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4 VALLI IN 4 ORE

Aperto da alves, Marzo 15, 2006, 15:38:27 PM

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alves

4 VALLI IN 4 ORE

Giro tirato quello di sabato 11 marzo ’06, nemmeno fossimo in prova speciale.
Come al solito eravamo io e Diego, ma avrebbe dovuto esserci anche il nostro compare Paolo K520, con il bombardone fresco fresco di revisione alle sospensioni, effettuata da un noto specialista del vicentino.
Essendo Paolo sprovvisto di gancio traino, mi incaricavo io di portargli la moto dal meccanico, e di riportarla a casa; nel far questo non mi accorgevo di pizzicare con il gancio della cinghia il tubo della frizione idraulica, mettendola fuori uso; il povero Paolo si accorgeva di ciò solo un’ora prima della partenza, e in un diluvio di porchi e bestemmie rinunciava al giro.
Povero Paolo, era bravo a non spezzarmi le gambe!
Si partiva quindi da soli.
Diego mi mostrava nuovi impensabili sentierini ai margini dell’abitato, al limitare di campi e bosco: per la serie c’è più tra 0 e 1 che tra 1 e 100!
Eccolo in azione, al secondo tentativo dopo una caduta, su un pendio molto ripido e dal fondo soffice (mannaggia alla digitale che appiattisce!):


Un passo a destra…


…e uno a sinistra…


…sinistra…


…bello carico sulle pedane.

Alzandoci di quota il percorsi si faceva più interessante, con passaggi guidati:



Piccolo guado seguito da canalone rampone



La mia esecuzione del “pezzo” non è stata delle più felici!

Con una buona dose di fatica mi toglievo dall’impiccio e potevamo finalmente raggiungere il passo Zovo, sui 700 m.s.l.m., collegamento tra la Valleogra e la Valle dell’Agno, cardine di tate uscite fuoristrada.
Noi si scendeva, prima per sentiero, poi per mulattiera, fino al fondovalle dell’Agno, e si attaccava il versante opposto della valle, verso lo Zovo di Castelvecchio, passaggio tra la Valle dell’Agno e la Valle del Chiampo.
Ogni passo, che sia a 3.000 come a 300 metri, è sempre un luogo suggestivo ed allettante, una porta che collega piccoli mondi diversi: ogni vallata delle nostre Alpi è diversa dall’altra, anche solo attraversarne in sequenza 2 o 3 è compire un mini viaggio.
Poi mi affascinano i nomi dei passi, ce ne sono di bellissimi, ed ognuno ha una storia; anche la stessa parola “passo” viene declinata in tanti modi diversi: Passo, Colle, Sella, Colla, Giogo, Foce, ecc.; in alta Valleogra abbiamo nel raggio di pochi km 2 passi “Zovo”, 1 passo Xon, 1 passo Xomo: etimologia simile.
Dallo Zovo di Castelvecchio scendevamo verso Crespadoro, paese dell’alta Val Chiampo, famoso per i “cornioli”, i più raffinati nel parlare diranno “Escargot”, in pratica lumache da mangiare: solo il pensiero mi da il vomito!


Discesa nella valle del Chiampo



Traversing sul ponte


Il ridente paese di Crespadoro con Cima Marana innevata

Girare in fuoristrada porta spesso ad incappare in situazioni fuori dall’ordinario, anomale, surreali; cos’altro dire quando in culo ad una misconosciuta valle veneta si capita in mezzo ad una partita di cricket in pieno svolgimento?
In un prato dietro la contrada un gruppo di immigrati, all’apparenza indiani o pakistani, è assai preso da questo gioco simile al baseball, giocato con una mazza piatta e con paletti piantati in terra; attorno ragazzini di colore guardano i loro grandi giocare, e i pochi vecchi di origine veneta che abitano questi luoghi osservano lo strano gioco mentre tagliano la legna.
Nell’alta valle del Chiampo è massiccia la presenza di immigrati, in alcuni paesi sono il 10% della popolazione, che si adattano al faticoso e schifoso lavoro nelle numerose concerie della zona. Anni fa passai in una contrada interamente abitata da Sikh, quella popolazione indiana i cui maschi hanno sempre in testa il turbante e non lo levano mai.


Il gioco più tipico dell’alto vicentino: una bella partita di cricket nel campo dietro la contrada!

Lasciata la partita saliamo verso Bolca, già in terra di Verona; Il paese è famoso per i ritrovamenti di fossili in una cava, la “Pesciaia”; c’è pure un museo.
Non riusciamo a raggiungere il centro del paese, la neve ancora abbondante ce lo impedisce, tentiamo la salita aprendo a colpi di frizione una via nella neve, ma abbandoniamo prima di cucinare frizione e motore; poco ci importa, la nostra direzione è verso la pianura, lungo la dorsale montuosa collinare che separa la vicentina Val Chiampo dalla veronese Valle dell’Alpone. 
Un percorso molto bello, sempre in cresta, a volte attraverso boschi dove il fango la fa da padrone, a volte in ariosi prati da cui si domina entrambi le valli; a volte su carrarecce, altre su esili monotracccia segnati dal passaggi delle 2 ruote da fuoristrada.


Anche nel Veronese la neve non perdona


Carrareccia fangosa


Il povero Diego non vede questo veicolo e l’urto è inevitabile; nessun danno al WR (prova della affidabilità e robustezza YAMAHA) ma gravi danni per il 128 FIAT!


La pista diventa un mono-track con rovi famelici di strappare le carni all’endurista…


…ma Alvex ci si avventura coraggioso.


Panorama tipico del percorso: panettoni erbosi…


…oppure il densamente urbanizzato fondovalle.

Giunti in vetta al monte Calvarina ci fermavamo per il meritato ristoro.
La vetta di questo monticciolo è occupata da una base militare in disarmo; la maggior parte del perimetro è chiusa e fatiscente, ma una parte della struttura è stata recuperata e c’è un bar trattoria di quelli che piacciono a me, grezzi, alla buona, dove puoi entrare sporco da fuoristrada e farti un panino. Dentro quasi mi commuovo: c’è già il forno della pizza che arde, sul bancone del bar c’è la torta fatta in casa e le uova sode come in ogni osteria veneta che si rispetti. Sarei quasi tentato dalle uova con un “goto” di verduzzo, ma in questi tempi di epidemia aviaria opto per un più salutare caffè accompagnato dalla torta della nonna.
Scendiamo in fondovalle velocemente: avendo più tempo si potrebbe fare il ritorno risalendo la dorsale opposta della valle, ma quando si ha fretta la via maestra sono i fiumi.
Imbocchiamo quindi l’argine del torrente, percorrendo una ampia fascia fluviale, un delta interno di canali intrecciati e zone paludose.
La zona abbonda di tracce di fuoristrada, a 2 e 4 ruote, di pistine da cross abusive e pure campetti da trial; ogni volta che ci passo c’è sempre qualche moto che ci gira, perlopiù cross, ovviamente non targati.
La valle dell’Agno ha una grande tradizione di cross, nei vari motoclub (Il Grifo, MC Cornedo, MC Brogliano, MC Recoaro) e con molti impianti ufficiali (Recoaro “Prè d’Avanti”, Cornedo “Omo della Roccia”, Montorso “I Girasoli”).
Ma questo non facica credere che la situazione sia rosea, anzi: dei 3 impianti citati, solo l’ultimo funziona regolarmente, gli altri hanno mille problemi e forse a breve chiuderanno; l’area del fiume  è nel mirino del WWF, ci svernano gli uccelli migratori; i vari comuni hanno costruito piste ciclabili e pedonali lungo tutto il corso del torrente.
Non me la sento mai di fermarmi a lungo nella zona, temo sempre l’arrivo di qualche guardia a inchiappettare i crossisti, che a dire il vero se lo meriterebbero!
Da quando hanno fatto la ciclabile sulla sponda sinistra, evito accuratamente quel lato e preferisco percorrere la sponda destra, anche se più contorta per la presenza di numerosi affluenti e rogge.
Ebbene, mentre io e Diego cercavamo un guado, vedevamo sull’altro lato del fiume 3 crossisti passare tranquilli fra le persone a passeggio per recarsi in una pistina proprio sotto alla passeggiata!
Idem per 2 minicrossisti indiavolati che giravano sotto gli occhi dei genitori, a 5 metri dal passeggio!


Molteplici canali del fiume   




Un consunto ponticciolo ci permette di scavalcare un canale inguadabile…


…con qualche piccola acrobazia al termine.


mono traccia erbosa sull’argine


Fauna tipica: crossisti in erba; fuoricampo un nutrito gruppo di genitori seguiva le evoluzioni della prole, incuranti del fatto che rompessero le palle ai passeggiatori in cima al terrapieno dell’argine sullo sfondo.


Più a monte ci sono pure i trialisti, padre e figlio.


Pistoni dal fondo compatto, ma il boschetto a destra nasconde pistine da cross fangosissime.

Ci concediamo qualche divagazione nelle pistine, bucate da solchi profondissimi e incise da whoops micidiali, poi lasciamo la Valle dell’Agno tramite l’unico trasferimento su asfalto di una certa entità della giornata, il valico di Priabona, e riprendiamo a fuoristradare in Valleogra; proprio quando il giro è quasi finito, nell’attraversare un campo finisco nei fanghi mobili a fianco della carrareccia; Di motore proprio non si sposta, solo con l’aiuto di Diego riesco a toglierla dalla fossa.


INAMOVIBILE!


Marron glassè

Il mio giro finisce qui, devo andare all’autolavaggio, non posso mettere la moto in casa in queste condizioni. Ma all’auto lavaggio cosa trovo? La Fila dei tamarri con il Peugeot 206 e le Punto taroccate (tuning per fare i fighi), tutti a lucidare a spcecchio le loro scatolette di lamiera!
Fanculo, la moto la lavo domani!

Ciao
Alves

Il Regolarista

i cavalieri di camelot vi aspettano fuori dai cancelli
membro di tana delle tigri ...... dio ci si arrapa con gli enduristi :)

Frasca

dalle foto sembra davvero un giro piacevole.....la prossima volta mi devi dare qualche indicazione o riferimento che magari lo provo ad intercettare partendo dalle mie parti!

Sbato che prg hai?

Il Regolarista

Frasca lascialo stare che tiene la casa da pagare  ;D ;D ;) ;) ...... grande Alves un giorno l' ho trovatoa vicenza che sbavava davanti alla vetrina del negozio di Pregeli ammirato e ammaliato da un S.W.M. silver-vase e un Ancilotti prima serie ..... siamo malati  :-* :-*
i cavalieri di camelot vi aspettano fuori dai cancelli
membro di tana delle tigri ...... dio ci si arrapa con gli enduristi :)

guigon

belle foto ragaxi complimenti... 8)

alves

Citazione di: Frasca il Marzo 16, 2006, 13:56:56 PM
la prossima volta mi devi dare qualche indicazione o riferimento che magari lo provo ad intercettare partendo dalle mie parti!

Dalle tue parti è facile...sono le tue parti!
Ti darò qualche info di persona.

Citazione di: Frasca il Marzo 16, 2006, 13:56:56 PM
Sbato che prg hai?

Ancora non lo so, esco forse mattina, forse pomeriggio; comunque giro breve e dalle mie parti con il solito Diego e un vecchio amico col Kappone.
Ciao
Alves