UNA OBESA E UNA ANORESSICA IN GITA AL FORTE
Lobesa è la mia Elefant 750, lanoressica la WR250F del caro amico Diego, compagno di 1000 e una avventure. Per la moto italiana 195 kg per 51,8 cv, contro 115 kg e 30,9 cv della japponesina: 2 mondi opposti si incontrano!
Per mia fortuna Diego è di mentalità aperta, non è di quelli che storcono il naso quando ci presenta al via di un giro con una moto sopra i 130 kg, e accetta di buon grado luscita un po anomala; ma non lo deluderò!
Attraversiamo le ultime case della città, e Diego, come mi dirà poi, si stupisce non poco quando mi vede imboccare deciso la stradina che porta ad un sentiero che facciamo spesso, un sentiero di vero enduro, concentrante in un paio di km o forse meno, monotraccia larghi come la ruota, fango, strappi ripidi con sassi viscidi, radici, pietra a scaglie e un paio di tornanti.
La seconda lunga del 750 Ducati mi permette di salire in scioltezza; devo però stare attento a non accelerare troppo ed inclinare troppo il mezzo, perché le derapate di questo bisonte non sono facili da controllare; altra accortezza, non prendere gradini e radici troppo di petto, perché la forcella è troppo cedevole e si rischia il fondocorsa, e non è bello trovarsi in sella a 2 quintali di moto imbizzarriti!
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Luce nel bosco
Ci portiamo in quota attraverso il bosco di mezza montagna, valli umide ed appartate, posti da boscaioli e moto enduro.
Fuori dal bosco, sosta fontana e scambio mezzo, al principio di una facile sterrata carrozzabile, dai lunghi traversi di fine ghiaino e dai tornanti quasi tutti lastricati in pietra. Attendevo con impazienza il momento di questo scambio: non per guidare il libidinoso WRF250 del mio amico, già provato tante volte, ma per vedere Diego in sella ad un bestione ignorante: il mezzo più grosso che abbia avuto è stato il KTM 400 LC4 , altrimenti solo piccole cilindrate a 4T da categoria E1, Yamaha 250, KLX 250.
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Prati e monti
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Sul sentiero
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Cagivone allattacco
Nelle precedenti esperienze in sella al 5 valvole Yamaha mi ero esaltato dalla leggerezza e maneggevolezza del mezzo, e la potenza del motore mi era parsa agli stessi livelli del mio XR400, ovviamente più diluita nellampio regime di rotazione: lXR ha più spunto e schiena a metà erogagazione ( e ci mancherebbe, 150 cc in più non sono pochi) il WR allunga alla grande: avevo deciso che se mai sarei sceso dallXR, avrei preso la Yama 250!
Ma stavolta, appena poso il culo sulla sella blu, sono disorientato: dovè la moto? Tra le gambe non stringo nulla, avanzo, avanzo ma potrei sedermi sul manubrio tanto la moto è inesistente, pare di essere seduti su un tubo! Qualche migliaio di km in pochi mesi con in mezzo alle ginocchia la cisterna del Cagiva ha stravolto tutti i miei parametri.
Per non parlare del motore: abituato al tiro potente e costante del bicilindrico Ducati, a tutte le marce e a tutti i regimi, mi sembra che il WRF non vada una pippa! Canno completamente la guida del frullino Yamaha, sbagliando continuamente marcia al momento del cambio, e il motore fa BOOOOOOO, come una 2T scarburata; se ora mi facessero provare una nervosissima 2T di piccola cilindrata, 50, 80, 125, mi sa che non saprei nemmeno guidarle!!
E Diego? minuto qual è, nello specchietto lo vedo sparire dentro la sagoma dellElefant; prudente, col 750 va ad andatura ridotta. I suoi commenti: sospensioni scorrevoli e motore che prende i giri come la turbina di un aereo.
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Verso il forte
Si prosegue per sentieri e sterrate nella valle, verso la nostra meta, il forte Enna.
Non centra nulla con lomonimo capoluogo di provincia siciliano: è un modesto monte dal profilo trapezoidale, che non raggiunge nemmeno i 1.000 metri di quota.
Ad una delle estremità del pianoro sommitale sorge lennesimo forte della Grande Guerra, in questo caso italiano.
La sua funzione era proteggere laccesso alla pianura vicentina dalle vallate prealpine, e fornire supporto di artiglieria alle truppe operanti sul vicino confine.
Nel 1916, secondo anno di guerra, gli Austro-Ungarici attaccarono, la famosa Spedizione Punitiva, e, dilagando attraverso tutta la montagna vicentina arrivarono sullorlo della pianura.
Gli eventi misero il forte Enna in condizione di far sentire il suo peso nella battaglia, appoggiando la resistenza delle fanterie sul soprastante massiccio del Novegno, ma le cose non andarono per il verso giusto: i proiettili dei cannoni da 149 mm sparati dalle cupole corazzate andarono a cadere sulle teste dei militari italiani!! Il comandante fu destituito, poi con la fine delloffensiva nemica e larretramento della linea di combattimento il forte non fu più utilizzato.
Queste opere sono un monumento ai caduti, certamente, ma anche alla stupidità dei militari, governati e comandanti di ieri ( e oggi non credo siamo messi meglio!); centinaia di tonnellate di cemento e acciaio annegate nelle viscere della montagna, gallerie, strade, cisterne, acquedotti, per erigere opere che avrebbero dovuto essere imprendibili, invincibili, ma che al momento della verità vengono aggirate, o distrutte in pochi attimi: beffate dalla sagacia di altri uomini, o rese vane dalla incapacità di altri.
Dalla Grande Muraglia fino alla Linea Maginot francese, le fortezze sono giganti dai piedi di argilla.
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La cisterna
Data la relativamente bassa quota, lEnna si presenta in modo diverso rispetto ad altri suoi colleghi: invece di essere isolato nella spoglia nudità dellalta montagna, è immerso nella rigoglioso bosco di mezza montagna. Da lontano nulla lascia trapelare la presenza della struttura, finché non ci si trova al suo interno: mi ricorda quelle storie di templi nella giungla pluviale, di edifici semi sommersi da liane e felci.
La prima visione è una massa compatta, grigia: la cisterna dellacquedotto; poi un fossato e siamo sul tetto del blocco batterie, dove grandi buche mostrano le antiche sedi delle cupole girevoli.
Esploriamo fin dove possiamo le gallerie, poi, riprese le moto, scendiamo fino ai livelli inferiori che, a differenze del blocco batterie, sono ridotti a ruderi semicrollati. Nel suo insieme doveva essere una fortezza veramente imponente.
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La fortezza
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Sul tetto
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Ingresso
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Il corridoio principale
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Presenze umane: qualche militare non is è accorto che la guerra è finita da 90 anni?
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Muraglione
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Volte crollate
La mattina volge al mezzogiorno, lasciamo il gigante alla sua silenziosa solitudine, per lultima razione di sentieri e mule della giornata: lObesa e lAnoressica hanno fatto amicizia, sicuramente si incontreranno ancora per nuove avventure.
Ciao
Aves
ma che è.....siamo per caso in ferie? :-[
Bella narrazione (anche fotografica) e bei posti.
P.S. : Ma cosa monta, a mò di "bauletto", sul codino del wr, il tuo amico?
Saluti,
580
Citazione di: Frasca il Novembre 17, 2006, 19:03:49 PM
ma che è.....siamo per caso in ferie? :-[
In che senso? Frasca, non lho capita questa
Citazione di: 580 il Novembre 20, 2006, 22:06:02 PM
P.S. : Ma cosa monta, a mò di "bauletto", sul codino del wr, il tuo amico?
Credo sia il marsupio semplicemente appoggiato al parafango.
Ciao
Alves
Complimenti per il giro e per la meta
davvero molto suggestiva 8)
quoto thecapitan, bello bello :)
complimenti, bello il racconto , le foto , l'itinerario e la moto usata .
bellissima narrazione,grazie; per quanto riguarda quello che ha asserito che eri in ferie ,suppongo che pensasse a un tour in moto di due tre giorni,magari si era dimenticato che uno puo' partire alla mattina e tornare alla sera ;D ;D ;D ;D oppure e' solo invidia !!!! ;D ;D ;D ;D
wiwa le moto !!!!!!
bel report e belle foto,... e tra l'altro abbastanza vicino a Verona per un'escursione fuoriporta.....
Bel giro. Bel report. BeLLi posto. Bella moto.
C'hai culo tu !!!
Sempre grandissimo! :applausi:
D.M.L