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Tunisia, 1° Desert Tour. Il report

Aperto da Fred Krueger, Aprile 22, 2007, 13:31:03 PM

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Fred Krueger

PROLOGO

Ce l’abbiamo fatta.
Ne parlavamo la sera al pub, per telefono, durante le uscite in moto, quando fumavamo una sigaretta e sotto i tasselli c’era la neve della Lessinia. Perfino quando eravamo invischiati negli apocalittici tappi della Lunigiana, tra i radiatori che fumavano e il fango fino ai mozzi. Il pensiero era lì:

l’Africa, il deserto, le dune, il the alla menta, l’herbe à Chameux .

Il bagaglio fatto e rifatto più volte, i pomeriggi spesi a sistemare la moto nel garage, a metterle le gomme più adatte (grazie all’aiuto del Vicepresidente), a cercare di sbarrare la strada alla micidiale sabbia tunisina, per evitare costosi brasati di valvole. Già sono un po’ in apprensione, a fare una cosa del genere col la mia 450 ‘secchina secchina’…a confronto, il BRP di Andrea WM potrebbe essere la custodia della mia moto, con quel serbatoione e tutto quel ben di Dio sul manubrio. Vederla nel suo box mi ha folgorato, come quando alle fiere guardavo le reduci d’Africa.

Adesso è la notte prima della partenza, faccio fatica a prendere sonno. Tipo prima degli esami di maturità…solo che nello zaino, al posto dei libri di estimo e topografia, ci sono i Gaerne, il camelbak ed il casco. Ma lo stato d’animo è lo stesso di quasi vent’anni fa. Tant’è che…


Giorno 1
04/04/2007
Verona – Genova


…mi sveglio in abbondante ritardo.

Sul telefono un sms: ‘LA NAVE PARTE’.

A peggiorare le cose, opto per infilarmi nel caos della Verona mattutina anziché dribblare il tutto sulla tangenziale. Arrivo a casa del Vicepresidente, pronto per la mia esecuzione sommaria.
Moto già caricate, tutto pronto. Tanto per restare coerente col personaggio, dimentico la tanica piena di benzina in macchina, che detonerà il giorno dopo.
Da Tonio Manerbio/Andrea WM lo scenario cambia, lui e Duga84 sono decisamente adirati per il mio ritardo, e ad aggravare la situazione c'è il fatto che l'XR 650R di Andrea non ne vuole sapere di accendersi. La carichiamo sul camion 'brevi manu', viene troppo tardi.

Per l'immagine sotto avrei potuto fare copia e incolla coi precedenti report, non c'è verso di fare un viaggio di trasferta col sole. Poco importa, la testa è già lì, tra le dune...


Autostrada A21, cielo plumbeo

Al porto di Genova, più precisamente all'imbarco delle Grandi Navi Veloci, troviamo ad attenderci il resto della compagine, che vi descriverò dopo. É l'una, l'imbarco sulla motonave 'Coraggio' è previsto per le 18:00, quindi possiamo prendercela comoda. Carichiamo le moto sui carrelli e sul pickup di Gogo in maniera molto Naif, perchè una moto a terra vorrebbe dire una maggiorazione del prezzo d'imbarco.


Andrea WM, Gogo e Jil all'opera

Sorge qualche dubbio sulla liceità della cosa...

...presto fugato.


Di necessità...

Si vede di tutto, a far la coda qui, da questi pittoreschi mezzi di trasporto, alle carovane di avventurieri sui 4x4 da decine di migliaia di euro. C'è anche chi pulisce il lunotto del suo avveniristico fuoristrada con la pelle di daino e la bottiglia d'acqua minerale, anche se da lì a poco andrà in terra d'Africa. Va beh.

Noi si lascia i mezzi poco distante dal porto (non ringrazieremo mai abbastanza Axel e Stefano per questo) e poi si torna nei paraggi, giusto per sentire gli improperi di Jil a cui è caduta la moto dal carrello, con conseguente piegamento del manubrio, e per fare il pieno di caffè all'italiana al bar 'Cian Cianin', un classico bar da portuali che fa un caffè meraviglioso.

Sono le diciotto e tutto va bene! Saliamo in nave, e per me che sono il terrunciello con la valigia di cartone legata con lo spago, è la prima volta. Mi aspettavo la galera romana, col nero ciccione al tamburo per darci la cadenza, e noi a remare. Invece niente di tutto questo, un bellissimo ambiente tipo hotel. Si parte, ciao ciao Genova, ciao ciao terraferma, ciao ciao vita di tutti i giorni...


Partiti.

Siamo in nove. I nove Africani.

Il tempo di sistemare un po' il bagaglio è sufficiente ed assistere al desolante spettacolo di Chef Mariò strafatto di coca (cola) che balla salsa e merengue sul ponte. Andrea WM lo filma col cellulare, così avremo anche qualcosa da mettere su youtube.


Chef Mariò libera i freni inibitori

Cena frugale da 78 euro a testa, un po’ di TV, quattro chiacchiere su cosa troveremo e come comportarsi in terra d’Africa (Chef Mariò la conosce, e la gira, da una vita).


Briefing e consultazione cartografica

Poi chi prima e chi poi, ci si schianta a dormire, un’aliquota di fortunelli in cabina, qualcuno sui divanetti.
Ad avere sonno, si dorme bene anche lì.


Andrea WM si abbandona alle braccia di Morfeo (foto Vicepresidente)

Domani arriveremo in Tunisia.

SEGUE

Francesco Ioni, per gli amici Checco. Beta RR 4e½. Fschhh
'Once run the dog, once escape the rabbit'

Fred Krueger

Giorno 2
05/04/2007
Tunisi




Al risveglio facciamo la canonica colazione da 27 euro (Madonna, su queste navi sono veramente cari impestati), e le poche ore che ci separano dalla terraferma tunisina sembrano non passare mai. Per ingannare il tempo compiliamo la modulistica necessaria all’espletamento delle formalità burocratiche.


Inizia la lunga trafila: tenere sempre a mente numero di passaporto e targa della moto


Un po' snervante...dai caro!

E verso le 16:00, finalmente…terra!


La costa tunisina


Il Capitano Achab viene all’arrembaggio della nostra galera

E finalmente si sbarca. Finalmente un paio di balle, ovviamente. Ha inizio la trafila alla famigerata dogana tunisina: radiografie, risonanze magnetiche, test di gravidanza, umilianti esami alla ricerca di sostanze stupefacenti e/o medicamentose eventualmente occultate sulla persona, smontaggio dei mezzi ed accurata disamina dei relativi componenti. A rendere il tutto più ostico, il Duga che dimentica la fiche per l’ingresso temporaneo della sua moto. Mezz’ora di terapia elettroconvulsiva ed i doganieri si ritengono soddisfatti. Ad onor del vero, l’attesa si aggira sul paio d’ore, quando ce ne aspettavamo quattro o più.

Proprio mentre stiamo per uscire, notiamo un personaggio alquanto singolare: stivali da cross nuovi, casco da cross nuovo (o quasi), una XR 600R con la scatola da scarpe bellamente legata sul parafango posteriore e una Supertrapp il cui ruggito sovrasta anche le preghiere del Muezzin. Ovviamente è il Furiano, un personaggione, il tipico ‘romanaccio’ caciarone ma buono come il pane.
Sento una voce dentro: ‘È fatta, adesso siamo tutti, siamo in dieci. I dieci Africani
Poi sento anche una voce da dietro: ‘Muoviti, terrone, che ci chiudono dentro!’.

Via, fuori dai cancelli, siamo in Africa. In Africa, dico. Gogo, un po’ avventatamente, indossa una T-shirt con su scritto ‘In God We Trust’, fa pipì sulla porta carraia di una caserma e molesta qualche donna qua e là, senza ovviamente smettere di fare pipì. Ci costerà 80 dinari, prelevati dal fondo comune, per la cauzione. Ma si sa, i ragazzi di Vigevano sono sempre un po’ scriteriati.


Macchine e carreli stipeti all'inverosimile

Con il convoglio misto auto/carrelli e tre XR 650R su asfalto, raggiungiamo il centro di Tunisi: alloggiamo all’ ABOU NAWAS Hotel, un 5 stelle e mezzo. Irrompiamo nella hall, dieci puzzoni con le giacche tecniche e i borsoni da cui spuntano biancheria, filtri dell’aria e catene con o-ring, parliamo forte e fischiamo alle belle ragazze, mentre gli altri clienti dell’albergo ci lanciano occhiatacce inequivocabili. Ma siamo Italiani all’estero e dobbiamo farci riconoscere, ne va del nostro buon nome.

La camera è qualcosa che non si era mai visto, neanche nei telefilm di Fantasilandia: basta non dimenticarsi di lasciare la mancia a Tattoo (e compilare l’ennesima fiche, tanto per cambiare).

Alle 21:00 siamo fuori, cerchiamo un ristorantino e chiediamo lumi ad una pattuglia di poliziotti. Uno di loro mi guarda e mi sbraita qualcosa in arabo, come a dire: ‘non sei buono a portare i tuoi amici ad un ristorante?’. Gli altri ridacchiano: mi ha scambiato per un suo connazionale! Va bene terrone, ma del tunisino poi…’Je suis Italien’, dico, chiarito l’equivoco.

Ancora sghignazzando, andiamo al ristorante ‘Le Grill’, su Bourghiba Avenue. Un grazioso localetto, ma dentro c’è una coltre di fumo (in Tunisia non ci sono i divieti) da dar fastidio perfino al sottoscritto. Nessun problema, ci sistemano fuori presidiando l’intero marciapiede. Una cena luculliana, pagata poco più quanto costerebbe un BigMac da noi.

Smaltiamo la mangiata colossale facendo quattro passi in giro, c’è pieno di giovani che ci salutano: ‘Ciao, Italia!’ e pure qualche scassamaroni che si accoda per tutta la sera, proferendo commenti molto poco cavallereschi sui nostri nasi. A quest’ora dovrebbero aver rinvenuto il cadavere.

Tunisi di notte è un vero spettacolo.



Poi tutti a letto presto, domani ci aspetta un trasferimento da 580 km.

SEGUE


Francesco Ioni, per gli amici Checco. Beta RR 4e½. Fschhh
'Once run the dog, once escape the rabbit'

Fred Krueger

#2
Giorno 3
06/04/2007
Tunisi – Douz, 580km



Andrea WM e Jago alla partenza

Sveglia ad orari umani, si parte alle nove.
Gli equipaggi si suddividono tra il Toyota di Chef Mariò ed il pickup di Gogo. A spararsi la prima parte di trasferimento sulle moto sono il Web, il Doc e Jago, con le rispettive moto.

Facciamo benzina all’AGIL (a parte l’ultima lettera, colori, loghi e divise dei dipendenti sono uguali in tutto e per tutto all’Agip nazionale. La benzina costa la metà che da noi, è di ottima qualità e non è verde come la nostra, ma incolore o in qualche caso giallina.


Non il cane a sei zampe sputafuoco, ma un cavallo. Per il resto...

I centauri si sparano 200km su asfalto senza proferire verbo. Nella macchina di Chef Mariò, invece, è una lamentela continua: ‘Mi fanno male i pieti, mi scappa la cacca, devo fare pipì, ho fame, mi fa male la macchina’ sono le lamentele più in auge. Chef Mariò, da buon padre di famiglia qual è, ci abboffa di mazzate e ci chiude la testa nei finestrini per riposare un po’.


Autostrada tunisina

Lungo la strada ci sono le baracchette con le pecore vive legate al palo, quelle meno fortunate legate a testa in giù. Su qualcuna, il cui proprietario è evidentemente più incline alla raffinatezza, campeggiano leziosamente teste di vacca o di cammello.
Ad una settantina di km da Sfax, le chiappe dei centauri del primo turno urlano vendetta. CI accostiamo per darci il cambio.


Andrea WM, dominante fighting red. Anche le natiche

Per questo primo cambio ci vestiamo ‘di motocross’ io, Duga ed il Vicepresidente. Ci spogliamo a bordo strada, sotto gli sguardi divertiti di tre tunisini che arrostiscono carne di pecora.
Se tanto mi da tanto…nel salire sulla moto del Doc, mi impiglio non so neanche con cosa e gli scaravento la moto a terra. Le matin a l'or en bouche, c’est l’Afrique.

I primi 70 km di trasferimento filano via che è un piacere. Abituato alla seduta della Betona, tipo ferro da stiro acceso, sull’icserrona del Doc mi sento in poltrona. Basta dare gas, anche se la manopola è durissima da girare, e avere occhi dappertutto, che i Tunisini, bontà loro, guidano come i drogati di casa nostra.

A Sfax, come per tutto il resto dei centri abitati che attraverseremo, tutti ci salutano, i ragazzini fischiano e ci chiedono l’impennata, simulandone il gesto. Una costante per tutto il viaggio, ti sembra di essere ai prologhi delle tappe della Parigi Dakar, ti sembra di essere ufficiale. È anche vero che spesso, nel gruppo, c’è anche quello che ti tira la pietra. Comunque evitiamo le acrobazie, e i sassi. Mettiamo le zampe sotto il tavolo, al simpatico ristorantino ‘Le Bon Kif’. Anche qui grigliata di carne come se stessimo per andare in guerra, Coca-cola a garganelle (però con le scritte arabe sull’etichetta), e la Boga, ‘la boisson number ouane de Tunisie!’ uno dei più micidiali intrugli mai bevuti: un misto Chinotto/succo d’uva/bactrim/big babol. Provoca cecità temporanea e disconnessioni sinaptiche, per fortuna di breve durata. Anche qui paghiamo quello che in Italia si spenderebbe per una pizza al taglio.

Sono quasi le 15:00, siamo i dieci Africani, e tutto va bene.

Si riparte, cedo la moto del Doc al Vicepresidente e prendo quella del Web. Il serbatoione tra le ginocchia è un po’ scomodo, ma ho molta strada ancora per farci l’abitudine. Un’altra bella sgroppata da più di tre ore,  superiamo la cittadina di Gabes alla volta di El Hamma, trenta chilometri più in là. Il traffico, attorno alle 19:00, è abbastanza intenso, la strada è un po’ stretta e fare coda con la moto che manda arrosto le gambe non è il massimo.

A fianco della strada, perfettamente parallela, c’è una sterrata larga uguale, con qualche corvetta e qualche dosso. Bastano un paio di gesti: la mentoniera del casco che si protende verso il sottoscritto, come a dire: ‘Tu cosa fai?’, e il piegamento del capo verso destra, a dire: ‘Facciamo la sterrata’. Automatismi da enduristi, come alzare il braccio prima di un ostacolo sulla carreggiata, la gamba a mo’ di freccia, il pollice verso il serbatoio quando si va in riserva.


Come resistere? (Foto Webmaster)

Sono le 19:10, mancano tre chilometri ad El Hamma, ne abbiamo percorsi 27 da Gabes e siamo i dieci africani.
Noi siamo i tre amici da Verona a cui, dopo tanto fango mangiato assieme e qualche carter spaccato nel vajo, basta vedere la scodata di quello davanti un po’ più pronunciata per capire che è ora di aprire un po’ il gas. Terza, colpo di frizione, il 650 scoda e il muso si alleggerisce. Niente gare, per carità, siamo in Africa, non in Valpolicella…
C’è tanta polvere, il Vice non lo vedo praticamente più, nella nuvola distinguo solo il Duga, in piedi sulle pedane. Davanti a me, un fosso, largo e profondo come una ruota. Quarta, una sfrizionata, il 650 ha tanto motore e s’impenna quanto basta per passare indenne. In mezzo alla strada un albero, seguo il Duga che lo passa a destra, scollinando un po’ e saltando un altro scannafosso, più piccolo. Siamo a tre chilometri da El Hamma. Scollino anch’io.

Porca troia.

L’avrò ripetuto cento volte, intervallato da una sequela di bestemmie. La moto del Doc è a terra, a pochi metri da un fosso enorme. Ale è steso a terra qualche metro più in là, e si contorce, passandosi freneticamente la mano destra dalla schiena alle palle, come se non sapesse decidere cosa gli fa più male. Si lamenta e bestemmia pure lui, si sente le gambe ma non riesce a stare in piedi, prima di venire disarcionato dalla moto ha dato un bel colpo con le palle al serbatoio ed è volato, atterrando sulla spalla sinistra. Se la tocca, invece della solita clavicola dice di sentirsi un po’ troppi pezzi, e il braccio sinistro non lo asseconda nei movimenti.

Porca troia.

Praticamente, a 60/70km all’ora, si è trovato davanti un fosso, uno oued, come lo chiamano da queste parti. È stato sorpreso, non ha potuto tentare il salto né tantomeno fermare la moto in tempo. Il BRP ha spanciato sul versante opposto del fossato e ha scaraventato Ale a gambe all’aria. C’est l’Afrique, dicono.


La foto non rende giustizia: era veramente un baratro (foto Webmaster)

I soccorsi sono tempestivi, la carovana si ferma, il Doc controlla subito la situazione. Un automobilista si ferma e chiama subito i soccorsi col cellulare, dopo pochi minuti arriva un’ambulanza (a El Hamma c’è l’ospedale, bontà divina). Caricano Ale su una barella di legno, lui trova il tempo e la forza per cazziarci perché non lo stiamo fotografando.

Della disavventura all’ospedale di El Hamma vi ha già detto tutto il Vicepresidente. Noi, fuori, raddrizziamo le forche della moto del Doc e constatiamo che il pregiato archetto della Kite che fissa il manubrio è svergolato. Nessun altro danno a parte le frecce, ma moto sul carrello. Io, per darci un taglio con le moto in prestito, tiro giù dal carrello la Betona, per farci il resto del trasferimento. Brutta scelta. Ma va bene così.

Si torna indietro, verso Gabes, il cui ospedale sembra essere un tantino più attrezzato di quello di El Hamma. 27 chilometri belli lunghi, soprattutto se percorsi con la testa piena zeppa di preoccupazione e nervoso. Gogo viene addirittura inseguito e poi fermato dai gendarmi, che però volevano sapere delle condizioni di Ale, più che multarci.

Sono le 21:00, è notte, siamo i dieci Africani e non va tutto bene, perché uno è in un ospedale tunisino con qualche osso rotto.
Al pronto soccorso di Gabes la diagnosi: clavicola rotta in tre parti (in Italia si scoprirà che sono 4), addio avventura in terra d’Africa per Ale. L’assicurazione lo farà tornare a casa in aereo. Per il momento, fasciatura d’emergenza e dimissione.


Shangai?

Tra gli episodi di ‘cornice’, se me la passate, il fatto che il Duga tenta di riconsegnare la sedia a rotelle (sgonfie ovviamente) e si perde nei meandri dell’ospedale. Gli faranno una tonsillectomia, almeno qualche risata ci sta. A me la voglia di ridere è passata da un po'.

La trasferta in notturna da Gabes a Douz, tutta d’un fiato a parte un rifornimento di Benzina, per me è un vero e proprio calvario. 150 km di asfalto col Beta che mi fa tremare pure le retine, una sella stretta stretta stretta e non posso neanche andare più di tanto perché ho le mousse e non vorrei disintegrarle. E poi fa freddo e ho le balle che girano. A fare strada il Web e Jago.

Arriviamo all’Hotel Saharienne di Douz quasi a mezzanotte. Il receptionist non è proprio cordialissimo (anche perché siamo molto in ritardo), invece il personale dell’albergo è molto disponibile, con un carrello da bagagli e un materassino fanno su una barella per trasportare Ale in camera. Il Doc gli somministra altri antidolorifici, lui è un po’ in palla e si addormenta quasi subito, stremato. Mi piange il cuore a guardarlo così, con una spalla disintegrata a centinaia di chilometri da casa, in un lettino a qualche centinaio di metri dalle stesse dune di cui fantasticavamo la sera nei pub. C’est l’Afrique, dicono.
Io dico solo porca troia, e prometto al mio socio che ci torneremo assieme.

Una giornata così nera si conclude con una nota buona: a mezzanotte e mezza gli stomaci si risvegliano, e io, Jil ed il Furiano vorremmo mettere qualcosa sotto i denti prima di andare a dormire. Siamo stracchi, cattivi ed affamati come lupi.

Il portiere di notte fa il mezzo miracolo: inforca il mobilette (Peugeot 103, il ciclomotore che qui hanno praticamente tutti, ci vanno dappertutto e i più duri lo spengono poggiando una mano sul volano), e dopo un po’ torna, spiegandoci come raggiungere il ristorante di un suo amico che sta aprendo apposta per noi. All’una di notte.

Il posto è il ristorante ‘Ali Baba’ di Douz, un ristorantino molto caratteristico. Il proprietario è un ragazzo sorridente e alla buona, scalzo e con la cicca in bocca, che in breve tempo ci prepara un po’ di grigliate di carne sublimi, ci abbevera e ci mostra orgoglioso il suo giardino con la tenda berbera, nella quale stava dormendo. Ci congederemo, e questo mi rimane impresso, con lui che ci chiede scusa se ci è toccato aspettare un po’, perché stava dormendo. A noi, che veniamo da un paese in cui, se ti presenti in pizzeria dopo le 22:00, ti mandano a cagare senza troppi complimenti.
Sborsiamo l’esorbitante cifra di 28 dinari in tre, poco meno di sei euro a testa, e lasciamo lo sticker del viaggio. Torniamo in albergo,
fuori dalla camera c'è il Doc che è preoccupato per le condizioni di Ale più di quanto non lo sia lui stesso. E abbiamo perfino una specie di discussione, lui vuole rientrare in Italia con lui, perchè se dovesse avere bisogno di assistenza, lui avrebbe le cognizioni giuste. Io invece dico che è il mio socio e quindi tocca a me fargli 'da balia'.

Grande Doc, sogni quest'avventura da una vita, e sei pronto a rinunciarci senza pensarci due volte, per uno che conosci da un giorno e si è spiattellato, oltretutto con la tua moto. Non è da tutti, e non si tratta di Giuramento di Ippocrate. Si tratta di essere uomini, con un cuore e due palle grandi così.

Due palle così, tra l'altro, le abbiamo fatte anche ai vicini, che ci implorano di tacere. Va beh, andiamo a letto.
Ale ronfa tranquillo, io mi schianto in branda e praticamente svengo.

Buona notte. Siamo i dieci Africani, uno è a letto rotto. Tra noi e le dune pochissima strada. C’est l’Afrique, è l’ultimo pensiero prima di dormire.

SEGUE

Francesco Ioni, per gli amici Checco. Beta RR 4e½. Fschhh
'Once run the dog, once escape the rabbit'

Vicepresidente fu Horseman

Fin qua stesura degna di un giornalista. Bravo omo !
http://www.daichenemo.com/flash/vice.swf

IN VINO VERITAS  IN SCARPE ADIDAS  IN BAGNO BADEDAS  IN CULO UN ANANAS

La mojer l'è come 'na scoresa : o te la moli o te la stòfeghi !

docmarco62

Mannaccia, l'attesa per il seguito del report mi rende nervoso...


devo escogitare qualche rimedio o mi ucciderà...
lei la esce, lui la entra
Vincitore del Trofeo "PISTONASSO 2007" al 3° Gran Premio Tana delle Tigri
Santo del giorno: San Penetrato da Tergo
ALLA LIIIIIIIIIIIIIIBBIA! FATTO!
Putost che tò la dona mi tovi la Gilera...
A Marrakesh sono andato cercando il Fesh Fesh...
e invece poi ho solo trovato me stesh...
Mò me ne vato ammare...
Next Stop...2022 I've a dream
2023 Si cambia!
HAT Pavia-Sanremo 2024, fatta ma...Mah!

Fred Krueger


Francesco Ioni, per gli amici Checco. Beta RR 4e½. Fschhh
'Once run the dog, once escape the rabbit'

docmarco62

Trovato!
fino al prossimo post mi dovrebbe bastare!

D.M.L
lei la esce, lui la entra
Vincitore del Trofeo "PISTONASSO 2007" al 3° Gran Premio Tana delle Tigri
Santo del giorno: San Penetrato da Tergo
ALLA LIIIIIIIIIIIIIIBBIA! FATTO!
Putost che tò la dona mi tovi la Gilera...
A Marrakesh sono andato cercando il Fesh Fesh...
e invece poi ho solo trovato me stesh...
Mò me ne vato ammare...
Next Stop...2022 I've a dream
2023 Si cambia!
HAT Pavia-Sanremo 2024, fatta ma...Mah!

gianca charly

#7
 :D :D :D :lol2: :lol2: :lol2:
te se matt...   :P   grande marco   :)
aspetto anche io il resto del report dai fred che qui siamo tutti in ansia guarda cosa deve fare marco per ingannare l attesa :D
gianca charly

XR17

Bel report veramente!  :) :) :)
Ma ancora più bello il viaggio!!!!  :) :) :)
ex:
Piaggio NRG MC3
Honda XL125R
Honda XR400R
Honda XL650V Transalp

Mezzo attuale:
Beta M4!!!

Fred Krueger

Arriva arriva, portate pazienza...appena arrivano le foto degli altri...

Francesco Ioni, per gli amici Checco. Beta RR 4e½. Fschhh
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Kap

non so se si era capito.....ma non stiamo piu' nella pelle............. ;D ;D ;D ;D
Kap


Ex Kawasaki Ninja 9-r 94
     Yamaha R6 03
     Aprilia Pegaso Strada 05
     Yamaha FZS 1000 Fazer 03
     Yamaha XT 600 2KF
     Honda XR 650 R

HorneT 09

http://niubbucumm.attivatribuna.com/forum.htm

The New Bucum..........

Fred Krueger

A questo punto, vi starete chiedendo chi cavolo siano, 'sti dieci africani di cui parlo. Presto detto: grazie alle foto segnaletiche che ci hanno scattato in Gendarmeria a Douz, la vostra curiosità sarà presto sopita. In rigoroso ordine alfabetico.


Chi è: Ideatore, organizzatore, capocarovana. Le chef, insomma, come dicono in Tunisia.
É malato d'Africa da anni e anni e anni, e si è dimostrato un cicerone al di sopra di tutte le aspettative.
Alla prima lunga esperienza in moto tra le dune, se l'è cavata alla grande.
Moto: XR 600R nuova nuova con maxiserbatoio, GPS scarico più che civile (poi contro la sua volontà abbiamo asportato il db-killer)
Danni: 2 antenne GPS perse nella sabbia, mono scoppiato, un polso insaccato, vesciche a gogo
Pro: Non si è mai perso d'animo, anche nei (pochi, per fortuna) momenti 'no'. Parla un francese impeccabile. Conosce l'Africa e gli Africani come se fosse di casa.
Contro: Di notte, nella sua tenda, sembrava che si svolgesse una gangbang di ornitorinchi. Il Db-Killer della moto l'abbiamo messo a lui, ma russava tanto uguale.
Ipse Dixit: 'Lasciate parlare me! Bonjour monsieur, sa femme est vraiment une belle gnoccolon...nooooo! Laissez moi! Laissez moi! Scappate, ragazzi!'

Francesco Ioni, per gli amici Checco. Beta RR 4e½. Fschhh
'Once run the dog, once escape the rabbit'

Mura

ha ha bellissimo report!!   :D ;D attendiamo il seguito con ansia!!!  ::)

orso

#13
Citazione di: Mura il Aprile 24, 2007, 12:17:58 PM
ha ha bellissimo report!!   :D ;D attendiamo il seguito con ansia!!!  ::)
;D ;D ;D ;D ;D siiiiiiiiiiiiiiiii  ANSIA  è una stragnocca  :-* :-* :-* presentacela   :P :P :P :P :P
non sò ancora cosa farò da grande

RC30

Citazione di: docmarco62 il Aprile 23, 2007, 13:26:46 PM
Mannaccia, l'attesa per il seguito del report mi rende nervoso...


devo escogitare qualche rimedio o mi ucciderà...

Mmmmmhhhhh.....una, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto e nove...........eeee......le altre undici sigarette del pacchetto dove le hai infilate messe?  ???.......................:'(



;D
Honda XR 650M '05 - Honda RC30 '89 - Honda CB 400 SS da scippo '75

K  Ho un cervello, non sono analfabeta e non sento l'irrefrenabile bisogno di deturpare la mia lingua madre con K ed abbreviazioni (almeno ci provo).