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7° Desert Tour - Tunisia - 26 Dicembre 2011 / 9 Gennaio 2012

Aperto da Felino68, Gennaio 17, 2012, 19:24:35 PM

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Felino68

                                     Il viaggio della vita - L' Africa di un terrone mezzosangue.
           Le storie, le impressioni, l' introspezione e le immagini, di un pesce fuor d' acqua al
  7° Desert Tour in Tunisia di Xr-Italia.com  ed  Avventure Offroad. Dicembre 2011 - Gennaio 2012.

  La storia inizia con un ragazzo che riesce ad estorcere a suo padre un vespone a diciassette anni, vincendo una scommessa scolastica.

  Uno sciagurato fratello maggiore un giorno decide di barattare quel vespone con un immondo Morini Canguro 350, un vomito, ma comunque un passo avanti. Sempre quello scellerato fratello incappa casualmente in un Cagiva Elefant 650, prima serie. Il pivello abbagliato da tanta stazza rinuncia al facile Morini pur di cavalcare, nonostante non ne avesse l' età, questo prodigioso bestione.

  Era il periodo in cui la Cagiva investiva molto nella Parigi-Dakar, e di li a poco l' Elefant commerciale inizio ad acquisire la livrea della Lucky Strike, aumentare la cilindrata, carenatura integrale ed a plagiare la mente di quel ragazzo innocente, che visse tutti gli anni del dominio italiano alle Dakar come se fosse lui in sella.
  Al traguardo dei quarant' anni, in piena crisi di mezza età, questo "ragazzo" che per comodità chiameremo "Felino68" si imbattè, on line, in una Honda xr 650 di uno che abitava dalle sue parti in Terronia. Detto fatto, quando andò a ritirare il suo nuovo cavallo, il tale che glielo vendette disse di non preoccuparsi perché per qualunque problema avesse avuto il mezzo, c' era un sito dedicato in cui avrebbe trovato tutte le risposte, ed intanto riempiva il pick up di Felino con gomme tassellate usate, paracolpi d' alluminio pesante con borraccia incorporata, serbatoio maggiorato, leve di ricambio ed altro ancora, tutto compreso nel prezzo. Tra questa e quella chiacchiera il tipo diceva di aver viaggiato molto con le altre sue moto, ed di aver anche cavalcato le dune con la sua Africa Twin. Beh disse tra se e se l' ignaro micio, se lui c' è andato col bicilindrico col monocilindrico sarà una passeggiata !
  Di li a poco l' avviamento elettrico del porco si scassò, e Felino inizio a smanettare su quel fantomatico sito in cerca di risposte. Da neofita inizio a guardare in giro finché per caso si imbatté in due magiche paroline "Desert Tour". Con gli occhi sgranati, ammirò incredulo, le gesta dei titani : Webmaster, Chef Mariò, Jil, DocMarco62, Duga84, Il Furiano, Vicepresidente, Jago, Gogo, e rimase estasiato dai racconti epici del novello Omero, Fred Krueger, sognando ad occhi aperti di poter un giorno anche lui provare quelle sensazioni.
  Un tale giorno lo Chef scrisse che si poteva fare un giretto easy da Ksar Ghilane in quattro giorni ed assaporare di nuovo le sabbie dopo la primavera araba. In punta di piedi non osando destare le ire dei titani sopiti, Felino si inserì nel gruppo chiedendo se si potesse aggregare. Richiesta ignorata per oltre 15 giorni, in cui Felino non sapeva cosa fare ne cosa pensare. Sarò troppo terrone per costoro ? Sarò troppo vecchio ? Ma ce ne sono di più anziani però ! Gli starò antipatico ! Felino per un attimo credette che il suo folle sogno si fosse infranto, quando prendendo il coraggio a due mani sollecitò una risposta. E li iniziarono i cazzi !
  Da buon don Chisciotte incosciente, inizio a cercare uno scudiero che gli potesse dare una mano in caso di difficoltà. Quasi per caso il cugino Giovanni, che in quei giorni stava ristrutturando la sua casa in campagna, tra un consiglio architettonico ed una presa per i fondelli, si appassionò al progetto. E' fatta. Si parte.

  26 dicembre 2011, ore 05,15 sveglia. Sulla strada per Salerno è prevista pioggia e neve per cui il caro amico meccanico Liborio, mette a disposizione il furgone di un' altro, per trasportarmi al porto con la moto. Di pioggia e neve, manco a dirlo, nemmeno l' ombra. Giovanni seguiva con il Rav pieno di bagagli, completamente allo scuro dei dettagli di questa avventura. Saluti e baci al casello, splendido sole, primo viaggio in nave per me, felici come due bimbi, ci imbarchiamo incoscienti alla volta dell' AFRICA.

  L' esplorazione della nave Catania, per me è stata d' obbligo, dato che da piccolo quando qualcuno mi chiedeva cosa volessi fare da grande, dicevo sempre l' ingegnere navale, ma alla fine ho fatto il vaccaro. Giovanni invece, subito in tenuta da notte, cerca di capire come fare a passare queste 24 ore di pallosissima traversata che abbiamo davanti.

  Rigirando tra le mani il suo Blackberry o giù di lì, gli viene l' idea geniale. Il report vocale. Come due deficienti con la ridarella, due volte al giorno, registriamo i fatti salienti ed i dettagli del periodo trascorso.
  Siamo alle ferie natalizie e la nave è stracarica di tunisini che tornano casa, stranamente tutti in auto, anche non marcianti, e di carovane di vacanzieri off-road tutti in auto tranne tre. Io e due Giessisti uno 800 ed uno 1200.
  Mare tutto sommato buono, ma non riuscendo a stare in cella, spesso vagavo per il carcere sovraffollato in cerca di anfratti nuovi. La triste constatazione è stata che in nessun posto avrei potuto poggiare le natiche se non nella mia cuccetta. Tutta la nave, ristorante, corridoi, scale, bar e spazi comuni compresi, era un lazzaretto di manzoniana memoria. Risultato, 24 ore di digiuno non potendo poggiare il vassoio da nessuna parte. Poco male, siamo sovrappeso e di nuovo in cella a nanna.

  27 dicembre, mattino presto dopo lo scalo a Palermo, decido che è ora di fare colazione. Circa due ore e mezza di fila concitata per ottenere i due cornetti e i due cappuccini, che ci siamo goduti, ovviamente, in cella. Nella bolgia mattutina vengo fermato da due tunisini, che scopro essere Mohamed e Sla. Un mio ex dipendente ed un suo amico che conoscevo. Chiacchierando viene fuori che il primo gennaio 2012 in Libia entra in vigore una legge che vieta l' importazione di autovetture di età superiore ai cinque anni. Ora capisco dove andranno a finire tutte quelle carcasse a quattro ruote caricate sulla nave. Stiamo attraccando al porto di La Goulette quando all' improvviso un brivido mi corre per tutta la schiena. Dal minareto vicino al porto parte il richiamo alla preghiera dei mussulmani. Siamo in Africa ! Non mi è dispiaciuto quel canto, l' ho interpretato semplicemente come il benvenuto di una cultura diversa dalla nostra.
 Sbarchiamo, tutto ganzo difronte ai due Giessisti, mi appresto a scalciare per accendere il porco. Niente da fare. All' improvviso una fucilata rimbomba tra le lamiere del ponte 3 e li ormai sono sicuro.......che la figura di merda è fatta. Loro spingono il bottoncino e vanno, io spingo la moto e scendo. Venti minuti di sudore, bestemmie in italiano, così non mi capiscono, la batteria della moto a terra, altri due spari sulla banchina, ma alla fine vinco io. Pratiche doganali da paura, Giovanni sgancia 20 euro al doganiere per non vedersi il Rav smontato e finalmente.........inizia a piovere !
  Esco dai cancelli e non trovo ne Azaiez ne Mahmoud, altri due dipendenti in ferie, che mi aspettavano. Faccio un pò di giri li vicino, in piedi in moto, un tipo si braccia, mi avvicino e mi chiede in francese se gli volevo vendere la moto da portare in Libia. Volevano anche il Rav. Trovati finalmente Azaiez e Mahmoud, facciamo carovana da Tunisi ad Hammamet sotto l'acqua sfrecciando in autostrada a 100 all' ora con le Michelin Desert. Ripensandoci mi cago addosso.
Arriviamo a notte fatta al Mouradi Hammamet, io, tutto pisciluno, allago lo splendido salone dell' hotel, ceniamo in quattro in hotel e fine della giornata.

  28 dicembre, sveglia con comodo, ca**o questo hotel occupa un intero isolato ed e fornito di tutto. Piscine, solarium, centro benessere, bar, ristoranti, discoteca, saloni, palestra, negozi, salone per i tattoo, musica araba dal vivo, campi da tennis ed escort coi tacchi rossi a spillo da paura.

Decidiamo di fare visita ai due dipendenti a Menzel Temime. Viaggio verso Nord sull' "Adriatica" fino alla "Pianura Padana" che è come il Salento. Scopriamo un' Africa quotidiana apparentemente operosa che si muove quasi tutta su vecchi Peugeot 404 pick up che sembrano le macchine americane di Cuba.




  Visitiamo le loro case, ci deliziamo del fatto che non hanno ne acquedotto ne fogna ne riscaldamento ne ICI, pilastri standard 15x25, ed immondizia un pò dappertutto. Il pranzo delizioso viene servito in salotto ma.....i commensali siamo solo noi quattro. Donne e bambini "Via in cucina". Il paradiso !
Antipasto con bric a l'euf, cus cus, insalata e frutta di stagione, caffè aromatizzato alle rose con pasticcini secchi alle mandorle e miele. Da favola. Profumi e sapori che non sono nostri, il tutto senza i capricci di chi vuole cucinare roba che la natura non fornisce in quel momento.
Al ritorno il pomeriggio visita al mercato, per turisti, di Nabeul, dove un negoziante di nome Sofiane, una zecca : "du idaliano, anghe io idaliano, forza iuve, vaffangulo, eh amigo vaffangulo". E Giovanni : "ma vaffanculo tu ".

  Decidiamo di perderci per i vicoli laterali del mercato dove le botteghe diventano autentiche ma ad un certo punto....ci siamo persi. Panico. Per fortuna il mio senso dell' orientamento non ci ha traditi ed abbiamo riguadagnato il Rav. A buio già fatto, corsa ad Hammamet dove aspettavamo la truppa che arrivava da Zena.  Sbirciando dietro il cancello del parcheggio dell' hotel, avvolti da una aura celestiale, in tutta la loro maestosa imponenza scorgo Webmaster, Chef Mariò e Jil. Con un pò di soggezione, piccolo piccolo, mi avvicino e timidamente dico :  "Webmaster ?". E Giove tonante dall' alto dell' Olimpo replica : "Felinoooo ! ". Fiuù. Il ghiaccio è rotto. Mi aspettavo una saetta ! Dopo  cena ci ritroviamo nel bar dell' hotel e fraternizziamo con una parte del gruppo. Enrico, io, Giovanni, Vanessa, Nico, Bibo, l' autista del Patrol con 40 cv a ruota comprese le due di scorta, Marcello, Jil, Cosetta e Webbo.





  Giro a piedi per Yasmine Hammamet, spiaggia compresa e ci vediamo domani.

  29 dicembre, colazione, carichiamo il mio BRP sul carrello di Mario e via per Douz. Li ci rendiamo conto di quanto vasta ed eterogenea sia la carovana. Tredici mezzi a  quattro ruote ed undici moto trasportate. La discesa verso sud  porta come novità, la vegetazione che si dirada, niente più orti ed olivi e la comparsa di sabbia con arbusti. Molta più immondizia, generalmente plastica.

  Sosta per pranzo in un ristorante carne e pesce niente male, tranne che per le solite zaffate di pozzo nero provenienti dal retro.


  Ciapati45, il panino completo della casa, Coca Cola e té alla menta. Nu babà !


  Ripartiamo, e frequenti diventano questi capanni con i velli di pecora appesi.

  Sono delle grill house. Entri gli dici che pezzo vuoi che ti arrostiscano, uccidono la pecora, te la scuoiano davanti agli occhi, prelevano il pezzo, lo cuociono e buon appetito a chi non è debole di stomaco. Mò quasi quasi chiamo il NAS. Venditori ai margini delle strade con muri di taniche colorate di carburante di contrabbando proveniente dalla Libia, lattine di olio d' oliva e di olive in salamoia, capanni che vendono datteri freschi, un uomo vende due tacchini in autostrada.

  Lasciamo la via principale per iniziare ad addentrarci ad Ovest. Mario davanti a tutti, io e Giovanni subito dietro. Mario svolta a destra si ferma sempre a destra sotto un muro bianco, noi dietro di lui. Si sentono dei fischi tipo il fischietto dell' arbitro di calcio. Mario si guarda in giro, alza le mani, si ferma, poi si mette in macchina e riparte. Nella garitta appesa al muro della caserma, un militare si agitava puntando prima a Mario e poi a noi il suo AUG. Grande cagotto ! Ci addentriamo verso un' Africa che inizia a prendere sempre più le sembianze di quello che uno sì aspetta. La posso paragonare ad una periferia urbana senza urbanizzazioni di alcun genere, ne piano regolatore, con costruzioni basse.

  Il paesaggio diventa sempre più ostile. Vedute mozzafiato e pisciata collettiva al tramonto.

  Arriviamo al Tuareg a Douz.

  Dopo il cinque stelle di Hammamet, questo sembra una stamberga ! Cena briefing, nel quale mi rendo conto che questa non è roba per me. Sono molto preoccupato. Come me un ragazzo padovano che sembra la mia fotocopia. Tomas. Sovrappeso come me, prima esperienza come me, sposato con due figli come me, in preda alla strizza come me. Non ho intenzione di perdermi nel deserto, salire sulla duna vicina più alta, strappare il fianchetto dalla moto ed incendiarlo per farmi vedere. Uagliò, io l' XR me lo sono sudato e non per dargli fuoco ! Per dimenticare queste paure, io, Giovanni, Enrico, Jil, Bibo, Vanessa e Cosetta andiamo in un locale di Douz a bere il tè alla menta. Il proprietario un bellissimo tunisino con gli occhi azzurri, che parlava toscano stretto.  



  30 dicembre, arriva il gran giorno. Concitazione generale nel parcheggio.

Chi tira giù le moto, chi già le ha accese, chi si veste, chi fotografa, Giovanni prende dimestichezza con un quad che sembra un paperino (ciclomotore 2T 50cc con variatore tipo Motobecane) sfiatato, con sua grande rabbia, i macchinari che fanno gli ultimi preparativi, Aref è già arrivato con gli altri due pick up d' appoggio, ed ora tocca a me. Vestito da pagliaccio, sotto lo sguardo vigile e severo di Andrea ed Enrico, gli altri due xristi 650, mi accingo ad avviare il porco. Porca merda e se ora mi succede quello che è successo al porto ? Ora faccio la procedura così come l' ha descritta il Webbo nel sito, così faccio pure vedere che ho studiato. Aria tutta tirata un calcio. Decompressore tirato, aria chiusa e cinque calci. Calcio di avviamento e.......niente. Secondo calcio....e niente. O ca**o. I due docenti si fanno scuri in volto. Gioco l' ultima carta. Aria a metà e calcio. Parte. Mi attacco alla manopola del gas così che non si spenga più. I due prof. si guardano, annuiscono e passano oltre. Esame superato.
  In carovana ci muoviamo per andare al distributore e fare il pieno, tutti, macchine moto e quad. Regoliamo la pressione delle gomme e via. Un ragazzo di Douz si pavoneggia davanti alla nostra carovana ferma facendo le penne col suo motard.

  E noi con aria di sufficienza : "Pfui, fa tutto il ganzo, ma lui non sa cosa stiamo andando a fare noi". Mi sa che lui lo sapesse, per questo si è fatto il motard e resta sull' asfalto! Ci muoviamo, attraversiamo Douz, poi dirigiamo a Sud verso una piantagione di palme da dattero e poi deviamo dall' asfalto verso la pista a sinistra. Nei due sensi di marcia cammelli e carretti trainati da asini, carichi di donne e bambini festosi.
  Inizia la pista sabbiosa, inizia l'avventura e....badabam. Felino vince la coppa per la prima caduta al Desert Tuor. ca**o ma l' avevo scritto che avevo bisogno di un tutorial per la guida sulla sabbia. Non ti preoccupare, mentre vai impari, mi fu scritto. Cielo dietro di me subito si ferma e chiede se tutto fosse ok. La caduta era innocua, il vestito da pagliaccio ha funzionato bene e la sabbia era soffice. Il morale invece è rimasto a terra sotto la moto. Webbo impietoso, scatta subito una foto.

  Arriva Mario tutto incazzato per la prima perdita di tempo, mi redarguisce : "Tieni il culo sulla targa ! " Ma per quanto chiappone, fino a li non ci arrivo proprio. Rimonto ed inizio ad andare. La moto va, sul culo mi si imprimono i caratteri della targa,  e la moto va, va che è un piacere. Dio come è difficile, quanto precaria è questa condizione, quante variabili non controllabili ci sono in gioco, ma quanto è bello. Dio che avventura.
  Giovanni non lo vedo ma so che è dietro di me. Ogni volta che rallento mi sorpassa. Va bene così. In questo viaggio ho sempre fatto da navigatore, ma c'è un problema. Ma dove minchia dobbiamo andare ? Seguite la pista è stato detto. La pista è pesantemente segnata dalle carreggiate profonde delle auto e diverse vie alternativa si aprono a destra e sinistra. Il modo più sicuro per chi non sa dove andare è restare sulla pista principale. Ma le carreggiate delle auto sono il peggior nemico dei motociclisti. Stringo i denti aumento la velocità. Sul culo si può leggere anche la provincia di provenienza, acquisto fiducia ma non mi rilasso, delle curve in successione con sali scendi, carreggiate esagerate e........badabam. Il morale è di nuovo incastrato sotto la moto. Giovanni subito si ferma e mi aiuta a rialzare la moto. Tutto ok. Come nelle migliori scuole, si passa alla difficoltà successiva. Se non vuoi affogare nelle carreggiate degli altri, apriti una strada parallela. Ma la paura di allontanarsi dalla retta via è tanta. Decido di allontanarmi, ma poco poco. Giusto sulle dunette adiacenti.

  Scavalco, la moto vola, ok, ancora un'altra, un' altro volo, la moto atterra sulla ruota davanti, i piedi mi si sollevano dalle padane, ma per fortuna la merda si era rappresa tra culo e parafango e non sono volato via, la moto inizia ad andare dove vuole lei in un crescendo di sbandate salti e deviazioni repentine. Dulcis in fundo Giovanni nella mia stessa condizione con il quad, mi taglia la strada e per un pelo non lo becco. Mi fermo tiro un sospiro di sollievo. Avete presente le reclute mandate al macello in trincea ? Chiedo a qualcuno, non so neanche a chi, "ma quando ci fermiamo ?". " Più avanti c'è il Caffè la Porte du Desert, ci fermiamo lì ". Rincuorato riprendo, sembra che tutto proceda bene, cado ancora ma poca roba, il terreno a tratti diventa sassoso e li mi posso sedere e riposare. Finalmente arriviamo al Caffè, Giovanni poco dietro di me. Bene ora mi riposo un po, mi prendo il tanto agognato tè alla menta e faccio qualche foto. La mia faccia tradisce la mia stanchezza e la mia tensione.


Ma anche Webbo sembra stanco.

  Bene, raccolgo le idee.......e qualcuno inizia a gridare : "In marcia, siamo in ritardo". Ma come, sono appena arrivato, sono morto, il tè ? Di nuovo in sella. Questa volta la pista è più clemente. Più rocciosa e si può andare meglio. Gli amici del Nord-Est con i Ktm si vede che sono a loro agio su questa superficie perché vanno molto spediti ed impostati.

  Dico "meglio il sasso che la sabbia", quando il fondo diventa una sassaia maledetta, aguzza, pericolosissima in caso di caduta. Trema tutto. Decido di rallentare, ma le macchine mi sorpassano. Non va bene. Mi impongo di stare davanti a loro e pian piano recupero, fino a che non arriva la manna dal cielo. Un bel nastro d' asfalto nei pressi del parco del Jebil. Mi riposo finalmente. Continuiamo a circumnavigare il parco in attesa del primo ristoro. Lo vediamo, ma subito prima dello spiazzo, insidioso un salitone tutta sabbia, una mezza duna. Chi è già arrivato, si è già piazzato in altura a fare foto. Sono tra gli ultimi ovviamente ed è tutto pieno di tracce. Sono atterrito, non so da dove salire. Mi invento un percorso e.....badabam. La ruota si infila nella sabbia e quasi cappotto. Nulla di che. Chi ha assistito alla caduta, forse Alberto, mi spiega l' errore e mi aiuta a rigirare la moto. Riparto ed agevolmente arrivo al campo. Ma il morale è rimasto a terra in fondo alla salita.
  Primo pasto nel deserto. Nuova esperienza. Si entra in queste quattro mura con tetto, e pavimento di sabbia, con le stuoie posate lungo i muri a ferro di cavallo. Le guide tunisine erano intente ad arrostire carne, accompagnata da insalata mista  di ortaggi di stagione. Seduti sulle stuoie abbiamo consumato rapidamente il pasto.


  Bibo consigliava di non appesantìrsi col cibo, e quanto aveva ragione. Prima di partire sempre Bibo mi spiegava quale fosse la postura corretta in piedi sulla moto. Partiamo, ma per me è stata una vera sofferenza. La concentrazione era scarsa e le forze poche. Abbiocco postprandiano bastardo. Per fortuna il primo tratto era un piattone duro ma veloce. Non potendo sedermi stavo culo indietro. Bibo mi affianca e mima la mia posizione col culo a poppa, e mi mostra come correggerla. Grazie Bibo, ma il troppo stare in posizione piegata mi ha fatto montare un gran mal di schiena, e purtroppo per me la posizione corretta non me lo allevia. Stringo i denti ma sono molto provato. Il continuo inseguire ed il non sapere dove andare mi aumentano lo stress. Sembra una corsa non un tour. La meta oggi dovrebbe essere il monte Tembaine, ma siamo immensamente lontani. Non so quanto sia durato quel piattone. So soltanto che ad un bel momento trovo davanti l' altra mezza duna (quella dell' ultima caduta) ma stavolta in discesa. La traccia principale era massacrata, invento. Scendo giù, poi salgo sulla dunetta successiva e una volta scollinato scopro che questa si chiude a ferro di cavallo davanti a me. La via d' uscita a destra era sbarrata da un pietrone che sembra quello incastrato nel fianco della Costa Concordia ed ancora più a destra un grosso arbusto di erba cammello. Decido di provare a scalare la dunetta ma mi ficco nel catino e .......badabam. Davanti a me una infinita successione disordinata di dune in salita.

  In men che non si dica mi ritrovo attorniato da Jil che dice che sarei dovuto passare tra la pietra e la duna (gulp !), Bibo,Tomas, Enrico, Webbo, Giovanni e Vanessa che non ho capito da dove fosse sbucata, ma meglio così perché e lei che ha fatto le foto di questo evento.

  Questo è il Punto Felino - Lat 32° 58' 32,88" N - Lon 9° 8? 28,32" E - . Io in moto sono arrivato fino qui.
  In quel momento non volevo altro che mollare, mi tolgo il casco e comunico la mia decisione. Ora posso dire di essere stato avventato. Rimuginando quel momento, mi rendo conto di non aver ben interpretato il tour. Tutti avevano una fretta forsennata perché si erano prefissati la meta troppo ambiziosa di Bir Aouine. Il primo tratto di pista era da tutti conosciuto e quindi hanno ritenuto superfluo affiancare la guida alle moto, come poi invece è stato stabilito. Non ho saputo leggere quanto provati fossero anche gli altri, in special modo Tomas e Webbo.

  Siamo rimasti li tutti insieme in attesa della scopa per molto tempo, e quando le moto si sono mosse per raggiungere il campo che era lì a pochi chilometri, vedendo Tomas che seguiva tutti, sentendo che le forze mi erano tornate ho subito capito di aver fatto la scelta sbagliata. Ma ormai il meccanismo si era messo in moto. Decidiamo di riportare la moto a Douz, per fortuna ! Nel pick up con Aref raggiungiamo l' hotel Touareg, li mi metto in abiti civili, ricoveriamo la moto, e ci facciamo il deserto di notte. Inquietante. Inizio a gustarmi questa nuova condizione di passeggero. In questa andata e ritorno non mi capacito di quanta strada ho percorso in moto e di quanto bastarda fosse vista dall' auto. Sono circa 80 km. Per me va bene così. Trovo il campo già montato tra Tembaine ed El Klikha, con le auto messe in cerchio e tutte le tende all' interno. Aspettavo solo l' attacco  dei Sioux a cavallo.

  Report serale con Giovanni, in cui mi dice che dopo avermi lasciato, i motociclisti si sono persi nella ricerca del campo. Qui stasera stranamente non si riesce a dormire. Le tende sono così vicine che si sente quello che russa, quello che parla, quello che si agita, quello che scorreggia. Da morire dal ridere. Beh, del resto per me questa è anche la prima esperienza di campeggio.
"Hic sunt leones"
Vespa PX 125, Morini Canguro 350, Cagiva Elefant 650, Vespa PX 150, Honda XR 650 R AE, Honda NX 650 Dominator.

gpsmax

... forse come motociclista non sei bravo quanto come reportista, ma va bene così...

... davvero un bel report, Felino... ho goduto molto nel leggerlo, e mi ci sono riconosciuto al mio primo viaggio... belle sensazioni...

... e poi, ad andare in moto si può imparare, anche a forza di culate...

ma a raccontare le cose come hai fatto, ci si deve nascere.

8)
Per cortesia non contattaemi in privato (via PM o mail) per aiuto o consulenze tecniche, postate pubblicamente, e se vi posso aiutare lo farò volentieri.

Felino68

  Grazie gpsmax. Se mia moglie non mi caccia di casa, ho intenzione comunque di riprovarci.
"Hic sunt leones"
Vespa PX 125, Morini Canguro 350, Cagiva Elefant 650, Vespa PX 150, Honda XR 650 R AE, Honda NX 650 Dominator.

Rai67

SWM125 SIXDAYS 1976  KTM2501986 XR6001994

Webbo

cosa tocca fare, ci si spaccia pure per stanchi pur di tirar su il morale agli amici.  :P
Per cortesia non contattatemi in privato (via PM o mail) per aiuto o consulenze tecniche, postate pubblicamente, e se vi posso aiutare lo farò volentieri.

RAZZO

Bel racconto Felino ..... mi sembrava di essere io al tuo posto.  :P :P

Razzo


WAKATADAO RESING TIM

KAZZEMBERGHER TEAM

battist83

"Stringo i denti aumento la velocità. Sul culo si può leggere anche la provincia di provenienza...." Ahahahahah!!!
Ma Felino toglimi una curiosità: la tua decisione di fermarsi, era legata più alla paura o all'inesperienza?

Webbo

ocio che Battist' vorrebbe provare con la moto la prossima volta .... sbologniamolo ad un altro toru operator !!!!  :D
Per cortesia non contattatemi in privato (via PM o mail) per aiuto o consulenze tecniche, postate pubblicamente, e se vi posso aiutare lo farò volentieri.

luigiv66

Citazione di: Felino68 il Gennaio 17, 2012, 19:24:35 PM
                                   

.... Dulcis in fundo Ma anche Webbo sembra stanco.
....
........Non ho saputo leggere quanto provati fossero anche gli altri, in special modo Tomas e Webbo.
.....

"Stanco" e "provato" il Webbo??
Non penso proprio!!
:)


Coraggio Felino, l'inizio è stato duro per tutti.
Basta insistere. ;)



:)
ex XL125R (Made in Japan) - XL350R - Fiat 124 Sport/spider - Transalp XL650V
ora XR400R (Off) + XL500R + Fiat 500L + Ciao PX

Lu

Lu
Honda CRE 230F

volere, è potere!

Felino68

   @ battist83 : al dolore fisico ed allo stress mentale. L' esperienza, è vero, si affina caduta dopo caduta. Il dolore fisico era più che altro alla schiena. Lo stress mentale era dovuto alla fatica, causa abbiocco, ed al ritmo troppo elevato per me, che non riuscivo a sostenere.
Il mio tour ideale era quello saltato ad ottobre con tappe a margherita intorno a Ksar Ghilane. Li si sarebbe potuta gestire una crisi in modo migliore. Credo che la ricetta ideale, per uno che non ha esperienza, sia vedere il punto di arrivo o comunque avere ben chiaro dove andare, e non avere nessuna fretta nel raggiungerlo, rispettando il passo che uno si sente di tenere. Ma si sa, quando si è in gruppo..........
   @ luigiv66 : devo confessarlo. Webbo è una roccia. Gioventù granitica di un' epoca che non c'è più. Sono stato cattivo perché mi ha fotografato quando sono caduto.  >:(          :D :D :D
"Hic sunt leones"
Vespa PX 125, Morini Canguro 350, Cagiva Elefant 650, Vespa PX 150, Honda XR 650 R AE, Honda NX 650 Dominator.

blackman

#11
bellissimo report felino, grande, ma non è finito vero? dai dimmi che continua, daiiiii ::)Voglio sapere 4 giorni in auto tu e Tomas cosa vi siete detti ;D

Mura

Citazione di: Webmaster il Gennaio 17, 2012, 23:28:33 PM
ocio che Battist' vorrebbe provare con la moto la prossima volta .... sbologniamolo ad un altro toru operator !!!!  :D

:dente: :lol2:

zikigiovanni

felino bellissimo racconto,un'esperienza che non dimenticherai mai...complimenti a tutti .....;)
nel dubbio,smanetta ;)

Rai67

Citazione di: Felino68 il Gennaio 18, 2012, 13:30:49 PM
      @ luigiv66 : devo confessarlo. Webbo è una roccia. Gioventù granitica di un' epoca che non c'è più. Sono stato cattivo perché mi ha fotografato quando sono caduto.  >:(          :D :D :D
questo lo sappiamo infatti Felino hai sbagliato, dovevi solo caricare a mo di zaino la tua moto sulle spalle del webbo, e tu montavi sul suo manubrio ....e così finivi il giro!!! tanto il web manco se ne accorgeva!!!! ;) ;) ;) ;) ;) ;)
si il tuo giro era quello di ottobre  ;) ;) ;) ;)
comunque complimenti gran bel giro
SWM125 SIXDAYS 1976  KTM2501986 XR6001994