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Tunisia, 1° Desert Tour. Il report

Aperto da Fred Krueger, Aprile 22, 2007, 13:31:03 PM

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Fred Krueger


Chi è: Predator/SuperGilberto
Come il lungocrinito alieno rasta dell’omomimo film con Swarzenegger, ha fatto razzia di ogni ben di Dio, è andato in Africa per conquistare. Ha saccheggiato ristoranti, negozi di souvenir, interi villaggi. Poi il destino beffardo gli ha scostato il filtro dell’aria quel tanto che bastava a fare un bel disastro, con la sua XR che piangeva olio.
Prima che ciò succedesse, e anche dopo (con le moto che gli sono state cedute in prestito), si è divertito come un bambino al parco giochi, iniziava a scorrazzare fra le dune prima degli altri e quando si arrivava al campo alla sera, lui era ancora lì che si divertiva.
Proprio come SuperGilberto, il nipote di SuperPippo, solo che non capivamo quando mangiava le arachidi, perchè non l'abbiamo mai visto. I superpoteri li aveva però.
Qualcuno gridava ‘Spegnete Jil!’, e allora erano necessari i dardi soporiferi, che le guide gli sparavano con perizia.
È sicuramente quello che si è divertito più di tutti, nonostante il pesante fardello di dover insegnare i primi rudimenti di guida al Furiano (‘Perché è andato a finire lì, quello lì?), nonostante il put-pourri di pistone e cilindro, nonostante gli aiuti agli insabbiati gli siano costati garze, bende e qualche impropero…
Moto: XR 600R col manubrio rachitico e il pistone asfittico.
Danni: Alla moto inestimabili, come danno biologico un’unghia strappata.
Pro: Uno che il gas lo dà senza remore, dalla mattina alla sera. E uno che quando ti spiega le cose ti incanta (è uno ‘studiato’!)
Contro: Non riesce a stare fermo! Derapava e saltava anche nel sonno, e ha distrutto due tende per questo.
Ipse Dixit: ‘Furiano, altre quattro dune e finivi in Algeria, che te le spiego a fare le cose?’ 

Francesco Ioni, per gli amici Checco. Beta RR 4e½. Fschhh
'Once run the dog, once escape the rabbit'

Fred Krueger


Chi è: Uno dei pochi rimpianti di quest’avventura.
Abbiamo fatto mesi a parlare solo di questo viaggio, in ogni dove ed in ogni momento: al cinema (poi ci cacciavano via) e, mentre faceva l’amore con la sua ragazza, a volte mi telefonava per dirmi che la chiave candela la portava lui e che l’indomani mi avrebbe aiutato a cambiare le gomme. E lei si incazzava di brutto, eh! Per cui, per cuccarsi una sola ramanzina al colpo, faceva l’amore con la morosa al cinema, e nel mentre mi parlava d’Africa con l’auricolare bluetooth.
Mi ha aiutato in tantissime cose, decidere di fare qualcosa con lui significa in ogni modo avere sempre le spalle coperte, perché quando dice di fare una cosa, poi la fa. E non parlo solo di viaggi in Tunisia. L’unica cosa che non aveva pianificato è stata quella voragine bastarda che lo ha inghiottito, prima che potesse posare gli occhi sulle dune. Ma ci torneremo, è una promessa che voglio mantenere.
Per il resto, mai stato serio per più di due minuti, come sempre. Continuavamo a scherzare anche in camera, quando tante ossa gli facevano un male cane, o quando faceva la pipì nella bottiglia e alla mattina mi offriva quel disgustoso the al limone. Mah.
Moto: Beta RR450.
Danni: Svariati.
Pro: È il compagno di tante avventure…non ho mai capito se ha più forza fisica o forza d’animo. Comunque è forte.
Contro: Con la violenza spesso non si risolvono le cose. Quel ragazzo a Tunisi...aveva una famiglia e una vita davanti a sé. E poi ti aveva solo chiesto l’ora.
Ipse Dixit: ‘Dottore, il problema non è che sono andato di corpo alle 08:00 e alle 08:30. Il problema è che mi sono svegliato alle 09:00!’ 

Francesco Ioni, per gli amici Checco. Beta RR 4e½. Fschhh
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Fred Krueger


Chi è: Il peggior paziente del Doctor M. Lecter.

Pragmatico: prag|mà|ti|co.
agg., s.m.

1a agg., relativo all’azione, incentrato sull’attività pratica.
1b agg., s.m., che, chi guarda agli aspetti pratici e concreti delle cose, più che a quelli teorici

Lemmi successivi: Pralina | Pranoterapeuta

Come da dizionario, non è uno che va per il sottile: è uno determinato in tutto quello che fa, compreso il buttare il Doc fuori dalla tenda perché russa.
Lo conosco da anni, e non ci siamo mai divertiti così tanto, sia in sella alle moto che assieme, era uno sghignazzare continuo, neanche ai tornei di pleistèsh. Guai però ad oltrepassare il limite: io l’ho canzonato perché, saltando un cespuglio di herbe a chameaux, si è smerdato sulla duna che c’era dietro. Dopo pochissimo tempo mi è successa la stessa cosa, e lui mi ha rimproverato col badile, di taglio ovviamente.
È molto regolare in tutto quello che fa: ogni mattina, alla stessa ora, deponeva la medesima quantità di sostanze organiche sempre alla stessa distanza dalla tenda (tre passi verso est), emettendo sempre le stesse urla a squarciagola. Poi, la mattina che a tre passi verso est c’era ancora il Doc che dormiva (lo aveva buttato fuori dalla tenda, ricordate?) ci siamo sbellicati dalle risate.
Poi, un bel dì, ha mangiato un ghiacciolo di uovo crudo e acqua piovana e si è scatenato il finimondo.
Ha visto per la prima volta le dune a fatica, perché aveva gli occhi lustri dall’emozione, si è divertito come un ragazzino, insomma l’ho visto entusiasmarsi come non mai. E poi mi ha fatto crepare dalle risate, come sempre. E poi mi ha aiutato, come fa sempre, e non finirò mai di ringraziarlo. Mi ha fatto anche stringere le chiappe, quando prendeva le sbacchettate nella speciale ‘a fuoco’ dell’ultimo giorno.
Moto: XR 650R, la sua era la più Africana di tutte.
Danni: Due forature (che ce l’avevo detto di prendere le mousse!). Dissenteria detonante.
Pro: Non è una mezza cartuccia, e fa tutto con cognizione di causa. Annuisce fischiando.
Contro: A volte è un po’ ostinato. Per scrivere sulla sabbia ‘Luisaciccinamiaadoratatiamo’ derapando con la moto ci ha fatto perdere un bel po’ di tempo.
Ipse Dixit: ‘Belli i tuni, peccato che mi fanno male i pieti!’ 

Francesco Ioni, per gli amici Checco. Beta RR 4e½. Fschhh
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Kap

Kap


Ex Kawasaki Ninja 9-r 94
     Yamaha R6 03
     Aprilia Pegaso Strada 05
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HorneT 09

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The New Bucum..........

thecapitan

Che banda e aggiungo ....
che scrittore immenso!!!!
mi sto' scompisciando dalle risate.
complimentissimi !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!  ;D
cuore arancio sangue blu    ktm 950 Adv S 2005
                                         ktm exc 525 2007
                                      Socio AFI numero 1153

RAZZO

Ottimo racconto Fred !!  :ok: :ok:

Honda-Razzo.


WAKATADAO RESING TIM

KAZZEMBERGHER TEAM

Kap

Citazione di: thecapitan il Aprile 29, 2007, 10:08:39 AM
Che banda e aggiungo ....
che scrittore immenso!!!!
mi sto' scompisciando dalle risate.
complimentissimi !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!  ;D

quoto......... :batti: :batti: :batti:
Kap


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Fred Krueger

#37
Giorno 4
07/04/2007
Douz - Tembaine, 109 km


Ho dormito come un sasso, evidentemente ne avevo bisogno. Ale ronfa ancora un po’. Nel dormiveglia mi chiede se gli porto una brioche.
L’hotel Saharienne di Douz è una meraviglia, soprattutto alla luce del giorno. Lo stato di conservazione non è proprio impeccabile, ma forme, colori, fiori e profumi non lasciano indifferenti.


Ci si potrebbe girare un film…(foto Furiano)

Facciamo un’abbondantissima colazione, gli altri sono tutti belli freschi. Quando torno con la sua colazione, Ale si è alzato in piedi, e vuole venire a salutare gli altri. Chef Mariò ha regolarizzato la sua situazione, sarà rimpatriato in aereo quanto prima (un plauso all’assicurazione che ha lavorato bene). Nel frattempo ci si dà da fare per liberare le moto dai carrelli e prepararle per la prima tappa di oggi. Solo piccoli imprevisti…


Un pilotino in erba…(foto Gogo)

Nota: Qui le moto, soprattutto se in gruppo e se, come nel nostro caso, tante sono uguali, hanno comunque un certo impatto sulla gente del posto, anche se ormai dovrebbero averne viste a bizzeffe. Nessuno le tocca, ci mancherebbe, ma in tanti si avvicinano, le guardano, e fanno cenni di assenso ai piloti, neanche fossimo ufficiali di qualche rally!


Ci vediamo a casa, va…(foto Webmaster)

Salutiamo Ale, in testa ho un po’ di confusione. Da un lato sto lasciando il socio da solo (anche se mi avrebbe preso a scarpate nel culo pur di farmi andar via), da un lato sto per vedere per la prima volta della mia vita l’Erg tunisino.
La Betona sembra impaziente quanto me, dato che si accende appena sfiorato il bottoncino. Attraversiamo Douz, sempre osservatissimi dai suoi abitanti, io e il Web cambiamo parte della cassa comune in dinari, e raggiungiamo il distributore della Esso, dove ad attenderci ci sono anche le guide:

•   Aref, la guida vera e propria
•   Omar, cuoco
•   Abdel, autista del secondo pickup

Sono ragazzi Berberi (non beduini: qui, soprattutto quando si parla di etnie, ci sono differenze quasi inconsistenti per noi europei, ma che comunque vanno rispettate), che sanno sicuramente il fatto loro, e che danno l’impressione di saggezza ed esperienza già a prima vista, anche se sono molto giovani. Non si parte con le dita incrociate, insomma.
Rifornimento, sia per le moto che per le taniche che saranno trasportate dal primo pickup.


Serbatoi pieni, camelbak anche. Pronti!(foto Webmaster)


Anche i pickup e le taniche che trasportano, pieni fino all’orlo di essence…(foto Jago)

Inversione di marcia, si passa di nuovo di fronte al Saharienne, un chilometro circa di asfalto e…

Cacchio, il deserto.

Dopo una curva c’è un breve rettilineo, alla fine del quale sorge un maestoso arco, bianco tanto da sembrare finto ed alto come un condominio. Attraverso l’arco si vedono le dune, le prime della vita per quasi tutti noi. A me viene la pelle d’oca, Andrea WM nella sosta successiva ammetterà di essersi commosso. Gli crediamo sulla parola.
Lasciamo l’asfalto, le ruote iniziano a mordere il plateau, che ha un fondo battuto tipo ghiaino, intervallato da lastroni di roccia in cui la moto schizza in avanti come un proiettile, e da lingue di sabbia in cui bisogna dargliene un po’ di più, se no l’anteriore tende a chiudere e la guida si fa ostica. Ovviamente, meglio dimenticare la sella ed iniziare a stringere le ginocchia.


Highway to…heaven(foto Jago)

Di lì a poco le lingue di sabbia diventano più consistenti, e il fondo sassoso è sempre più coperto di sabbia. Non serve essere smanettoni invasati, basta assicurare alla moto velocità da galleggiamento, tipo una settantina di km/h, e si va via in assoluta sicurezza, la Betona tiene le traiettorie che è un piacere. Iniziano a spuntare i primi ciuffi di herbe a chameaux.


Da sx: Web, Fred, Doc, Duga84, Jago. Più lontano Chef Mariò(foto Jil)

Tutto procede per il meglio, poi incrociamo un paio di missili a 4 ruote, che vanno avanti per la loro strada senza troppi complimenti. C’è il Rally di Tunisia, e noi stiamo percorrendo la loro tappa, però in senso opposto.


Un missile terra-aria(foto Furiano)

Meglio farsi da parte un attimo. Già cominciano i miraggi? Ad un bivio, c’è una coppia di Italiani coi quad, e lei è una gnocca pazzesca, coi femori di lunghezza inestimabile, e guida il suo quad, oltretutto, coi jeans a vita bassa. Quando va via tiriamo tutti un sospiro di sollievo, ci rilassiamo e le panze tornano al loro posto naturale, una spanna fuori dal girovita.


Una sirena nel deserto non capita tutti i giorni…(foto Duga84)

L’avevamo visto sui giornali e sulle foto di chi in Tunisia c’era già stato…il Cafè La port du desert.
È il momento per rilassarci un po’, fare il punto della situazione, confrontarsi sul primo approccio con la sable, sbragarsi sui divanetti e bere un bel the caldo alla menta.


Un’istituzione(foto Webmaster)

Rilassarsi…neanche un po’ ovviamente. Dentro c’è ancora la morettona meneghina: lei ha tante delle sue grazie fuori, a noi tocca di nuovo andare in apnea, richiamare le ventrazze per assumere una parvenza di umanità, pompare i pettorali e tenere botta.

Il posto è fantastico, i muri sono tappezzati di patches e adesivi provenienti da quasi tutto il mondo. The alla menta per tutti, ma anche una più ‘consumistica’ Coca. Il morale della truppa dopo il primo assaggio di sabbia è alle stelle.


Tonio, accaldato e contento(foto Furiano)

Fuori intanto moto, auto e camion si giocano il tutto per tutto, davanti al cafè c’è pure il C.O.


Il C.O.(foto Jil)

E tocca pure a noi, se ci andate fateci caso ed apponete la vostra firma anche voi:


Lo sticker ufficiale del viaggio…(foto Webmaster)


…e lo striscione(foto Furiano)

Si riparte…

SEGUE

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Kap

che posti......... :-* :-* :-*
l'hotel poi e' na' goduria.......... ;) ;) ;) ;)
che bello vedere l'xr nel suo abitat............ :-* :-* :-*
Kap


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fire fox

Spero si possa organizzare di nuovo stupendo senza parole :daichenemo: :daichenemo: :daichenemo:
EllePi salento preparazioni enduro raid, serbatoi supplementari, carene,guppi ottici speciali

Fred Krueger

#40
Giorno 4
07/04/2007
Douz - Tembaine, 109 km


Sarà il the, sarà il rombo devastante dei motori da gara che sono appena transitati, fatto sta che lasciamo il cafè e partiamo ‘a fuoco’, in direzione Tembaine.


Docteeeuurrrr! (foto Furiano)


Moto toscana, motore austriaco, pilota teròn (foto Furiano)

Il breve trasferimento che segue è caratteristico perché costeggiamo una lunghissima recinzione in pieno deserto (quella del parco Kebil), e ci porta diritti al ‘Cafè du parc’.


Conciliabolo, prima delle libagioni (foto Duga84)

Qui facciamo la prima pausa pranzo, all’interno di una capanna molto caratteristica. Nel deserto non ci si abboffa, non c’è varietà di portate come ad un pranzo di nozze e si mangia semisdraiati. Eppure, sarà la fame, ma tutti mangiamo senza battere ciglio. E il solito caffè al quale noi italiani siamo abituati viene sostituito (più che degnamente) dal the alla menta. E quanto mi manca…


Un’altra istituzione. Da bere con gioia, o commozione a seconda dei casi (foto Duga84)

Via! Non manca molto a Tembaine, ma dobbiamo tenere un buon passo per non arrivare all’imbrunire. Primo per la nostra sicurezza. E secondo, per consentire alle guide di allestire il campo, cercare la legna per il fuoco e cucinare con la luce del sole.
Purtroppo ci sarà qualche piccolo stop tecnico.

Il primo avviene poco dopo essere partiti, il Webmaster sente il retrotreno un po’ sbambolone e si accorge di aver bucato, il fondo di sasso aguzzo e smosso ha mietuto la sua prima vittima. E noi affrontiamo il problema all’italiana, ovviamente.


Uno lavora… (foto DocMarco62)


…e tutti gli altri stanno a guardare! (foto Mario)

Risolto con la sostituzione della camera, presto e bene. È anche l’occasione per testare il compressorino a 12v di Chef Mariò, che porta le camere a 0.8 atmosfere e poi esplode, facendo perdere i sensi a chi lo usa. Io benedico le mousse.
Inizia lo spettacolo! Il plateau, semplice e veloce, in cui si può dare gas senza riserve, lascia spazio alle prime vere dune.

Che meraviglia… (foto Duga84)


Si pascola un po’ spaesati (foto Furiano)


Il Furiano si guarda attorno con il giusto timore reverenziale (foto Webmaster)


Gogo si guarda attorno estasiato… (foto Furiano)


…mentre Jil si mette subito all’opera! (foto Furiano)

I miei primi metri sulle dune vere mi resteranno in mente per tutta la vita, e se rinascerò, pure per la prossima. Non è facile da descrivere, Chef Mariò nella fredda Desio di questo inverno aveva parlato di un immenso parco giochi. Forse è la descrizione che più calza alla situazione, ma le sensazioni sono sempre difficili da condividere.

Cenni di tecnica
Più tecnicamente, invece: si parte in seconda e senza strafare col gas. Come sul fango, con la differenza che la sabbia tende ad imprigionarti. Mi sono trovato bene a far partire un po’ la moto e poi mettere il secondo piede sulla pedana, se si sale da fermi è facile insabbiarsi. Appena la moto si muove, in piedi sulle pedane, spingere coi piedi e tirare il manubrio (come con il fango), alla ricerca di trazione. Moto stretta fra le gambe, forte. E bisogna dargliene poi, che se ci si insabbia col posteriore al limite si bestemmia e si sbuffa. Se invece si pianta la ruota davanti ci si fa del male, soprattutto perché è facile che la moto ti cada addosso. Più si va, più è facile. Questo per la scalata. Una volta in cresta, dall’altro lato c’è quasi il vuoto, la duna da un lato è dolce e dall’altro va giù molto decisamente. Se proprio ci si vuole fermare, basta avere l’accortezza di arrestarsi con la moto che punta già verso il basso, pena l’insabbiamento. Se proprio quest’ultimo non si riesce ad evitarlo, bisogna sdraiare la moto da un lato e cercare di tirare la ruota posteriore fuori dalla buca che si è creata. Rispetto al duro, va tutto anticipato, bisogna accelerare molto prima, chiudere il gas con calma e in anticipo, e curvare di gas e spostamento dei pesi sulle pedane (l’interna per far derapare un po’ il posteriore; l’esterna non serve, tanto la moto non scivola via).
Fine


Jago, stanco ma felice (foto Fred)

Sulla nostra strada anche qualche 4X4, qualche 6X6 e altri motociclisti, compresa una ragazza straniera, molto carina, con un Beta RR400. Questo mi lascia un po’ perplesso, non è che sto pagando a rate una moto da fighetta? Vabbuò…
Proseguiamo, dopo il primo cordone di dune superato da tutti brillantemente, si torna ad un terreno più pianeggiante. Questo è sempre il momento peggiore, perché si molla un po’, ci si rilassa un po’ troppo…davanti a me, a Chef Mariò si chiude lo sterzo, causandogli un bel voletto.

Chef Mariò est tombè dans la sable (foto DocMarco62)

Il tutto senza conseguenze, salvo la perdita dell’antenna GPS. Il Webmaster gli presterà la sua, per la modica somma di 700.000 dinari, versati a titolo cauzionale.

Stesso innocente appoggio per Duga84, con la differenza che lui, per divincolarsi dalla moto che gli è finita sopra, finisce per squarciare la suola degli stivali (a dire il vero, già in età pensionabile da un bel po’). Per cui gli toccherà ricorrere all’aiuto delle sapienti mani di Omar e del quanto mai provvidenziale nastro americano.


Cenerentola? (foto Furiano)

La moto di Jil accusa qualche puntamento del cavo gas. Mannaggia…
Per il resto, si arriva al punto prestabilito su cui far sorgere il campo senza altri intoppi particolari. Si è fatto solo un po’ tardi, ma non abbastanza da perdere il tramonto sul deserto:


Che meraviglia… (foto Duga84)

Presto scende la sera, la temperatura scende. Noi ci liberiamo dell’abbigliamento madido di sudore appendendolo alle moto, il Doc si occupa delle prime medicazioni (sarà una costante per tutti i bivacchi), i berberi accendono il fuoco e preparano la cena.


Aspettando la cena, ci si scalda attorno al fuoco (foto Mario)

Stasera coucous, c’è la sabbia dentro perché c’è vento, ma nessuno fa un fiato e mangiamo a quattro palmenti.


Mascherine a protezione degli occhi (foto Webmaster)

Poi le quattro chiacchiere attorno al fuoco col the alla menta in mano, le risate, gli sfottò, la sigaretta per i viziosi. Lontani anni luce dalla vita di tutti i giorni. Lontani dalle comodità, senza rimpiangerle. Stracchi, qualcuno ammaccato, qualcuno con la schiena a pezzi, qualcuno con le vesciche. Tutti felici però. 

Una moto sta mangiando sabbia da ore e il suo pistone sta per cedere, ma noi non lo sappiamo, e continuiamo a ridere. Sotto una duna altissima, andiamo a dormire (e russare, ahimè), dopo una delle più belle giornate che si possano trascorrere. Domani è un altro bel giorno, andiamo a Dekanis. Notte amici, è la prima volta che vado a dormire mentre sogno. Jago, girati.

SEGUE

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Kap

grande Fred......sei proprio bravo a scrivere e a farci rivivere quell'emozioni........ :ok:
Kap


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Fred Krueger


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docmarco62

lei la esce, lui la entra
Vincitore del Trofeo "PISTONASSO 2007" al 3° Gran Premio Tana delle Tigri
Santo del giorno: San Penetrato da Tergo
ALLA LIIIIIIIIIIIIIIBBIA! FATTO!
Putost che tò la dona mi tovi la Gilera...
A Marrakesh sono andato cercando il Fesh Fesh...
e invece poi ho solo trovato me stesh...
Mò me ne vato ammare...
Next Stop...2022 I've a dream
2023 Si cambia!
HAT Pavia-Sanremo 2024, fatta ma...Mah!

Fred Krueger

#44
Giorno 5
08/04/2007
Tembaine - Dekanis, 49 km


Bonjour!
Apro gli occhi dopo un sonno senza sogni…e Duga84 e Andrea WM sono lì che mi fissano, a un palmo dal mio muso, e sorridono come due psicopatici. Non è quel che si dice un buongiorno, e forse la carrettata di bestemmie con cui do la sveglia agli altri lo lascia presagire.
Non sono ancora le otto del mattino, l’aria è un po’ frizzante. Il vero silenzio, paradossalmente, c’è alla mattina, perché non tira vento come alla sera. C’è meno possibilità di goderselo però, perché alla mattina, oltre alla colazione, poi si fa la manutenzione delle moto. Ordinaria, ovvero cambio del filtro aria (o della cuffietta a protezione dello stesso). Straordinaria per il sottoscritto, ho il terminale che ballonzola un po’, il dado che lo fissa ha litigato con la staffa. Risolto, grazie ad una delle ranelle delle vite sella dell’XR del Duga. E grazie.


Gli snorkel delle XR pieni di sabbia, la tela serigrafica funziona (foto Webmaster)


Jil chiede il rifornimento per primo… (foto Webmaster)


…deve fare gli straordinari (foto Furiano)

Colazione con the, caffè, biscotti e il meraviglioso ‘pain de sable’, pane cotto sotto la brace, nella sabbia. Nulla di più semplice, nulla di più buono. Saggiamente, si parte senza giacche tecniche nonostante non ci sia caldissimo, di lì a qualche decina di metri ci sarà da sbracciare!


Il Furiano mima con efficacia i dakariani più navigati (foto Webmaster)

E infatti si comincia presto, si fa tosta già da subito, e un bel cordone di dune lo dobbiamo oltrepassare al contrario, cioè scalando le dune dalla parte più scoscesa.
Anche i pickup, che ieri sono andati spediti, oggi incontrano le prime difficoltà.


Mano ai badili! Braccia che scavano… (foto Gogo)


…e braccia conserte. Che terrone sarei, se no? (foto Furiano)

Io mi diverto da matti, alle mie carenze sopperisce ‘sta toscanaccia di moto che fa tutto da sola…mi sembra di essere tornato bambino, mi accorgo di avere stampato un sorriso a 32 denti e di fare i gridolini come le ragazzine sulle montagne russe. Il deserto ti rende più uomo, e allo stesso tempo ti fa tornare bambino…Incongruenze africane. C’est l’Afrique, dicono.
Qualcuno si diverte un po’ di meno, stamattina, però. È il Doc, la sua moto è un po’ irregolare sotto, a chiudere troppo il gas borbotta e se si spegne si invasa e non ne vuole sapere di partire. E quando si spedala per disingolfarla, tira di quei botti che sembra un obice.
A farla breve, dopo un po’ il pilota è stremato (e vorrei vedere), e va un po’ in difficoltà.


Docteeeuuurrrr! Rien ne va plus? (foto Gogo)

Iniziamo allora la trattativa ‘Doc, prendi la mia moto che ha l’avviamento’ – ‘No Freddy lascia stare’, che va avanti un bel po’, finchè non riesco a spuntarla. E in effetti, tra leggerezza ed avviamento, il Doc torna a fare i numeri da circo, mentre io realizzo il desiderio che alimentavo da un po’: col BRP sulle dune. Come dire ####### con la Yespica, o fare un rally con la Delta Integrale. Si vede che è una moto nata per questo più che per altro, il motore è un mostro di coppia (mentre il 450 qualche aiutino con la frizione lo vuole), la ciclistica è sana e mai nervosa. Pesa di più, certamente. Un ulteriore stimolo ad andare più forte, per farla galleggiare meglio, e in piedi si guida divinamente. Mai spegnerla perché questa è un fiato scarburata e s’ingozza, poi ci vuole fiato per riaccenderla. Per il resto, è questa la sua dimensione.


Scambio di convenevoli tra XRisti (foto Gogo)

Il deserto ci scorre velocemente sotto le ruote, e tutti iniziamo ad avere la dimestichezza sufficiente. Il Furiano ha ancora qualche riserva sulle traiettorie, e Jil si sgola per fargli apprendere quelle corrette. Il suo cavo gas, peraltro, inizia a puntarsi un po’ troppo spesso, stasera al campo sarà il caso di ispezionare il carburatore. Porca vacca.

In breve tempo arriviamo al punto prestabilito per il pranzo, oggi all’aperto, riparati a malapena dai cespugli più grandi di herbe a chameaux, intorno c’è merda di cammello dappertutto. Non ci facciamo troppo caso, mangiamo senza scomporci neanche un po’. Qualcuno farebbe pure la siesta, ma dobbiamo andare, né, che chi si ferma è perduto. Il Doc e Chef Mario, credendo di non essere visti, trangugiano le ‘pasticche di San Pancrazio’ (per le quali poi la gendarmeria tunisina li trarrà in arresto).


Anche i guerrieri si siedono a mangiare (foto Mario)

Al pomeriggio si ricomincia a giocare…


Jago (foto Furiano)


Duga84 (foto Webmaster)


Webmaster (foto Duga84)


Pure io faccio un po’ lo sborone, và… (foto Jago)

La foto sopra, più che ad appagare il mio egocentrismo, serve per meglio far comprendere un fattore, una variabile, che nel deserto non si deve mai trascurare.

I cespugli di herbe a chameaux sono duri come il cemento! Quando ci si mettono le ruote sopra, bisogna essere pronti al decollo. Ne sa qualcosa il Webmaster, che ne prende uno con veemenza, lo salta con stile…e poi si smerda sulla duna che c’era nascosta dietro. Un carpiato per niente bello da vedere, per fortuna il nostro ha la scorza dura, e si rialza senza un graffio. Idem per il BRP.

La stessa sorte per Chef Mariò, che però si prende una bella insaccata ad un polso.

Dune, dune, dune, sabbia a nastro. Dune da fare al contrario, dal lato scosceso, dune da fare un po’ di taglio, con la cresta che cede sotto le ruote, dune bastarde perché adesso iniziamo ad avere il sole dietro le spalle, e non si distinguono più le differenze dei colori. Si arriva in cresta e si piomba giù, a tradimento. Bisogna stare in campana, ma, e scusatemi se mi ripeto, è una meraviglia. Un sogno ad occhi aperti, una favola. Ma nelle favole c’è l’orco.

La moto del Jil ha l’acceleratore che s’inchioda, il doppio cavo è costretto agli straordinari, ci sarà sabbia nel carburatore. Allo scollinare di una duna più alta, che richiede il tutto aperto, la moto resta a manetta, a limitatore. Jil s’innervosisce e cerca freneticamente di disincagliare la manopola, senza riuscire a vedere Duga84 che si sbraccia e senza sentire me che gli urlo di spegnerla. L’XR 600 inizia a fumare azzurro, finchè gli sfiati non vomitano un copioso fiotto d’olio, che si spande tutto intorno. Moto spenta.
ca**o.


Non fatela mai piangere così. Mai. (foto Jil)

Jil vorrebbe riaccenderla, ma la manopola è rimasta tutta aperta e la moto si invasa. Non resta altro da fare che suddividere il carico tra i due pickup, in modo da creare il posto per caricarla su uno dei due.


Da mezzo di locomozione a bagaglio, da pilota a navigatore (foto Webmaster)

SI arriva al luogo prestabilito per la cena in orario, qualcuno forse dice anche ‘finalmente!’. Non sarebbe male continuare un po’, poi basta fermarsi un attimo per realizzare che non è neanche sbagliato fermarsi e riposare le stanche membra.

La moto di Jil viene smontata, in effetti c’è il filtro dell’aria che non fa tenuta per bene, e la moto ha mangiato sabbia. Il Web, nominato meccanico ad honorem, gliela seziona, si chiude in tenda per evitare i mulinelli di sabbia e pulisce per bene il carburatore.


Di necessità…tenda/officina (foto Fred)

Tutto a posto? No, purtroppo, nelle favole c’è l’orco. La moto viene rimontata, ma ha perso un bel po’ di compressione, fa fatica ad accendersi e quando lo fa, fuma come un 2T. Rimandiamo a domani, è venuto buio e non è più il caso di continuare. La notte porta consiglio, domani sarà meglio e si valuteranno i consumi di olio per vedere se è il caso di proseguire in moto.

Stasera siamo anche un po’ asociali, mangiamo nelle tende e facciamo poco salotto fuori, giusto un paio di sigarette e le medicazioni di rito per il Doc, che tra polsi insaccati, vesciche et similia fa anche gli straordinari. Ippocrate sarà soddisfatto, credo.

Poi si entra nella nostra tenda di merda (non è disfattismo, non è rifiuto perché siamo viziati: la nostra tenda ha proprio due fantastiche sgommate escrementizie da un lato, come le mutande di un ragazzino dopo una giornata con la BMX).

Nonostante le renze gigantesche, il Doc ci chiede asilo: non riuscirebbe a sopportare un’altra notte tra Jago e Chef Mariò, che russano come due facoceri moribondi. Il Webmaster lo squadra un po’, lui garantisce e spergiura che non russerà. Alle 02:50am verrà meno alla promessa data, primo avvertimento: ‘DOC; TI BUTTO FUORI!’
Alle 03:14am il Webmaster lo scaraventerà fuori dalla tenda smerdata, sui cespugli di herbe a chameaux, senza troppi complimenti. Fine della storia, gente che viene, gente che va.

Oggi è stata una giornata più ‘fisica’, più guidata, ma non per questo meno magica. Un polso insaccato e un pistone andato, anche se ancora non sappiamo che è così, non riescono a togliere quell’atmosfera da sogno ai miei ricordi della giornata. Chissà se Ale è tornato a casa e se è andato tutto bene. Chissà cosa faremo domani. Chissà di chi sarà questo dito che sento alle terga, e chissà se si tratta di un dito. Chissà quanti sms di auguri ho ricevuto oggi.

Domani andiamo al campment zmela. Buona Pasqua a tutti, mormoro, ma forse sto sognando di dirlo.

SEGUE

Francesco Ioni, per gli amici Checco. Beta RR 4e½. Fschhh
'Once run the dog, once escape the rabbit'