Menu principale

Il primo ERZBERG non si scorda MAI!

Aperto da zib, Giugno 25, 2009, 17:07:00 PM

Discussione precedente - Discussione successiva

0 Utenti e 3 Visitatori stanno visualizzando questa discussione.

zib

PARTENZA
Inutile spendere troppe parole su quello che è successo nei giorni prima della partenza, ma come potrete intuire, tra moto da gommare e motori da richiudere (e anche riaprire 12 ore prima della partenza) siamo arrivati lunghissimi anche a  questo appuntamento.
NO MATTER! Tutto è bene quello che finisce entro mercoledì mattina alle 9, ora alla quale ci ritroviamo da Rino per la partenza, con il piccolo particolare che non abbiamo mai provato a caricare le nostre quattro saltafossi su un carrello che ne terrebbe tre.
Forti della decennale esperienza nel Tetris unitamente al proverbiale "culo", l'armata brancaleone bolognese (Tequila, Rino, Vash e Zib) riesce a stipare tutte le moto e tronfi dei 70 metri di cinghie che abbiamo utilizzato per impacchettarle ci dirigiamo verso il casello dell'A13. Tequila, in qualità di cicciorallysta-inside, decide che un buon viaggio comincia sempre con una rotonda e un paio di svincoli presi a manetta. Con una certa soddisfazione ci rendiamo conto che nonostante il carrello stesse per sorpassare il camper, non abbiamo perso nessuna delle nostre amate moto e con un occhio al navigatore di Rino procediamo verso l'Austria.

Già qualche chilometro prima di Eisenerz, l'Erzberg Mountain fa capolino tra gli altri monti. Gli ultimi raggi di sole colpiscono la roccia nuda rendendola ancora più maestosa. Immaginate di vedere un'imponente montagna, 1465 metri di elevazione, lavorata a gradoni, riprendendo vagamente lo schema dei terrazzamenti liguri. Qui però non si allevano verdi vigneti per la produzione del Cinque Terre DOC, bensì piloti incazzati come bisce che al mattino fanno colazione con caffé e rocce ad alto contenuto in ferro (35% circa).



La mattina seguente dopo l'abbondante colazione offerta dall'organizzatissimo gruppo di R80GS (nutella, pandistelle e caffelatte ma senza rocce... noi non siamo piloti) ci dirigiamo verso la tenda per la registrazione, dove consegniamo lo scarico di responsabilità in cambio del pass-braccialetto, numeri di gara adesivi, gadget vari e Redbull-cola d'ordinanza. Ci fanno perfino una foto con la webcam che mi fa riaffiorare i tristi ricordi di emigrante italiano al JFK poco più di un anno fa. Qualcuno dice che c'è un assicurazione da 15 euro, io penso che da precario non ho assolutamente bisogno di pseudocertezze, ancora meno se devo pagarle più di due birre medie. Ma la mia risatina termina presto: veniamo a sapere che l'assicurazione serve per pagare il trasporto con l'elicottero in caso di caduta. Senza assicurazione in caso di trasporto con elisoccorso, l'organizzazione si riserva di staccare una fatturina da tremila euro. Scemi sì, ma non così benestanti: si ritorna in fila e si paga facendo i mille scongiuri del caso.

Dopo la verifica tecnica dei mezzi torniamo al camper, dove a Vash comincia a prudere la manetta. Decidiamo quindi di uscire alla ricerca di qualche angolino tranquillo per prendere le misure con la cava di ferro e i suoi derivati. Procedendo anche solo a bassissima velocità mi accorgo di quanto sia facile finire in terra con questo fondo misto di sabbia, ghiaia e roccia incazzata. Stranamente però tutti parlano un gran bene del grip in questo angolo di inferno ricavato all'interno del paradiso delle alpi stiriane. Ci possono essere due spiegazioni plausibili: o si sono bevuti il cervello dopo averlo marinato nella grappa, oppure io sono una gran pippa. Probabilmente sono vere entrambe. In ogni caso questo sarà il terreno di gara e devo farmelo piacere. Così, da buon stradista pluridecennale e futaiolo plurisborone cerco di adattarmi: con la mente ritorno a quella volta sul crinale dei Casoni, ricoperto da 30 cm di neve e trovo che oggi il grip sia squisitamente eccezionale.

Zigzaghiamo tra le tende e i camper, ma la stradina termina dietro l'accampamento di alcuni austriaci. Vash si ricorda quel posto e sporgendosi di sotto mi fa cenno di seguirlo. Provo ad avanzare in maniera sospettosa, lentamente, ma non riesco a vedere cosa ci sia sotto di noi. Cominciamo bene! Immaginate di essere sul fianco di una montagna, proprio in corrispondenza del dirupo. Una grossa cascata di sabbia e ghiaia vi separa dal fondo della fossa. Sapevo che sarebbe successo ma non ero ancora adeguatamente preparato.

LA FOSSA
http://www.youtube.com/watch?v=XbcK_GIXxWE
http://www.youtube.com/watch?v=os-cQEQy1TQ


Come spesso accade la prima discesa la si fa trattenendo il respiro, gli sfinteri e contando nell'aiuto di Sorella Gravità. La successiva risalita è un atto di fede nei confronti del motore, sperando anche di avere la corretta posizione di guida, da lì in poi è un brivido adrenalinico a metà strada tra il panico e la soddisfazione. Le successive servono per placare la crisi di astinenza.


IRON ROAD PROLOGUE 1

http://www.youtube.com/watch?v=5UKAe6dKucE

La mattina del venerdi la tensione è ai massimi livelli ed è scomparso ogni barlume di buonsenso: la moto sarà a posto? Il serbatoio è mezzo pieno o mezzo vuoto? Con troppa benzina l'XR sarà troppo pesa? Va più forte il treno o è più buono il gelato? Ci mettiamo in fila per aspettare il nostro turno di qualifica cronometrata. La tensione ci mette alla prova e il cancelletto sopraelevato sembra non avvicinarsi mai. Un turbinio di pensieri si susseguono e la pressione della mia prima vera gara ufficiale si fa sentire anche nei paesi bassi: ho perso il cavalletto assieme a un pezzo di telaio molto tempo fa e mi faccio tenere la moto da Vash mentre cerco di portare a termine l'ennesima pisciatina isterica.
Avrei voluto ricordarmi meglio il tracciato, avrei dovuto riguardare la registrazione onboard almeno un paio di volte, tanto per capire cosa c'è dopo il terzo tornante. Probabilmente il cervello fuma e si vede anche a distanza: Rino è proprio dietro di me e mi fa dono di una delle sue perle: "Occhio Zib! Il tracciato di gara è 13 km". Sembra scontato ma non lo è affatto, soprattutto ora con il cervello in pappa.
Finalmente viene dato il via al pilota che mi precede, esito per un attimo, ma poi la ragazza con il lettore del transponder mi fa segno di salire sulla rampa. Mollo la frizione, colpetto di gas e salgo. Sono sotto l'arco della Red Bull, di fronte a me il primo rettifilo di un tracciato lungo e velocissimo, che alternando larghissimi stradoni a tornanti in salita, ci porterà all'arrivo situato a quota 1465m slm.
Partenza: dopo il brivido e lo sconforto iniziale l'unico pensiero è arrivare in cima nel minor tempo possibile. La strada è larga, troppo larga... larghissima e rimango sempre con il dubbio di dove mettere le ruote. Da anni sto cercando di dimostrare che la miglior distanza tra due punti è sicuramente la curva, ma in questo caso la sfida con il cronometro mi impone di stare il più possibile interno, per curvare velocemente e spalancare immediatamente, arrivando nel più breve tempo possibile al prossimo cambio di direzione.
Da dietro uno scollinamento vedo dei commissari di gara e sulla mia destra dei coni, intuisco che sto sbagliando ma non vedo altra via di uscita, così dopo una vigorosa pedata sul freno posteriore giro a destra passando in mezzo ai coni verso la strada laterale. Mentre riapro a tutto gas il dubbio mi fa voltare di nuovo verso i commissari che si sbracciano animatamente: direzione sbagliata, imprecazione nel casco e cambio repentino di direzione. Il tornante con la deviazione a destra era poco più avanti.
Ho perso un sacco di tempo e se prima la possibilità di qualificarmi era remotissima, ora diventa una certezza: non ce la farò mai!
Ma non tutti i mali vengono per nuocere. Non potevo chiedere di meglio: posso dare tutto il gas che voglio perché da ora in poi mi concentrerò solo sul divertimento. Purtroppo la mia preparazione atletica risulta Non Pervenuta, sono fermo da un sacco di tempo e così, curva dopo curva sento la muscolatura dell'avambraccio destro diventare sempre più dura, aprire il gas e tenerlo spalancato diventa per me uno sforzo sovrumano. Nei tratti veloci il manubrio dell'XR rema come un gondoliere sotto anfetamine e mi ritrovo a mollare l'acceleratore più volte per tentare di riprendere la mobilità del braccio.

http://www.youtube.com/watch?v=GFg7ruVe5Cc

Salendo di quota il fondo diventa più compatto e stabile ma io sono stanco e disidratato come una prugna secca adagiata sulla superficie di un lago salato prosciugato. Per fortuna vedo in lontananza le ultime curve e l'arco della Red Bull: sono arrivato in cima, probabilmente con uno schifo di tempo, ma sono arrivato in fondo! Purtroppo qualche minuto più tardi apprendo che Francesco Catanese è caduto, Furio e qualcun altro del gruppo si sono fermati per chiedere come stava ma ovviamente cicciolungoculodivelluto li ha rassicurati e fatti ripartire. Scopriremo più tardi che la sua Morini Granpasso l'ha disarcionato violentemente. Il bollettino medico elenca forte botta alla testa, spalla lussata, frattura della testa dell'omero e vasta tumefazione alla gamba e a tutto il fianco destro per l'impatto contro le rocce.
Dicono che faccia parte del rovescio della medaglia, dicono che è da mettere in preventivo, ma la realtà è che te ne rendi veramente conto solo quando capita a te o a un tuo caro.
Sono contentissimo di essere arrivato in fondo, ma quando tolgo il casco realizzo quanta pazzia c'è a far correre il nostro involucro di carne e ossa su questi veloci feticci metallici, nell'intento di scoprire il nostro limite ed eventualmente spostandolo più in là.
Ne vale forse la pena? Talvolta ci sono domande che non necessitano di risposta. Questa è una di quelle. La scintilla ti fa correre, ti fa scalare le montagne, La scintilla ti illumina gli occhi quando ti volti e pensi a quello che hai fatto e a quello che ancora puoi fare, la scintilla ti tiene in vita.

La sera a cena siamo ospiti dei ragazzi di R80GS. Nel loro enorme gazebo c'è un attrezzatissima cucina da campo con cui preparano un ottima e abbondante pasta per reintegrare le energie disperse nella cava. Nella fredda montagna dal cuore di ferro l'impegno di tante persone mosse dalla stessa passione crea questi momenti di socialità dove si possono stringere nuove amicizie o consolidare vecchie conoscenze. Questa è la seconda grande lezione del Gigante di Ferro


IRON ROAD PROLOGUE 2
Il sonno è talvolta interrotto dalla musica o dal rombo di qualche motore, ma le prime luci del sabato fanno capolino dalle pareti della cava arrivando fino al nostro camper. Oggi sarà una lunga giornata, la nostra seconda chance. Ma non per Rino. Visibilmente scosso dall'incidente di Francesco non è nello spirito giusto per correre la seconda manche. Decide quindi di posizionarsi sul tracciato e immortalare il passaggio delle nostre maglie azzurre. Mi spiace molto che non possa godersi l'ultima sparata cronometrata ma capisco benissimo la sua posizione.
Questa volta non posso sbagliare strada, devo mettercela tutta per capire fino a dove posso spingermi. Prima della partenza ce la prendiamo comoda e traffichiamo un po' sulle moto. Ne approfitto per smontare e smartellare allegramente il paramani destro, accartocciato da un sacco di tempo mi costringe a tenere la leva freno in una posizione abbassata e assolutamente innaturale. Le pietre intorno al camper sono meglio di qualsiasi dima, sono molte, di ogni forma e mi permettono di ridare l'aspetto originario al vecchio ma indispensabile paramani. Rimonto il tutto e mi preparo, ora manca veramente poco allo start. Ma è proprio in quel momento che Tequila si rende conto di avere il cavo frizione completamente sfilacciato. Non perdiamo tempo e smontando il serbatoio ci accorgiamo che le vibrazioni gli hanno fatto perdere anche due viti di sostegno. Grazie all'aiuto di Bistecca e Vash riusciamo a effettuare la sostituzione di filo e guaina a tempo record. Ci dirigiamo verso la partenza praticamente per ultimi del nostro gruppo, ma non è ancora finita. La mia manopola del gas non ha più ritorno e non è il caso di rischiare di rimanere a gas aperto in gara, ne tantomeno lungo un tracciato come questo. Tequila mi consiglia di tornare al camper per una veloce quanto provvidenziale abluzione a base di WD40. Risolvo il problema e mi precipito di nuovo alla partenza. Stavolta non c'è Rino a rammentarmi di collegare la manetta al cervello ma è come se continuasse a ripetermelo. Tant'è che mi volto e rammento a Vash la lunghezza del percorso. Lui ride e nel frattempo la fila avanza, tocca quasi a noi.

http://www.youtube.com/watch?v=yESvwxk2jFY

Partenza: fin dalla prima frenata mi accorgo che in traiettoria si sono creati dei gran avvallamenti, la pista è notevolmente rovinata rispetto al venerdi. Ovviamente ripeto lo sbaglio fatto il giorno precedente: carichissimo di adrenalina parto a cannone da subito e dopo tre curve sono già bello bolso e ansimante. L'avambraccio destro duro e privo di reattività mi rende difficile spalancare il gas e tenere la moto in carreggiata. Cerco di continuare stringendo i denti ma a due minuti dalla partenza una grande pozza d'acqua mi fa perdere la pedana destra nonostante l'avessi presa riducendo molto la velocità. Arrivato sulla salita stretta vedo un sacco di gente che agita le braccia e preso da smania di egocentrismo lo prendo come un incitamento per farla a cannone. In realtà il significato era "rallentare", per evitare i crateri formatisi nella parte finale della rampetta. Me ne accorgo quando è troppo tardi, cerco di salvare il possibile e riesco per puro culo ad arrivare in cima, dove vengo premiato dagli scatti di Rino e di un altro fotografo dell'organizzazione.




http://www.youtube.com/watch?v=EYeMSLs7oWw

La mia tecnica enduristica è ancora molto acerba: gli appoggi (questi sconosciuti) andrebbero presi con brio ma proprio non mi vanno giù, inoltre un sacco di dritti mi fanno finire fuori traiettoria facendomi perdere tempo a dover controllare il posteriore nella sabbia smossa. Cerco allora di recuperare il possibile raddrizzando presto e tenendo aperto più che posso. Rino non sarebbe molto fiero di questa tecnica prettamente agricola, soprattutto dopo aver investito un sacco di tempo per inculcarmi un po' della buona pratica enduristica.
Il responso del cronometro: undici minuti e ventitre secondi.
Il responso di Zib: non vedo l'ora di tornarci nel 2010.


Squadra che vince non si cambia, infatti sabato sera si torna dai fantastici padovani di R80GS: pasta, ciccioli, mortadella, tomini sottolio, speck morbido che ancora me lo sogno e per finire una porchetta da antologia. Il tutto annaffiato da abbondante prosecchino e SERENITA'.


HARE SCRAMBLE
I migliori 500 piloti dell'Iron Road Prologue hanno la possibilità di partecipare alla gara della domenica: il temibilissimo Hare Scramble. La classifica generale mi esonera da questo ambito quanto gravoso compito: sono 701esimo e per qualificarmi avrei dovuto essere almeno 31 secondi più veloce. Ma non importa perché ci posizioneremo tra il sesto e il settimo gate per aiutare gli italiani che si sono qualificati. Assieme a Tom (canadese del team Husaberg) e Bruno (endurista sudafricano ma figlio di emigrati italiani) seguiamo una guida austriaca che ci porta lungo il fianco della montagna, in uno spiazzo aperto e libero da alberi. Non c'è un sentiero, ma un vago segno di calpestamento (come se fossero passate 5 o 6 persone al massimo) largo poche decine di centimetri che risale il fianco della scarpata e porta ad una stradina secondaria. A fatica raggiungiamo la stradina e non oso pensare come sia possibile affrontarla in sella ad una moto. Decidiamo quindi di rendere le cose meno impossibili perlomeno per i primi piloti che arriveranno, inizialmente scavando un leggero scasso nel terreno e successivamente stabilizzandone il fianco con qualche grossa pietra trovata lì intorno. Poco dopo ci raggiunge anche Rino, era nel bosco a qualche gate successivo ma la mancanza di luce rendeva difficilissimo ottenere dei buoni scatti nonostante la sua ottima reflex. A poco meno di un ora dalla partenza i piloti cominciano ad arrivare alla nostra salita e la maggior parte di loro si ferma proprio sotto di noi, chiedendo espressamente aiuto. Qualcuno prova anche a salire ma basta veramente poco per perdere il posteriore e scivolare giù dalla scarpata. Fortunatamente siamo attrezzati di corde e cinghie cosicché all'occorrenza ci precipitiamo per spingere e/o tirare. Tra un pilota e l'altro penso a quanto sia fantastica questa gara: anche se non mi sono classificato ho comunque la possibilità di partecipare alla gara in maniera attiva, da questo posto privilegiato, aiutando piloti che non conosco ma che ci fanno emozionare ad ogni metro guadagnato verso l'arrivo.

Nel pomeriggio l'avventura volge al termine, carichiamo le moto e ripartiamo in direzione Bologna. E' da due giorni che non mi lavo e decido di buttarmi nella doccia del camper per togliermi di dosso sabbia e fatica. L'acqua gelida è il colpo finale che prosciuga le ultime energie rimaste.
Durante il viaggio scarichiamo le foto e i video di questa fantastica avventura austriaca e il pensiero va già alla prossima edizione di questa incredibile kermesse motoristica. Arriviamo in città a mezzanotte passata, scarico la moto dal carrello, saluto i compagni di viaggio e imbocco la tangenziale. Una volta a letto chiudo gli occhi e mi sembra di vedere la polvere rossa del gigante di ferro: il piccolo ricordo di una grande avventura


RINGRAZIAMENTI

KARL KATOCH per essersi inventato l'ERZBERGRODEO
VALE, FURIO e tutto il gruppo Africa Twin Italia per l'organizzazione del DesertTwins Racing Project, per il tour nella cava con Cyril Despres, la cena nel Vip Lounge e tutte le altre opportunità riservate al nostro gruppo
BISTECCA per la grappa e la compagnia nel paddock
GIADA per averci consegnato l'attestato di partecipazione come nelle gare vere e per il tempo trascorso insieme
STEVE e ALESSANDRO per le cazzate sempre abbondanti e bellissime.
TEQUILA per aver creato il Fossom Camper Erzberg Edition, per aver spazzato le nostre briciole, i nostri culi e per l'ottima pasta del precario
VASH per essere stato il mio compagno di salite, discese e cadute durante i quattro giorni di anarchia enduristica
RINO per avermi fatto conoscere un sogno chiamato ERZBERG e per tutto il tempo passato sull'XR
PONCH per avermi regalato i guanti e per avermi tirato nella schiena gli stivali nuovi (ps: mi piangeva il cuore rodarli nella cava, così li ho usati solo una sera per andarci a mangiare).



Qualche altro video...
Domenica poco prima del passaggio dei barbari (RedBull Hare Scramble) tra il gate 6 e 7
http://www.youtube.com/watch?v=d8cJ8dyuR34
http://www.youtube.com/watch?v=QFLXtSCvLNI
http://www.youtube.com/watch?v=yzYHGsFj2bY


Arrivano i piloti
http://www.youtube.com/watch?v=ZtOMkVn1sLM
http://www.youtube.com/watch?v=LUcRl3JcYf4
http://www.youtube.com/watch?v=qLL0-9LDKVk
http://www.youtube.com/watch?v=Isns1OF7YU4


Il giro in paese del giovedi sera (tipo mad sunday al TT)
http://www.youtube.com/watch?v=LV87RrJ0Ij4
http://www.youtube.com/watch?v=SCRo9YxuEZM
http://www.youtube.com/watch?v=cHepW_rLd8U
La Miglior Distanza tra 2 Punti è la Curva

XR MAN

Bel report e bei video. Certo che nel prologo una bella XR 650 ce la vedrei proprio bene..

ArTheX

#2
Bello il giro un paese tutto per voi  ;D
:stop: MotoMocio In Action

http://www.xr-italia.com/forumxr/index.php?topic=28738.0
Member of KAZZEMBERGHER SM TEAM - a luxury brand of XR-italia
East Coast

zib

#3
passare davanti agli sbirri austriaci  su una ruota... NON HA PREZZO  :P


Citazione di: XRMAN (fù ICE) il Giugno 25, 2009, 18:20:07 PM
Bel report e bei video. Certo che nel prologo una bella XR 650 ce la vedrei proprio bene..
c'erano quattro  650 in gara :)
purtroppo nessun italiano :(

Hansen (DEN)  534esimo
Stifter (GER)     626
Lessl (AUT)       988
Rudolph (GER)  1133

La Miglior Distanza tra 2 Punti è la Curva

belzebelze

street legal or simply roadworthy? la seconda che ho detto se non ricordo male  :D 701emo non è poi tanto male, complimenti  ;)

zib

#5
grazie  :)

diciamo "as roadworthy as possible"  ::)

il tempo è un po' cosìcosì ma sono felicissimo perchè ce l'ho proprio messa tutta  :metal:
La Miglior Distanza tra 2 Punti è la Curva

belzebelze

Citazione di: zib il Giugno 25, 2009, 21:23:50 PM
grazie  :)

diciamo "as roadworthy as possible"  ::)

abbiamo coniato A.R.A.P., anche la mia anche la mia :lol2:

zib

#7
:mano: 

:megalol:
La Miglior Distanza tra 2 Punti è la Curva

gilleslalay

tu mi dici quello che devo fare e io lo faccio

...... e resto qui distrutto
disperato ancora un po'
ma prima o poi ripartirò.
E salirò ..........

Tacco

Bella esperienza davvero! La mitica XR è mancata per soli miseri 31 sec.

La prox volta ti toccherà fare i gates  ;D
Il Tacco enologo ubriacone "a chi non beve vino Dio neghi anche l'acqua"

zib

MAGAROOO  :)
anche solo provare l'emozione della partenza fra i 500 sarebbe un emozione spettacolare!
Anche se è praticamente impossibile io continuerò a sperarci.
Non vedo l'ora di tornare alla cava ;)
La Miglior Distanza tra 2 Punti è la Curva

Barte

Miata...because life is too short to drive a Golf.

RAZZO



WAKATADAO RESING TIM

KAZZEMBERGHER TEAM

XR21


after

...sei stato grande... complimenti davvero...
...se sei incerto, MOLLA UN ATTIMO!!! ...perche' come dice il buon e saggio Paulogas "di gente che va' ce n'e', di piloti pochi..."
XR 650 SuperSic 58 replica
KAZZEMBERGHER SM TEAM... strada e pista!!!