano, invece della noiosa statale in pianura. Tale sentiero si innalza dolcemente dal piano, senza mai presentare tornanti o curve strette; in alcuni punti è in trincea, in altri si presenta esposto sul burrone ma comunque largo abbastanza da non mettere in crisi il pilota; il fondo è in pietra, abbastanza consistente, esposto a sud quindi con poche ore di luce è già asciutto.
Pensavo fosse alla portata delle TT-R, ma mi sbagliavo; soprattutto all’inizio ci sono dei piccoli strappi, io e Diego passavamo incolumi, ma dei Cinghiali nessuna traccia; scendevo ad attenderli e dopo qualche minuto sentivo il grufolare lento dei 4T Yamaha; il primo ad apparire dalla curva era Lorenz, lento, troppo lento, ed infatti si fermava sotto alla pontara (salita) e il TT si spegneva.
Iniziava una sfiancante seduta di pedalate per riavviare il mono Yamaha, ma non c’era verso che il motore si accendesse.
Il pilota, spossato, cede a me la pedivella, ma dopo pochi tentativi rinuncio: il TT-R non ha il decompressore manuale, solo l’automatico, e senza non riesco a lavorare, la leva prende una compressione esagerata, tanto che devo far leva con tutto il peso del corpo per abbassarla!
ca**o, sta moto è fra le peggiori che abbia mai acceso a pedale, con le XR600, i TT d’annata, perfino con le Husqvarna era più facile!
Passo la patata bollente a Hurrycane, che con perizia riesca da accendere il TT.
Lorenz riparte, ma il TT monta delle orride gomme Pirelli MT21 con i tasselli spianati, se accelera troppo perde aderenza, ma se va troppo piano, non ha inerzia per salire; inevitabilmente dopo tre metri lo sventurato si ferma e cade rovinosamente a terra.
La fotocopia di quanto appena successo: io e Hurrycane a tenere il TT, Lorenz che lo riavvia, io e Hurrycane che spingiamo il quintale e mezzo di moto finché non trova slancio per raggiungere il piano!
E resta Hurrycane, ma il regolarista che è in lui si esprima al meglio: nonostante il suo TT-E sia ancor più pesante del TT-R, grazie all’avviamento elettrico il proprietario si risparmia l’energia dell’avviamento a pedale, ficca dentro al prima e sale a 2 km orari, aiutato dalle ottime (e nuove) Michelin Enduro Competition che “calza”.
Notevole prestazione!   


Ecco il sentiero 


In attesa dei dispersi


Lorenz arranca…


…e si ferma; dietro di lui Hurrycane in stand-by.


La caduta di Lorenz

Dopo poche decine di metri ci si presenta davanti un’atra pontara, e anche in questa Lorenz soccombe, con l’unica differenza che cade a sinistra invece che a destra: in tal modo riesce ad assassinare leva frizione e frecce su entrambi i lati.
Solita sessione di avviamenti a vuoto, finché in 4 tiriamo su di peso il TT; anche qui Hurrycane ci fa un bel numero nel superare la S in salita del sentiero.


In cima alla seconda pontara-Lorenz che tenta di avviare il TT


Hurrycane is coming…


…zampa in fuori…


…c’è…


…e piroettando le gambe arriva in cima!

SECCESSIONE

La discesa verso Piovene non è da meno, su mulattiera sassosa, dal fondo rotto e spaccato. Hurrycane è entusiasta, Lorenz è rosso come un pomodoro e sbuffante come una teiera sul punto di scoppiare.
Al distributore incontriamo Ruggero, in trepidante attesa da mezzora; per coprire una distanza di 9 km (ma di fuoristrada saranno stati al massimo 4!) ci abbiamo impiegato 45 minuti: un bel record!
Ma la nuova sorpresa è che Ruggero non ha al suo fianco la ex-moto del mio amico Paolo, il poderoso KTM LC4 620, ma una paciosa Honda Dominator, con gomme tassellate letteralmente piallate al centro del battistrada, da quanto usate sono.
Il mio Amico Paolo aveva venduto il 620 perché non me potevo più del peso, dell’ingombro, del micidiale avviamento a pedale a sinistra del mono KTM, ed è passato al Kappa EXC520. Ruggero, dopo aver partecipato con Hurrycane alla Cavalcata del Tartufo dove, parole loro, li hanno passati tutti, esausto ha messo in vendita il K ed i capo a 3 giorni l’ha venduto; ora medita l’acquisto di un CRF, o un WR, o un K 450, insomma si da alla competizione; prima tappa l’indomani da Picco, per vedere un WRF450. Nel frattempo, per non stare fermo, ha riesumato la sua prima moto, il Dominator.
Col Dommy era un bel problema: le mule che avevo in mente, fattibili anche col TT-R, magari con un po’ di fatica, erano improponibili per l’Honda. Mi seccava fare lo st****o ed andarmene ma Hurrycane faceva il mediatore, diceva che ad andare via tutti assieme noi avremmo avuto il giro rovinato e loro non avrebbero potuto tenere il nostro ritmo, con Ruggero con quel mezzo: non si sarebbero divertiti; pertanto suggeriva di dividerci.
E così facevamo.
Loro tre puntavo verso Monte Corno, noi restavamo in zona Costo ad affrontare un paio di terribili mulattiere.

IL CAMISIN, IL CAGAIOLO E IL COSTO MAGRO

Ci inoltravamo nelle pendici meridionale dell’Altipiano dei Sette Comuni; purtroppo la splendida giornata autunnale aveva riempito i boschi di cacciatori, camminatori, raccoglitori di castagne, cosa che mi mette sempre ansia.
Dopo esserci portati in quota per una recentissima sterrata, aperta di recente, scendevamo precipitosamente a valle per il Camisin, o meglio su quello che rimane del sentiero, visto che la strada sterrata ne ricalca in parte il tracciato.
Nella discesa incrociavamo un gruppetto di cacciatori che ci faceva la paternale “Se lo sappiamo che non possiamo andare lì in moto” e “Che lui è in Comune”; per fortuna però si accorgevano che Diego aveva fatto su un filo di ferro nella ruota, e lo avvertivano del pericolo.


Alves scende dal Camisin


Idem per Diego

Scesi in paese, un breve trasferimento su asfalto ci portava all’imbocco del Cagaiolo: trattasi inizialmente di sterrata che si inoltra negli appezzamenti boschivi della zona, per poi inerpicarsi sugli scabri pendii dell’Altipiano.


Il punto più bello del Cagaiolo, un filo teso fra le rocce


Occhio alle vertigini!


Non sembra, ma il sentiero c’è!

In uscita dal Cagaiolo mi cadeva l’XR, rompendo il paramani, ma poco male, si proseguiva verso il Costo Magro.
Il Costo Magro è una famosissima mulattiera, conosciuta in tutto il Veneto. Da decenni è frequentata dai regolaristi, tutti ne hanno almeno sentito parlare, sempre in termini mitici. Esiste perfino una guida per camminatori, pubblicata qualche anno fa, dove si descriveva tale itinerario, specificando che nei fine settimana la passeggiata è disturbata dal transito dei “Motocross” e corredato con tanto di foto di 2 KTM d’epoca fotografati sulla mulattiera!
Anno dopo anno diventa sempre peggio, stretta, piena di sassi enormi e gradini altissimi; l’ho fatta integralmente solo in discesa,  in salita solo a metà, fino ad una deviazione che conduce rapidamente all’asfalto.
Anche stavolta abbiamo salito solo il primo pezzo:


Diego in Costo Magro


Idem


Il caratteristico fondo del Costo Magro, nel tratto migliore

I VIGILANTES DI BOCCHETTA PAU’

Dopo il bagno di sudore sul Costo Magro, ci dirigevamo verso Monte Corno, sulle tipiche sterrate militari della zona, per vedere se incontravamo i Cinghiali al bar.
A Monte Corno incrociavamo 2 quad e una coppia su Honda CRF230 Easy, ma dei Ttisti nessuna traccia.
Proseguivamo sulle sterrate della zona verso Bocchetta Paù.
Questa località è un balcone naturale sulla pianura sottostante, 1.000 metri più in basso; il pianoro è occupato da una grande pozza di abbeveramento per le vacche, circoscritta da una sterrata, ovviamente vietata al transito; in fondo il pianoro è chiuso da un massiccio muro in pietra, per impedire alle mucche di cadere nel precipizio. Una scalinata in legno supera il muro, per permettere agli escursionisti di accedere al vertiginoso sentiero che cala a valle; ovviamente nostra intenzione era fare quel sentiero.
La busa però è affollata da escursionisti a piedi e in bici che ammirano il panorama; decidiamo di attendere che le persone sfollino, non sarebbe simpatico farci vedere mentre issiamo di peso le moto oltre il muretto e ci lanciamo nel precipizio. I ciclisti se ne vanno, alcuni turisti montano nelle auto e se ne vanno; arrivano altri escursionisti, si fermano sul ciglio del monte, guardano il panorama e lentamente se ne vanno; ma 2 persone sono sempre ferme, sul lato opposto della pozza rispetto al nostro.
Questi 2 individui non sono fermi sul ciglio ad ammirare il panorama, ma stazionano sulla sterrata, dal lato opposto della pozza rispetto al nostro; non capiamo cosa facciano lì , in piedi.
Uno sembra vestito di marrone verde, l’altro di bianco nero, ma siamo troppo distanti per distinguerli bene; i minuti passano, tutti se ne vanno, rimaniamo io, Diego e i 2 misteriosi personaggi a 200 metri di distanza.
Siamo fermi da oltre un quarto d’ora, i 2 tizi non se ne vanno ed allora concludiamo che sicuramente sono guardie ecologiche, venatorie o forestali, e ci stanno aspettando per fregarci.
Giriamo le moto e ci avviamo verso il Costo fino alla pianura.




sulle sterrate dell’Altipiano


Bocchetta Paù, la busa, il divieto, il cippo, il muro sullo sfondo, il passaggio.


I vigilantes misteriosi


Ed ecco la Bocchetta Paù vista dal basso: per colpa di quei 2 guastafeste ci siamo persi la discesa da tale meraviglia.

E I CINGHIALI?

Il pomeriggio, verso le 17.00, mentre ero in terrazza mi vedevo passare sotto casa il TT-R blu di Lorenz:”’azzo, ancora in giro da stamattina, si sono rifatti i ragazzi!” pensavo.
Ma la verità la scoprivo solo il giorno dopo, passando nella sua bottega.
I 3 amici a Monte Corno non ci sono mai arrivati; anche loro hanno puntato verso Bocchetta Paù, da cui contavano di raggiungere Monte Corno: il giro inverso al nostro.
Ma una volta in altipiano Hurrycane forava: pare sia una sua abitudine; tentavano la riparazione ma senza esito, addirittura scendevano in paese da un meccanico ma stà gomma restava “sbusa”.
In tal modo si mangiavano tutta la mattina, e verso mezzogiorno rientravano a Schio, Hurrycane da passeggero, dato che aveva abbandonato il ferro in Altipiano, recuperato nei giorni successivi.
Nel pomeriggio Lorenz ha preso la moto e si è fatto in solitaria un giretto nelle colline scledensi di un paio d’ore, per questo lo avevo visto passare sotto casa mia.
Che tribolata la vita dell’endurista!

Ciao
Alves



uncleroby

Caro Alves,

Anche io ho tribulato non poco in un bosco per accendere un TT-R... a proposito il decompressore automatico (collegato alla pedivella) può essere trasformato in manuale.

Così capisci la dura vita di chi porta un motorone in fuoristrada, io quando provo il 400 di Dan mi sembra di usare un trial...

Uncleroby
The rule is to improvise, adapt, overcome!

Pablo

I miei complimenti... Report sempre dettagliati nei minimi particolari!!
E ovviamenti posti incantevoli...

Sembra dalle immagini tutto m,olto semplice, ma... voci di corridoio mi hanno detto che i percorsi che va ALVES sono da JLC (JIL LALAY CLASSIC) si scriverà così?
Si spinge e anche di brutto...

Peccato che le foto appiattiascano sempre tutto!!

Pablo


Giuro davanti a Dio: MAI e MAI Più...
Fino alla prossima volta!!

Stefano80

i report di Alves sono sempre i più belli!!

per il TT-R posso confermare che il decompressore automatico è una vera porcheria, io facevo fatica ad accenderla su asfalto!!!
sul mio TT 350 il sistema è simile ma più funzionale..  l'ho comnque convertito a manuale con una semplice levetta della domino sul manubrio ed un cavetto...  ora è tutta un altra cosa!!!
so per certo che si può fare anche sul T-R 600 perchè lo ha fatto un mio amico..  la levetta ha poca corsa e rimane un po dura, ma funziona egregiamente!!!
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ROBY_HRC

...ciao!
davvero spettacolo il report!
posti fantastici!che sport l'enduro!!

ciao roby
.........DALLE VALLI BERGAMASCHE CON FURORE.......

forgone

sei impietoso con il povero TT.... è una moto che pochi amano e sanno portare.......

alves

Citazione di: forgone il Gennaio 16, 2006, 23:35:41 PM
sei impietoso con il povero TT.... è una moto che pochi amano e sanno portare.......

Non ce l’ho con il TT, assolutamente!
Prova ne è che ho ampiamente elogiato Hurrycane, che col TTE (che se non ricordo male dovrebbe pesare sui 155 contro i 145 kg del TTR) è salito alla grande.
Lorenz era troppo penalizzato dalle gomme, le MT21, non adatte al fuoristrada duro; poi le sue probabilmente erano anche troppo gonfie. Hurrycane, con le tue Excella, aveva un ottimo grip.
L’avviamento per me era pessimo, ma poi Hurrycane l’ha acceso: bisogna conoscerla.

Non è vero che pochi la amano: per anni è stata la più venduta delle enduro (parlo del TTR dal 97 in poi). Poi è stata surclassata dalle nuove moto racing, ma come dual sport resta insuperabile.

Il mio amico Andrea, prima di passare al K250 4T, aveva un TTR come il tuo: non hai idea di come e dove lo portava…ed è un ragazzo con il fisico da fantino!
Comunque anche tu te la cavavi egregiamente sul Po, veramente, complimenti.

Ciao
Alves

forgone